La Russia di Putin si volge alla Cina e l’Europa rimane legata agli USA
Come avvenuto recentemente nel bacino mediterraneo dove, obbediente alle invenzioni americane e vittima degli egoismi degli stessi Stati membri, ha favorito le famose “primavere arabe” che tanti disastri hanno portato in termini di guerre e di flussi migratori, anche nel grande scacchiere geo-politico mediorientale l’Europa sta rischiando di perdere quel ruolo che le competerebbe per storia, economia, cultura , ma specialmente per mero calcolo politico.
Un fine gioco di diplomazia a cui ci presentiamo senza la capacità diplomatica necessaria (la Mogherini è solo il risultato della divisione dei posti di responsabilità tra i singoli stati nelle oltre 1000 agenzie europee… altro che merito e capacità diplomatiche!) senza alcuna visione politica del lungo termine ed accecati da un eccessivo filo-atlantismo.
Abbandonando ogni possibilità di cooperazione con la Russia , abbiamo lasciato che questa si rivolgesse , come era d’altronde ben facilmente prevedibile,verso il continente asiatico, ignorando cosi’ che proprio la Russia poteva essere la chiave di volta delle relazioni tra Europa ed Asia.
Il discorso tenuto dal leader cinese Xi Jinping lo scorso luglio, in occasione della celebrazione del 95° anniversario della rivoluzione cinese, è stata la prova comprovata dell’accordo . Uscendo fuori dai canoni di consueta riservatezza propri della diplomazia cinese, Xi Jinping si è soffermato sulla posizione dell’Unione europea, giudicata in uno stato di profonda crisi e prossima alla disgregazione e sulla situazione economica degli USA ferma da troppo tempo, ed ha avvisato come il mondo si stia preparando a cambiamenti cosi’ grandi che lasciano prevedere , nello spazio di un decennio l’instaurazione di una nuova organizzazione del mondo, un nuovo ordine mondiale la cui chiave di volta sarà segnata proprio dai rapporti tra Cina e Russia.
La sinergia tra le risorse naturali russe ed il potenziale industriale cinese appare una miscela economica vincente, come del resto lo sarebbe stata anche con l’Europa.
A riprova delle dichiarazioni del presidente cinese, il presidente russo Putin ha incaricato un gruppo governativo denominato Stolypine della redazione di un programma di sviluppo economico entro l’ultimo trimestre del 2016, manovra che dimostra la ferma volontà di Putin di sbarazzarsi delle tesi ultra liberali del suo ex ministro delle finanze Alexei Koudrine per potersi avvicinare senza contraccolpi al modello economico cinese , l’economia di mercato strettamente controllata dallo Stato e non da imprenditori privati fuori dagli schemi statali.
Denunziando tra l’altro le aggressioni americane verso cina e russia , Xi Jinping ha preannunziato una strategia difensiva che riporta implicitamente la Nato solo alla sua originaria sfera di azione occidentale. Al contrario della Nato le cui azioni derivano direttamente dalla decisione degli Usa che relega i paesi membri a semplici esecutori zelanti. Da parte russo-cinese, l’organizzazione di cooperazione di Shangai non prevede clausole di automatismi di ingaggio militare.
Per tornare poi allo scacchiere medio-orientale, la recente visita dell’ammiraglio Guan a Damasco è stata la prova lampante dell’intenzione cinese di schierarsi a fianco della Russia per cooperare alla restaurazione della sovranità siriana.
Ormai le autorità cinesi hanno deciso di combattere gli jadaisti provenienti dalle repubbliche cinesi come fanno i russi con quelli di origine caucasica, eliminandone il massimo in Siria per impedire che ritornino a combattere nei loro paesi di origine. L’Iran dal canto suo, paese membro osservatore dell’OCS, ha dato il suo accordo con la decisione di mettere a disposizione una sua base aerea per i bombardieri russi ed il suo spazio aereo per i loro missili di crociera.
Si profila ormai chiaramente il grave errore strategico quello commesso da questa nostra Europa che ha lasciato che la potente Russia si sia rivolta verso l’oriente cinese invece di elaborare una strategia di accordi per creare appunto con i russi una sinergia tra Europa e l’Asia.
L’Europa ormai non conta più in Medio oriente. Portata allo sfascio da una diplomazia sempre più’ subordinata ai dictat d’oltre atlantico, isolata ormai nello scacchiere Eurasiatico dalle manovre americane , all’Unione europea rimane una sola scelta: accettare tutte le nefandezze americane come l’accordo euro-atlantico di libero scambio (Tafta) e come quella di pagare in prima persona il rafforzamento della Nato.
Come premio riceverà il solito piatto di minestra per il popolo e ancora guarentigie per le “intelligenze” progressiste europee dichiaratamente filo-atlantiste e…purtroppo, fuori gioco.
eugenio preta