La grande bugia
Assistiamo oggi ad un grande imbroglio planetario: la barzelletta di una ripresa economica dell’area euro, che se effettivamente dovesse essere veritiera almeno un po’, certamente sarebbe timida, ma, a loro dire ineluttabile e singolarmente comune a tutti i paesi dell’Unione (bancaria) europea.
E se lo dicono loro…
A questo punto ci sentiamo pure di assolvere il Mr Bean de noialtri e i suoi sbirri “padoani” perché non sarebbero gli unici racconta-balle, i soli imbroglioni conosciuti.
In Europa e negli Stati Uniti, il refrain della ripresa economica è d’attualità stringente ma non è corroborato dai dati sull’occupazione ed i consumi ed è solo… musica senza armonia…
Gli europei cercano di giustificare il ripetitivo ritornello pur menzognero per giustificare la giustezza delle loro politiche economiche “ammazza stati”, gli americani al contrario tentano di crearsi l’alibi per giustificare la prossima loro decisione dell’innalzamento dei tassi di intéresse.
Senza peraltro essere economisti, capiamo tutti che in realtà questa ripresa è un grande bluff, in verità è solo una lenta e inesorabile caduta senza freni verso la recessione. E’ la realtà che ce lo dice.
Per poi attribuire una qualche responsabilità, possiamo chiamarlo errore di valutazione o peggio e “policamente scorretto”, imbroglio planetario, possiamo arrabattarci a definire i nostri dirigenti incompetenti o mascalzoni, ma in effetti la catastrofe si sta avvicinando.
Nel corso del 2008, alle prime avvisaglie di una crisi senza confine, attenti osservatori avevano avanzato l’ipotesi, verificata purtroppo anno dopo anno, che l’umanità avesse raggiunto l’acme, la barra massima del suo consumismo.
Per semplificare, oggi avremmo potuto predire che la crescita dei paesi ricchi avrebbe cozzato col muro del debito pubblico e quella dei paesi emergenti si sarebbe scontrata con la effettiva mancanza di reddito delle loro classi medie
Due fenomeni che sono stati conseguenza per i primi della classe (i ricchi) di economie trascinate solo dalle spese pubbliche , e questo da oltre 20 anni, per gli altri di una ripartizione profondamente ingiusta dei frutti della crescita. Oggi infatti i ricchi vengono ridimensionati e i poveri non possono più’ pagare.
Eccesso di pessimismo? assolutamente no, i demografi ne sono testimonianza dal momento che da oltre dieci anni ci mettono in guardia sui dati allarmanti dell’invecchiamento della popolazione, sul sentimento di sazietà dei ricchi e sui dati dell’indebitamento dei poveri a cui si aggiunge, la perdita complessiva di fiducia nell’avvenire.
A sentirli. i nostri saloni, la società occidentale sarebbe all’inizio di un lungo periodo di stagnazione della crescita, allo stallo dello zero sviluppo, e, diciamocelo, questo sarebbe anche un male minore. Purtroppo le cose sono molto più complicate.
In una società senza debito infatti, una crescita nulla a parametro zero, sarebbe pure possibile, ma in una società obberata dai debiti non potrebbe neanche immaginarsi perché la crescita zero significherebbe debiti irrisolti e, dacché tutto si lega, l’effetto domino di una profonda crisi finanziaria e di una grave recessione economica.
Che fare? Noi occidentali siamo stati educati all’economia di mercato che, a questo punto, sarebbe come un eccesso, solo una fuga in avanti.
Sarebbe necessario forse che ognuno (Stato in primis e privati) evitasse di fare debiti e, al contrario, iniziasse una politica del risparmio senza più tentennamenti.
Ma la storia si mangia sempre la coda perché, avviare una politica virtuosa del risparmio significherebbe appunto l’arresto del consumo e la stagnazione dell’economia. E il sistema precipiterebbe verso l’abisso della recessione economica, con buona pace di Renzi, Obama, Merkel, re d’Inghilterra e imperatore del Burkina Faso… “mascara”
Eugenio Preta