Ho fatto un sogno: e se la Grecia, la Sicilia, la Corsica…
Lo dico con sincerità: a me del referendum greco ha interessato assai poco, perché dopo tutto ogni decisione presa dai pescecani della finanza internazionale passerà sulle nostre teste non meno di quanto non passi su quelle dei greci e con gli effetti delle lame dei tagliagole dell’Isis.
Però l’esperienza greca e l’esito del suo referendum hanno rafforzato una certa mia idea che coltivo da anni e che ogni tanto affiora nei miei pensieri come un fiume carsico. Complice anche, lo ammetto, la trasmissione di Radio RAI “Mediterraneo” (che se la RAI TV facesse trasmissioni simili sarebbe la “più” migliore del mondo): un programma che unisce idealmente le Isole Sorelle: Sicilia, Sardegna, Corsica e, da alcuni mesi, Malta.
Una bella fetta di quella mia idea che mi ronza in testa, appunto: cosa ci manca, cosa manca al Mediterraneo, culla di tutte le civiltà, per crearci e organizzarci in una Nazione del Mediterraneo? Mettici dentro le succitate e aggiungici la Grecia, Cipro e le Baleari.
Qualcuno potrebbe riderci sopra dicendo che sarebbe la somma di un pugno di morti di fame! Vero. Ma è vero pure che i popoli della Nazione del Mediterraneo, che sono stati espropriati nei millenni dai predoni che oggi pretendono di imporre le “loro” leggi, dovrebbero avere il dovere civico e morale di RIPRENDERSI TUTTO QUELLO CHE È STATO LORO RUBATO. Ma è anche vero che sarebbe la somma dei paesi con una grande Storia consolidata dietro le spalle. D’accordo: con la Storia non si campa. Benissimo, ma sarebbe anche la somma dei paesi con la più forte attrazione turistica: un’industria che tira alla grande e produce ricchezza e lavoro! Sarebbe, oltremodo, la somma delle maggiori marinerie pescherecce dell’area! E poi anche la somma delle più fertili e migliori produzioni agroalimentari; della zootecnia; dei beni archeologici e ambientali!
Sarebbe, insomma, una dolorosa spina nel fianco delle sciape economie continentali che si nutrono di formaggi fatti senza latte, di vino “alcolizzato” con l’aggiunta di zucchero, di cioccolato preparato senza cacao e, prossimamente, di tutte le improbabili porcherie che gli USA imporranno non appena il TTIP verrà fatto accettare a tutti i paesi dell’UE.
A proposito di UE: come porsi in rapporto con questa? Un’idea l’avrei: poiché le nostre comuni radici di millenaria Cultura ci assegnano un ruolo decisamente più “nobile”, avremo la compiacenza e la bontà di riconoscere l’UE come entità-stato confinante e cercheremo di intrattenete buoni rapporti diplomatici e convenienti (per noi) scambi commerciali.
Ah, dimenticavo: ovviamente è pleonastico affermare che i politicanti sin qui segnalatisi per la loro arroganza, la loro inefficienza, la loro incompetenza, la loro voracità, ecc. saranno accompagnati alla frontiera con biglietto di sola andata.
Mi auguro, a questo punto, che il sogno diventi presto realtà.
Giovanni Cappello