FALCK, ALTRI E I SICILIANI PER UN AFFARE DI UN MILIARDO DI EURO
– Al Presidente della Repubblica
– Al Presidente del Consiglio
– Al Presidente del Senato
– Al Presidente della Camera
– Al Presidente della Regione Siciliana
– Ai Gruppi Parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana
– Alla Giunta Regionale della Sicilia
– Al Consiglio Nazionale degli Architetti
– Alla Consulta Regionale degli Ingegneri ed Architetti
– Alle Società FALCK, Actelios spa, Elettroambiente spa, Pea Scpa;
– Agli Organi di Informazione
L’occasione data dalla notizia del sequestro da parte della magistratura degli atti relativi alla realizzazione, da parte della Falck, del termovalorizzatore di Bellolampo (un’opera da 350 milioni di euro), per la probabile mancanza di alcune delle autorizzazioni necessarie, proprio per le modalità adottate dalla stessa Falck (ed associate) per la realizzazione del progetto, riporta in auge il fenomeno mai sopito del “colonialismo” (più o meno imperialista; ma non per questo vorremmo essere tacciati di filo-comunismo rivoluzionario) che, da sempre, grandi società esterne perpetrano in danno al nostro territorio, anche grazie al compiaciuto contributo di molti nostri politici.
La volontà della Falck di incaricare un tecnico non italiano, non siciliano per la realizzazione di un “monumento di architettura industriale moderna” in Sicilia, non può non farci indignare e sentirci offesi.
Qui non è in discussione la professionalità di Tange (qualora, con l’accaduto, quella dei progettisti italiani/siciliani) quanto l’opportunità di dare lavoro (qualificato e qualificante) a noi siciliani e, nel contempo, ampia visibilità alle capacità di noi indigeni.
Perché la Falck non ha pensato alla indizione di un concorso di idee indirizzato ai progettisti siciliani? O, meglio, perché non glielo hanno fatto pensare?
L’arch. Tange avrebbe potuto far parte della commissione esaminatrice dando così ugualmente il suo qualificato contributo.
Ma al di là del fatto che, come qualcuno potrebbe dire, la Falck, quale società privata, con i suoi soldi può fare quello che vuole, mi domando: ma sono soldi della Falck? O sono soldi che la Falck gestisce grazie al fatto che li deve spendere in Sicilia e per i siciliani?!
E se così fosse, perché i nostri governanti, proprio in queste occasioni, non pensano a tutelarci? Perché non pensano in maniera campanilistica, orgogliosa, da veri padri di famiglia dei loro figli siciliani e “costringono” i “colonizzatori” a lasciare quante più risorse possibili nella nostra terra?
Perché la Sicilia deve essere, sempre, caratterizzata dalle decine di LSU che giornalmente devono andare a mendicare la (immaginifica) certezza del loro futuro alle porte di Palazzo D’Orleans ed, intanto, sopravvivere, con 500 euro al mese?
L’occasione dovrebbe fare pensare ai nostri governanti che i soldi di Agenda 2000-2006, POR, PON, QCS, ecc.ecc., dovrebbero essere per i siciliani mentre, invece, ci accorgiamo, che transitano dalle banche siciliane per poi andare a depositarsi da altre parti lasciandoci l’illusione di avere raggiunto obiettivi fantastici e ottenuto premialità che i governati sventolano ma di cui non sappiamo nulla in termini di “spesa giornaliera”…
Mah!
C.E.P.I.M.
Comitato Eoliano Popolare per l’Identità Meridionale
vico Ausonia – 98055 Lipari (ME) Tel. 3339951705
cepim.isoleolie@libero.it
Il portavoce
Roberto Sauerborn