Una Sicilia che sia davvero il giardino verde d’Italia, anzi d’Europa.
Raccontano che un turista tedesco dopo aver visitato su consiglio di amici locali i boschi e le montagne dei Nebrodi, Peloritani e Madonie, abbia esclamato al ritorno: “non so cosa io abbia fatto nella vita per meritare di ammirare bellezze cosi straordinarie…..”
E’ la stessa impressione che mi coglie ogniqualvolta torno a percorrere questa terra favolosa, girando per coste e monti, tra fiumi e foreste capaci di offrire incessanti scoperte ed emozioni inesauribili. Quasi trent’anni fa compivo il mio primo viaggio tra i Peloritani e la catena costiera, ed ancor oggi, dopo mille esperienze arricchite dall’ospitalità e dall’assistenza di guide e amici eccezionali, la mia curiosità di andare o ritornare nei luoghi della memoria più diversi, la mia ansia di conoscere e capire sono più intense che mai.
Ammirando le pendici fiorite dei Peloritani, all’inizio della primavera, tra colossi arborei e nel più ricco concerto di canti d’uccelli che mi sia capitato di udire negli ultimi tempi, mi tornava alla mente la bellissima frase, d’un naturalista americano, Douglas Fairchild, che dopo aver girato un po´ per tutto il mondo, aveva creato in Florida il più ricco e spettacolare degli orti botanici: “the earth was my garden, la terra fu il mio giardino”.
Questa Sicilia cosí variopinta e viva, fremente e luminosa, puo` essere davvero il giardino verde d’Italia anzi d’Europa. Quando per la prima volta percorrevo gli aspri sentieri delle sue montagne imbattendomi in antichi splendori e miserie attuali non avrei mai immaginato che, nel giro d’appena qualche decennio, molte bellezze naturali siciliane avrebbero trovato, grazie ai Parchi istituiti e alle altre aree protette e volute in nome di una più moderna civiltà, stabile protezione. Ma non avrei neppure lontanamente sospettato che, nel frattempo, molti altri tesori inestimabili, dalle pianure steppiche alle coste solitarie, dai litorali più pittoreschi alle valli più famose, e tanti, troppi monumenti sarebbero stati annientati, deturpati, violentati in nome di un progresso senza cultura e di uno sviluppo economico privo di reale avvenire.
Oggi il destino della Sicilia è ancora, malgrado tutto, nelle nostre mani, e il suo futuro puó essere davvero forgiato con idee ed ispirazioni diverse, ritrovandone l’antica anima, riscoprendo il suo cuore nascosto che deve pulsare in armonia con la cultura e con la natura, restituendo cosí dignità e splendore al suo nobile volto. Qui vi sono più patrimoni e retaggi millenari capaci di stupire il mondo conquistando ad un eco-turismo sano e duraturo, che in interi stati o paesi d’oltremare, e nei recessi della sua accidentata e sinuosa geografia si nascondono potenzialità ambientali ed umane tanto ricche da poter nutrire, se saggiamente riscoperte e valorizzate, il più solido e promettente eco-sviluppo futuro.
Si tratta soltanto di trovare e avere il coraggio per una scelta, per un cambiamento radicale che potrebbero segnare il riscatto e la rinascita di questa regione, per avere una Sicilia che sia davvero il giardino verde d’Italia, anzi d’Europa.
Bruxelles, 8 maggio 2003
Ivan Bertuccio