Buttafuoco: Buttanissima Sicilia… Antonio Canepa si rivolterebbe nella tomba
Secondo quanto si legge sulla Gazzetta del Sud, il collega e scrittore Pietrangelo Buttafuoco durante una intervista avrebbe detto che “Il miglior modo per restare è andare via. Noi siamo come le lumache ormai, ci portiamo la casa appresso. La Sicilia ci procura sempre una fatica immane, ormai inutile”.
Un affermazione che appare come una conferma che la Sicilia i suoi detrattori e i suoi nemici più feroci li ha nel proprio seno e non lontani.
Già, la Sicilia procura sempre una fatica immane ai suoi abitanti per vivere, però, ci permetta Buttafuoco, questa fatica dei Siciliani di vivere in questa terra bella e dannata, non sembra procurargli fatica ma argomenti per poterne trarre utili.
Il titolo, Buttanissima Sicilia, accattivante per chi da sempre scarica fango sulla Sicilia si presenta con credenziali alquanto discutibili e offensivi per la Sicilia ed i Siciliani.
Già l’affermazione a lui attribuitagli, riportata da Agrigentoflash, lascia perplessi e indicherebbe poca conoscenza dei fatti storici.
Secondo Buttafuoco, lo Statuto, quel patto pagato con il sangue di eroi tra i quali si ricorda Antonio Canepa, sarebbe frutto di un accordo tra gli indipendentisti magiosi e gli anglo americani …
Sicilia “buttanissima”, che si vende al miglior offerente, fino a sparlare anche della sua stessa madre per sindrome di inferiorità e ruffianismo?
Ecco, quale che sia la ragione di tali affermazioni, la Sicilia è la Madre dei Siciliani, ed allora la domanda che sorge spontanea è: come si fa a parlare così della propria madre?
Sull’Autonomia regionale Buttafuoco paradossalmente, dopo averla di fatto definita un patto tra mafiosi, dice “È cosa santa e giusta ovunque. Ma in questa nostra terra rappresenta la fogna del potere, visto che preziosissime risorse come il patrimonio culturale finiscono in balia dei meri interessi della Regione e del pessimo ceto politico che la governa”.
La fogna del potere e il pessimo ceto politico non è una speciale prerogativa siciliana. Se Buttafuoco avesse considerato l’insieme Italia, avrebbe rilevato che il ceto politico siciliano è pessimo come il ceto politico italiano nel suo insieme.
Non è solo prerogative siciliana l’aver una classe politica indecente ed affarista. Forse, proprio la classe politica italiana è la causa, ovvero la sirena, che attira nella fogna gli incapaci politici siciliani.
Eugenio Preta, autonomista ed indipendentista siciliano, il 14 luglio scriveva tra l’altro che “ Sbaglia chi pensa che questa terra sia domata e sempre prona, sbaglia chi non sa decifrare segni di insofferenza e di rivolta, sbaglia chi continua pervicacemente a trasportare al nord le possibilità di sviluppo ritenendo erroneamente che la gente siciliana ormai possa accettare indifferentemente e senza reazione alcuna le decisioni che la feriscono e peggio assassinano”.
Secondo Buttafuoco “Un tempo eravamo attori di primo piano nel Mediterraneo e oggi siamo piena periferia culturale. Sa qual è il vero problema? Con la morte dei nonni non ci saranno nemmeno più i soldi delle loro pensioni ad aiutare quei ceti familiari che già boccheggiano”.
Ancora sbaglia Buttafuoco. Lui considera gli effetti devastanti dell’occupazione italiana che si protrae dal 1860 e li addossa come colpa al popolo siciliano da tempo colonia da sfruttare per gli interessi politici ed economici di Roma capitale.
E poi, se morti i nonni i nipoti non avranno soldi per vivere, è colpa dei siciliani o dello stato italiano che viene considerato il più grande buco dell’universo ?
Può questa Sicilia, questo popolo, questo territorio e questa parlata che la fanno Stato nazione, accettare di essere trattata come l’utile idiota consenziente del suo martirio fino ad abbandonare il suo Statuto di autonomia come auspicato dal centralismo blasfemo?
Può la Sicilia finalmente chiamare a raccolta le sue coscienze
migliori, più critiche e più progettuali per ridisegnare il suo futuro nonostante il moltiplicarsi di schiavi e di paria?
Ecco, questa sono le domande che ogni siciliano, figlio di questa Sicilia dovrebbe farsi invece di esercitarsi nel più facile gioco delle feroci critiche alla terra ed ai Siciliani.
Ci dispiace per Buttafuoco, ma il suo libro ci appare come il solito libro che si scrive sulla Sicilia e sulla mafia. Tanto chi mai potrà smentire ?
L’Altra Sicilia precisa di aver inviato all’indirizzo personale di Buttafuco comunicatoci dalla segreteria de “Il Foglio” quotidiano presso il quale lo stesso scrive per una sua dichiarazione, ma nessuna risposta ci è stata data.
L’Altra Sicilia
Ass. di Diritto Internazionale