La commissione europea ordina che siano abbattuti migliaia di piante d’ulivo (in Puglia) così da favorire la Turchia.

I burocrati europei sono rinomati per la loro capacità di esagerare problemi gestibili e usarli come scusa per imporre provvedimenti che hanno causato danni incalcolabili all’agricoltura, specialmente in Italia.
L’ultimo esempio di queste politiche scellerate si e’ avuto pochi giorni fa quando la Commissione europea ha deciso che gli ulivi infettati dal batterio Xylella fastidiosa vanno “rimossi, una decisione presa dal commissario Tonio Borg lo scorso 23 luglio e valida per tutti gli Stati membri dell’Ue. Era la misura più temuta già da quando, a ottobre, si è scoperta la presenza del patogeno da quarantena ed e’ stato deciso, dunque, che vanno distrutte “in situ o in un luogo vicino situato all’interno della zona delimitata e appositamente designato, le piante intere, le parti di piante o il legname che potrebbero favorire la diffusione dell’organismo specificato”. E per piante non si intendono solo gli ulivi, ma anche querce, oleandri, vinca, amareni, il diffuso Catharanthus, Malva, Portulaca.
Ma in Salento i contadini non ci stanno e la reazione è stata immediata: “SONO MISURE INACCETTABILI PER IL NOSTRO TERRITORIO- tuonano dal Forum Ambiente e Salute -. SI IMPONE L’ESPIANTO INDISCRIMINATO DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PIANTE CON LA STESSA SUPERFICIALITA RISERVATA A DISTRUGGERE UNA PIANTAGIONE INFETTA DI CAVOLI O PATATE. I BUROCRATI EUROPEI NON TENGONO CONTO DEL VALORE STORICO, CULTURALE E AMBIENTALE DI PIANTE SECOLARI E MILLENARIE CHE DEFINISCONO IL TERRITORIO; IGNORANO CHE ADOTTARE LE MISURE DI ESTIRPAZIONE SIGNIFICA TRASFORMARE IN DESERTO ALMENO UN QUARTO DELL’INTERO SALENTO; NON SONO INDICATE NE’ IPOTIZZATE MISURE FITOTERAPEUTICHE POSSIBILI E PRATICABILI NE’ RICERCHE” .
Prova a gettare acqua sul fuoco l’Osservatorio fitosanitario regionale: “Quella decisione – spiega il direttore Antonio Guario – non riguarda solo il Salento ma tutta l’Europa. Nelle zone in cui si appurerà la presenza di Xylella si espianteranno i singoli alberi, come avvenuto ad aprile. Nel Gallipolino, l’applicazione di quella decisione non significa che domani saranno eradicati tutti gli ulivi contagiati. Per noi vale il piano che abbiamo presentato il mese scorso: saranno abbattute solo le piante che risulteranno positive a Xylella e che si trovano nella fascia di cento metri individuata all’interno della zona rossa e a ridosso con la fascia tampone. L’Ue non ci ha obiettato affatto questa misura, che resta in piedi perché le decisioni comunitarie, per essere esecutive, vanno affiancate a piani di azione e il nostro lo abbiamo già esposto”. Il rischio che quel provvedimento di Bruxelles funga da cavallo di Troia per benedire la desertificazione dell’arco ionico, tuttavia, c’è.
Guario ammette che è in corso un ragionamento per capire se l’accetta si limiterà ai cento metri o procederà anche oltre, nel resto della zona rossa, per eradicare le altre piante colpite. “E’ una scelta che spetta alla politica regionale – dice – quella di decidere se tenersi le piante secche o toglierle. Abbiamo provato a salvarle con le potature, ma con scarsi risultati. A questo punto, sono anche io perplesso sul come proseguire in quell’area”.
È un’ipotesi rigettata a monte dagli attivisti sul territorio: la decisione di Bruxelles è da “respingere al mittente”. “SI DA’ PER CERTO CHE Xylella NON SIA ENDEMICA, CIOE’ CHE IL NOSTRO HABITAT NON HA CONVISSUTO PER SECOLI CON QUESTA – spiega Giovanni Seclì -. STUDIOSI AUTOREVOLI NON LO ESCLUDONO E ANZI NE SONO CONVINTI.PERTANTO OCCORRE DIRE NO ALLE ESTIRPAZIONI DI MASSA DELLE PIANTE IN DISSECCAMENTO, CON IL SOSTEGNO DELL’OPINIONE PUBBLICA AUTOREVOLE E DELLA MOBILITAZIONE PUBBLICA LOCALE E NAZIONALE”.
Effettivamente in molti sospettano che dietro a questa decisione ci sia un piano per distruggere il settore olivicolo della Puglia a vantaggio di altri stati membri o per favorire l’importazione di olio di bassa qualita’ dalla Turchia o altri stati mediterranei.
D’altra parte il modo di operare dei parassiti di Bruxelles e il loro legame con le varie lobby che lavorano per conto delle multinazionali rende ogni loro decisione poco credibile anche se in alcuni casi potrebbero avere ragione.
L’unica soluzione a questo problema e’ uscire dalla UE e ridare alle autorità italiane il potere di risolvere questi problemi cosi’ che ogni decisione presa possa essere fatta per favorire gli interessi degli agricoltori italiani e non di qualche oscura multinazionale.

Fonte trnews.it
GIUSEPPE DE SANTIS – Londra.