Balle, barzellette, menzogne…
E’ incredibile, ma da secoli si spaccia per scienza accademica una mistura di balle, barzellette e menzogne.
La prima menzogna è quella di chiamare economia ciò che è predonomia: la prima è una scienza risolutiva quanto a produzione e distribuzione di beni e servizi per tutti i membri di una comunità secondo possibilità, equità e bisogno. La seconda è l’antropomorfizzazione giuridica della predazione animale, che ci ha dato quel capitalismo-liberismo, che è criminalità “legalizzata”.
Come in una famiglia esente da patologia criminale non ci sono figli amati ed altri abbandonati al proprio destino, così in un nucleo umano, esente da “animalismo predatorio residuo”, non ci sono soggetti-predatori e soggetti-prede: in essa ogni nato – solo perché tale – riceve quanto gli serve per vivere nel miglior modo possibile fino alla fine dei suoi giorni con il solo impegno di dare il proprio contributo di lavoro secondo età, salute e convenzioni.
Più è la produzione del lavoro, più sono i beni distribuibili. Lavorare conviene.
In tale nucleo non si nasce (barzelletta da scompisciarsi dalle risa!) debitori, ma solo e sempre creditori! Né poveri né ricchi!
Altra menzogna è che il meglio possa essere ottenuto dal giro di affari dei predatori legali detti – e qui c’è ancora una menzogna – imprenditori (denominazione ben diversa da “affaristi”).
Un’ulteriore menzogna è che questi affaristi “diano lavoro”, mentre, nella realtà, comprano quelle prestazioni, manuali e di competenza, senza delle quali non potrebbero ricavare profitti, attratti dalla speranza di accumularne così tanti da potersi acquistare ogni confort e strumento di piacere, mentre i “venditori di lavoro” restano puntualmente poveri.
Da tempo si parla infatti di “mercato del lavoro” laddove lavoro sta per “possibilità di sopravvivenza”.
Il fallimento della giustizia come effetto di un “affarismo predatorio”, spacciato per economia, ci riporta alla famiglia, in cui dei figli hanno tutto e più di tutto mentre altri vengono abbandonati al proprio destino.
Per rendere credibile siffatta pretesa scienza economica, fatta di balle, barzellette e menzogne, i vincitori l’hanno assimilata ad una specie di “meteorologia sociale” per trasferire la responsabilità delle ingiustizie criminali dagli uomini ad entità indefinibili. Così, si dice (balla) che i prezzi dipendano dalla “legge della domanda e dell’offerta”, legge che non esiste in presenza della pressione dei consumi (pubblicità consumistica) che determina la domanda.
Altra menzogna (ma l’abbiamo già tenuta per scontata) è che lo Stato non debba essere come un buon padre di famiglia, ma piuttosto un arbitro di lotte impari fra predatori e prede.
L’intervento statale lo chiamano, spregiativamente, assistenzialismo e lo considerano contrario dell’economia, per non dire predonomia, i cui motori sono la sfida e la competitività, attributi per l’appunto derivati dall’agonismo della giungla!
Menzogna capitale è che lo Stato non possa coniare moneta, cioè avere la sovranità monetaria ma che debba rivolgersi ai “mercanti di moneta” (v. Bankitalia e, oggi, anche BCE: Banca Centrale Europea ), titolari del relativo “signoraggio”. Ne seguono una serie di barzellette come quella del debito pubblico, che pesa perfino su ogni neonato (sic!) e dell’insufficienza o mancanza di fondi per il necessario sociale. Per es., per costruire un ospedale!
Menzogna è che la crescita di un paese dipenda dal PIL (prodotto interno loro). PIL è il manto di auto che deturpa le nostre città alla stessa stregua della gomma da masticare se di produzione nazionale!
Menzogna è che la ricchezza di un paese sia il volume degli affari dei suoi “predatori legali”.
Barzelletta è che un’azienda somigli ad una trottola, che si ferma se rallenta la sua velocità (donde licenziamenti e crisi varie).
Menzogna è che la disoccupazione involontaria non sia un crimine di Stato.
Barzelletta è che il debito pubblico venga coperto con il fisco, diretto e indiretto.
Barzellette sono le trattenute alla fonte come i conteggi millesimali per dare una parvenza di
giustizia.
Menzogna astronomica è la lotta alla criminalità, prodotta dalla stessa predonomia!
L’antimafia sa proprio di barzelletta funerea e la rieducazione carceraria di balla per piccini.
Unica verità è che tali balle, barzellette e menzogne, di cui sono piene migliaia di migliaia di pagine nelle quali si pretende di spiegare, sempre in termini di alchimia meteorologica, anche l’inflazione, la crescita dei prezzi, la depressione, il collasso ed altre amenità, e che echeggiano nelle aule delle università – sono indispensabili al gioco a chi preda di più, tenuto in auge da chi sta dalla parte dei vincitori e da chi ignora la propria ignoranza.
Carmelo R. Viola