Lettera aperta a Massimo Costa
Caro Massimo, da tempo volevo parlarti, ora l’occasione della sentenza del Tar me ne dà lo spunto…
La storia, tutti sappiamo come non si svolga certamente con i se o con i forse, quanto piuttosto sia accadimento di fatti reali, sia certezza, svolgimento di attualità consolidata da fatti importanti, con la conseguenza che guerre, secessioni, rivoluzioni accadono e diventano realtà senza variabili impazzite nè supposizioni di probabilità.
La sentenza del Tar di Palermo ha semplicemente e, diciamo noi, troppo tardivamente appurato come le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale e del Sindaco di Palermo del 2007 si siano svolte irregolarmente e siano state inficiate da gravi brogli elettorali tanto da essere dichiarate nulle. La logica e la giustizia avrebbero voluto che si fossero dovute obbligatoriamente ripetere, dimenticando pero’ che ci troviamo in Sicilia, il viceregno dell’impossibile.
Bellissimo abbiamo detto noi, finalmente ha trionfato la legalità, il diritto, la giustizia, anche se lo ha fatto nello spazio reale di 7 anni. Solo dopo 7 anni si è riuscito a provare che quel sindaco infausto, Cammarata, e tutto il consiglio comunale uscito dalle urne, fosse fortemente illegale e che il governo della città, per oltre 5 anni, sia stato illegittimo nelle sue decisioni, nelle sue nomine, in tutta l’attività istituzionale espletata (e ci mettiamo dentro anche lo skipper del Sindaco, assunto nel gabinetto di quel sindaco circumnavigatore, dall’Addaura a Mondello).
Certo, nella ormai consolidata logica siciliana “cosa fatta capo a” e come potrebbe essere altrimenti, dopo 7 anni irripetibili nei loro accadimenti? Resta che, “giustizia è stata fatta”, rimane una formula di rito che non appaga assolutamente chi quelle elezioni le ha vissute, sofferte e pagate sul proprio futuro.
Pensiamo al dannno sofferto a causa di questa decisione tardiva da un movimento politico concorrente come L’ALTRA SICILIA, un esempio lampante di stravolgimento del destino, non opera del fato, ma della disonestà umana e politica in questo caso e dall’ “ingiustizia” della giustizia. Una lista presentata nel 2007 da L’ALTRA SICILIA, con un suo candidato sindaco fior di conio ed una serie di candidati, fatto nuovo nella storia politica siciliana, provenienti dalle fila della diaspora siciliana nel mondo e dei militanti capaci di scambiare il giorno con la notte, primo fra tutti il nostro amico Toto’ Lo Casto, che tanta energia aveva dedicato al suo candidato sindaco e alla sua L’ALTRA SICILIA.
Toto’ Lo Casto rappresentava quello che i palermitani più veri e appassionati vedevano nella candidatura di Costa sindaco e de L’ALTRA SICILIA: una proposta eccezionalmente nuova nella realtà politica di Palermo ed un giovane, poco politico ma molto professore, come candidato sindaco della città.
Certo i risultati allora ottenuti hanno poi creato un momento di giustificabile disappunto; la proposta ventilata da tutti come possibile e vincente si era arenata sullo scoglio di un migliaio di voti e Massimo Costa, forse involontariamente, aveva ritenuto di essere stato travolto da quell’insuccesso e non aveva più avuto un momento di riflessione condiviso con L’ALTRA SICILIA, non era riuscito a ricordarsi che lui stesso era stato parte integrante ed uno dei portavoce importanti del movimento. Si ritirava semplicemente, non dalla scena cittadina che continuava da altre posizioni, ma dalla dovuta riconoscenza che avrebbe dovuto provare per quel movimento cittadino nuovo nato dalla Diaspora.
Massimo Costa ha compiuto poi il suo cursus honorum, ce ne compiaciamo, ma riteniamo che avrebbe potuto riservare maggiore atttenzione a L’ALTRA SICILIA e a quel Toto’ Lo Casto, intanto scomparso, che gli aveva dedicato tanta parte del suo tempo. Costa è oggi professore di economia nel’Universtà di Palermo, conferma la sua profonda conoscenza dell’Autonomia siciliana, ha fatto parte della commissione per lo studio delle riforme dello Statuto, ma non è mai riuscito a volgersi indietro e dare il giusto valore a quella collaborazione che forse, indispettito dal risultato, aveva ritenuto lesiva del suo futuro e che invece ora, a fronte della sentenza che invalida le elezioni del 2007, gli fa scoprire che i forse e i se di allora potevano essere reali.
Qualcuno diceva “fai u bbeni e scoddittillu” e forse questo dovrebbe ripetersi oggi il prof. Costa nei confronti della nostra organizzazione, riconducendo giusta valenza e rivalorizzando quel suo impegno come capolista candidato sindaco de L’ALTRA SICILIA a Palermo, una storia che forse avrebbe avuto più fortuna senza gli imbrogli, sicuramente ingiusta nel risultato di allora e che lascia ancora l’incertezza di quello che avrebbe potuto invece essere.
Rimane un dato inconfutabile nell’impegno de L’ALTRA SICILIA in quella campagna elettorale che ha lasciato in bocca l’amaro di una storia, purtroppo, senza più controprove.
Con stima e affetto
Eugenio Preta