Elezioni italiani all’estero: Modo d’uso per i Comites
Siciliani “al di qua e al di là del Faro”, interviene nella tematica del voto
all’estero alla vigilia dell’appuntamento che vedrà le comunità emigrate eleggere
propri rappresentanti alla Camera e al Senato.
sedi consolari, proprio in vista di organizzare ed aggiornare gli elenchi degli
elettori e i loro esatti indirizzi, ma anche tutte le relative procedure elettorali.
Alla luce di quanto avvenuto in occasione delle elezioni Comites del 2004, L’ALtra
Sicilia tiene a ricordare le numerose inesattezze degli elenchi che dovranno essere
sanate, il doppio elenco che dovrà essere armonizzato, i certificati elettorali, le
schede di voto e tutte le procedure che dovranno essere organizzate in maniera
ottimale, visto che il metodo di voto è stato deciso che si svolga per corrispondenza.
L’Altra Sicilia, associazione di diritto internazionale a tutela della Sicilia e dei
Siciliani “al di qua e al di là del Faro” raccomanda altresì di rafforzare il
personale dei consolati con i contrattisti ex legge 2004, circa 350 impiegati addestrati ma disoccupati oggi che invece potrebbero risultare utilissimi al disbrigo delle pratiche elettorali.
Il tema della presentazione delle liste deve essere affrontato con serietà e dal
momento che, se si obbligherà il personale consolare anche all’ufficio di autentica
delle firme, si influirà ancora più pesantemente sulle attività degli stessi
consolati, sempre più necessario sembra il ricorso ai Consiglieri eletti nei Comites
delle varie circoscrizioni per conferire loro potestà di ufficiale dell’anagrafe e
metterli in grado di procedere all’autentificazione delle firme necessarie per la
presentazione di una lista elettorale.
Così il Ministero riuscirà a trovare almeno una collocazione pratica ai Comites che
fino ad oggi non sono riusciti neanche a creare i collegamenti necessari tra
autorità consolari e comunità emigrate, scopo principale del loro esistere.
Se poi i Comites, attraverso i loro consiglieri eletti a suffragio universale dalle
comunità emigrate, non saranno equiparati ai consiglieri comunali nazionali per
l’autentificazione delle firme necessarie per la presentazione delle liste
elettorali, allora non è servito a nulla averli costituiti e non serve a nulla
mantenerli in essere.
Ritornando al CGIE, nominato da accordi fra partiti, sindacati e patronati (in
questo sta forse la prova della loro inutilità ed inefficacia ), resta da
considerare quanti milioni di euro costi tenerlo in vita se si pensa solamente ai
viaggi ed alle riunioni intercontinentali che si è posto come scopo ed attività
principale dei suoi consiglieri.
Bruxelles, 11 aprile 2005
Ufficio Stampa “L’ALTRA SICILIA” – Al servizio della Sicilia e dei Siciliani