Sul degrado delle città siciliane
Bruxelles, 28/11/2004
L’Altra Sicilia porta a conoscenza dei suoi lettori che pochi giorni or sono Legambiente ha diffuso il suo rapporto annuale sull’ecosistema urbano dei capoluoghi di provincia italiani e, come al solito, le città siciliane sono orgogliosamente agli ultimi posti.
Non si vuole fare retorica e perciò si riportano i dati nella loro brutalità, anche con le poche note positive:
Caltanissetta (31° posto) con una progressione di 8 posti sull’anno precedente;
Siracusa (87°, +7)
Enna(89°, + 13)
Palermo (92°, -3)
Messina (95°, +5)
Ragusa (97°, +1)
Trapani (98°, -3)
Catania (99°, =)
Agrigento (102°, +1)
Si ricorda che le province sono in tutto 103. Ancora, senza aggiungere nulla al rapporto, si riportano i seguenti passaggi:
“…E’ l’Italia di Reggio Calabria o Agrigento, ad esempio, ultime quest’anno e con un rendimento ambientale che nel corso del tempo è sempre stato pessimo. Il centro urbano siciliano non ha dati sulla qualità dell’aria, non ha isole pedonali, non ha un efficiente sistema di depurazione delle acque sporche, non ha un trasporto pubblico decente, non ha spazi verdi apprezzabili. In “compenso” ha tantissime case abusive (14 ogni 10mila abitanti quelle costruite nel solo 2003) …”.
“…Appare ben evidente perciò che le vette del rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano sono dominio esclusivo del nord…. Speculare,e dunque opposta, la situazione in fondo alla graduatoria saldamente in mano alla Sicilia (7 capoluoghi sui 15 gradini più bassi)…”.
Di fronte a questi dati c’è da chiedersi se “Legambiente” ce l’abbia con i nostri poveri onesti amministratori ovvero se siamo in presenza di una vera vergogna collettiva in cui i rifiuti, l’abusivismo, il degrado, la fanno da padroni. Viene in mente il refrain di un noto comico: “la seconda che hai detto!”.
E’ pur vero che c’è il dato eccezionale di Caltanissetta e la faticosa risalita di Siracusa ed Enna, ma per il resto è un rotolarsi nel fondo della graduatoria.
C’è da chiedersi quale sia il vero danno che deriva da tutto ciò: danno per la qualità della vita in Sicilia, danno per la nostra salute, danno per la nostra economia, danno per la nostra immagine, danno per le future generazioni,…
Ma chi lo paga questo danno?
L’Altra Sicilia – al servizio della Sicilia e dei Siciliani