SICILIA SVEGLIATI, ANCHE IL GAELICO DIVENTA LINGUA UFFICIALE U.E.
L’ALTRA SICILIA interviene nel dibattito sul multilinguismo dell’Unione e ricorda che il Consiglio europeo, riunito in Lussemburgo il 13 giugno scorso, ha adottato il regolamento che conferisce alla lingua irlandese statuto di lingua ufficiale dell’Unione.
D’ora in avanti, tutte le procedure legislative, gli interventi formali e i documenti ufficiali verranno redatti in gaelico, la lingua irlandese, premiando le autorità irlandesi che hanno voluto dare alla lingua del loro paese dimensione e riconoscimento universale.
L’ALTRA SICILIA sottoliena pero’ come una popolazione di meno di 4 milioni di abitanti (3,9) si veda oggi riconosciuto il privilegio di lingua ufficiale e il diritto sacrosanto ad esprimersi nella sua propria lingua nei consessi internazionali., con grande valore simbolico come rinascita culturale e riconoscimento di progresso e civiltà, mentre la lingua siciliana, parlata da oltre 5 milioni di cittadini nell’Isola e altrettanti sparsi dalla diaspora nel mondo, non abbia ancora statuto di lingua ufficiale nemmeno in Italia.
L’ALTRA SICILIA , ricordando che l’affermazione di Ermocrate nel 424 a.c. ”Noi non siamo né Joni né Dori, ma Siculi“, di fatto sanciva la costituzione della nazione siciliana e che l’identità nazionale del popolo siciliano trovò veicolo ideale nella lingua siciliana, protesta contro la classe dirigente regionale che non riesce neanche ad avviare un confronto serio per il riconoscimento della lingua siciliana come lingua ufficiale dello Stato e sottolinea come la legge n. 3366 sulle Minoranze Etniche e Linguistiche approvata definitivamente da Parlamento Italiano in data 25 Novembre 1999 sia riuscita a dare statuto di lingua al Sardo, al Friulano, all’Occitano, al Valdostano, allo Sloveno, all’Albanese e al Croato ma abbia volutamente ignorato e continua tutt’oggi a ignorare l’esistenza di un idioma siciliano parlato in tutti gli angoli del mondo grazie alla insipienza di una classe politica isolana ignava e ancora asservita alle logiche partitiche nazionali.
Eugenio Preta