Lettera aperta Al Presidente della Regione Siciliana Sig. Salvatore CUFFARO
Palazzo d’Orleans
90100 PALERMO
OGGETTO: contributo per la manifestazione “59° Anniversario della Firma dello Statuto di Autonomia Speciale alla Regione Siciliana”
Rif. f.n. 3199 in data 9 maggio 2005 dell’Ufficio di Rappresentanza e Cerimoniale
Presidente,
Con il foglio a riferimento ci è stato comunicato che la Presidenza ci ha concesso un contributo di euro 5.000,00 (cinquemila/00) per la manifestazione che l’Associazione ha realizzato a Mazara del Vallo dal 13 al 15 Maggio u.s. a condizione che esso non superasse il 6 % della spesa totale della manifestazione.
Senza vene particolarmente polemiche vogliamo informarLa che l’Associazione ha deciso di rifiutare tale “contributo”, ritenendolo semplicemente offensivo e di mantenere fede a parte degli impegni economici assunti per la realizzazione della manifestazione attraverso contributi volontari dei propri associati.
Al di là del contributo, spiace che Ella ancora una volta non abbia mantenuto fede agli impegni da Lei assunti personalmente il 26 gennaio 2005, presso il Comitato delle Regioni a Bruxelles nel corso del Convegno Sicilia in Europa-Solidarietà per lo sviluppo, relativamente alla presenza all’inaugurazione del giorno 13 perché impegnato il giorno 15.
Spiace ancora di più dover osservare come l’ufficio di Presidenza operato della sua segreteria che ha brillato per la totale assenza di risposte alle nostre giuste richieste di notizie, sia positive che negative.
Spiace ancora di più dover osservare come l’ufficio di Presidenza si sia rivelato una vera e propria roccaforte per accedere alla quale bisogna essere “raccomandato” da questo o da quel politico o peggio ancora da questo o da quel funzionario regionale addetto alla Presidenza.
Un ufficio da dove non giungono risposte e dove, malgrado il notevole numero di addetti, nessuno è in grado di prendersi la responsabilità rimandando ad un’unica persona, la quale si nega al telefono e rifiuta, quando in sede, di ricevere persone non debitamente “raccomandate”.
Ci auguriamo per il futuro un cambiamento nel modo di gestire i fondi pubblici ma soprattutto, ci auguriamo che ci possa essere in un futuro non lontano un radicale cambiamento nel comportamento dei funzionari a Lei vicini che sembrano essere oggi i potenti di turno che gestiscono la vita pubblica secondo una visione quantomeno criticabile.
Ci chiediamo, da Siciliani, quanto costano alla nostra comunità questi inarrivabili funzionari; ci chiediamo se la chiusura a manifestazioni che celebrano nient’altro che le nostre istituzioni (che in teoria dovrebbero appartenere a tutti) dipenda da loro o da chi sta sopra di loro: in entrambi i casi sarebbe soltanto scandalosa codesta disattenzione.
Ma è il contesto più generale a sconcertarci. Ai massimi livelli del “cerimoniale” della Nostra Amata Regione Siciliana dobbiamo sentire frasi arroganti, sprezzanti dei “comuni mortali”, evidentemente non abbastanza addentro alle stanze della politica che conta, quali “Ma chi vi ha autorizzato a celebrare la Festa dell’Autonomia?” La nostra coscienza ci ha autorizzato e il “portafoglio” dei nostri iscritti e di tanti Siciliani comuni, molti dei quali emigrati e dimenticati dalla loro Piccola Patria che Ella ha l’onore di rappresentare.
Il sostegno che Ella ci aveva garantito, al pari di tanti altri assessori regionali, provinciali e sindaci, non era questa miseria e non era nemmeno stato “estorto” in alcun modo. Il politico deve sapere che i cittadini pretendono un rapporto trasparente e non semplici “promesse da marinaio”.
Viene in mente la celeberrima classificazione antropologica di Sciascia, fatta ormai propria da tutti i Siciliani e non solo, in “uomini”, “mezzi uomini”, “ominicchi”, “ruffiani” e “quacquaracquà” , questi ultimi la cui parola, vana, era assimilata allo starnazzare delle oche.
Ognuno scelga in quale delle cinque classi liberamente posizionarsi.
Noi continuiamo avanti con il nostro “coraggio” che ci portiamo dentro come i nostri avi del Vespro e che abbiamo eretto a nostro motto; altro non abbiamo, né grandi fondi; né sponde politiche “potenti” o mezzi di informazione al nostro servizio.
Ci pentiamo solo di avere creduto che le istituzioni avrebbero potuto e dovuto fare la loro parte.
Al 60° anniversario Vi toglieremo questo disturbo, ma non quello di celebrare una Festa che evidentemente per chi “domina” oggi la Sicilia deve risultare perlomeno scomoda.
Bruxelles, 23/05/2005
Francesco Paolo Catania