Mazara del Vallo – Distillerie Bertolino
L’Altra Sicilia, associazione di diritto internazionale a tutela della Sicilia e dei Siciliani “al di qua ed al di là del Faro”, denuncia all’opinione pubblica siciliana, tanto più nel silenzio dell’informazione ufficiale, i gravissimi fatti occorsi nella città di Mazara del Vallo in occasione delle proteste contro l’insediamento delle distillerie Bertolino.
I TG ufficiali si sono limitati a dire che il trasferimento
del “Satiro danzante” a Tokio è stato ritardato per una protesta per “motivi
locali”; quelli “siciliani” hanno sì aggiunto il motivo di queste proteste,
dato qualche fugace immagine, ma per il resto hanno rapidamente occultato la
notizia, da “servi” dell’informazione continentale quali sono sempre stati.
I fatti sono i seguenti: la polizia ha sgomberato con la forza, colpendo indiscriminatamente
persino soggetti invalidi, la folla che democraticamente si opponeva al trasferimento
in tour del Satiro danzante di Mazara del Vallo come unico strumento di lotta
contro l’insediamento delle distillerie Bertolino, la cui presenza nel territorio
è considerata a buon diritto devastante per gli equilibri ambientali e per la
salute della popolazione.
Nel silenzio delle istituzioni e nella latitanza della Regione,
competente per materia vogliamo ricordare, non restava altro strumento che una
protesta clamorosa contro il Governo Italiano. Il Governo Italiano risponde
con la repressione dura e la copertura del fatto da parte dei media. Già L’Altra
Sicilia aveva seguito il “caso” anni addietro con denunce (contro il sindaco
di Campobello di Mazara) che avevano bloccato il corso di questo insediamento.
Già l’osservatorio ambientale di Mazara ha inoltrato una denuncia alla Commissione
Europea che è stata accolta e che è in corso di valutazione per violazione della
normativa comunitaria in materia ambientale. Ma, evidentemente, dove “si puote
ciò che si vuole”, le decisioni sono state prese, sopra la testa del Popolo
Siciliano, e di Mazara in specie, come sempre… Per il Governo Italiano è stata
solo una banale questione di ordine pubblico: il “Satiro” serve come simbolo
dell’arte italiana del mondo e così sia…
Gli scocciatori si facciano da parte… Anche su questa vicenda
ci sarebbe da ridire. L’Italia si serve di un patrimonio culturale unico quale
quello siciliano (circa un quarto dei beni culturali del Paese) per accreditare
l’immagine dell’Italia terra d’arte e di cultura del mondo, poi devasta l’immagine
della Sicilia dipingendola come terra di mafia e altra da sé. Dobbiamo pretendere
che, semmai è opportuno che i beni culturali siciliani vadano in giro per il
mondo con i rischi che ciò comporta, sia espressamente comunicato al mondo che
questa è innanzi tutto “arte siciliana” e solo dopo, semmai, anche “italiana”.
La nostra identità è troppo forte perché venga diluita nel calderone del grande
paese. E poi c’è una competenza esclusiva del nostro assessore ai Beni culturali
(che in materia è come se fosse un Ministro) e noi dobbiamo sorbirci in TV un
ministro che, oltre lo Stretto, non ha diritto di intervenire (Urbani), almeno
con la Costituzione alla mano.
Ma torniamo alla vicenda principale. Non entriamo più di tanto
nel merito della “nocività” di questo insediamento industriale. E’ ormai attestata
e si dovrebbe semplicemente archiviare. La Sicilia ha un equilibrio ambientale
fragile e per certi versi già compromesso. Il nostro sviluppo economico deve
perciò essere leggero ed eco-sostenibile. Oltretutto solo puntando sulla cultura
e sulle produzioni di qualità potremo ritagliarci un ruolo (e quindi un futuro)
nella competizione globale. Per contro vendere il territorio (l’unica risorsa
che ci resta dopo aver regalato quelle naturali e fatto emigrare le migliori
di quelle umane) è una scelta disperata che non creerà sviluppo ma ci farà diventare
soltanto la “pattumiera d’Europa”. L’ultima svendita prima di morire definitivamente.
Ma, come al solito quando si parla di Sicilia, qui è un gioco
una questione di principio forse ancora più importante: la mancata presa di
responsabilità da parte della nostra Regione (nei fatti uno “Stato regionale”)
riguardo alla sue competenze. La Sicilia ha competenza esclusiva sull’indutria:
non si giri la Regione dall’altro lato fingendo di essere un ente locale qualunque,
attui la propria politica industriale assumendosene le responsabilità. Si deve
installare la distilleria? Lo dica a voce alta, ci spieghi perché e ne sopporti
le conseguenze sociali e politiche. Non si deve installare? Chiuda con proprio
atto per sempre questa squallida vicenda. Se pensiamo che, sulla carta, la Regione
è competente sia in materia di beni culturali, sia in materia di industria,
sia in materia di tutela dell’ordine pubblico (il Presidente della Regione dovrebbe
essere, in Sicilia, il capo della Polizia di Stato e nominare lui Prefetti e
Questori), abbiamo tutti gli ingredienti per risolvere del tutto “in casa” e
in fretta la questione. Come al solito, però, si preferisce invocare autorità
lontane per non decidere, lasciando così incancrenire ogni cosa. Ma questa classe
politica dovrà prima o poi rispondere agli elettori di quello che fa e, soprattutto,
di quello che non fa…
Riceviamo troppe lettere di Siciliani sfiduciati che ci dicono:
sì l’Autonomia sarebbe bella, ma poi ci sono questi politici… E chi ci ha
condannato a questi politici? Noi! Soltanto noi! Cominciamo dunque dal basso,
con una mobilitazione popolare per una battaglia concreta contro la distilleria
dei veleni e per la qualità della vita in Sicilia. Informiamo l’opinione pubblica
vincendo la barriera del silenzio cui ci condanna la disinformazione italiana
e incalziamo i politici in modo che, col loro fiuto elettorale, capiscano che
i Siciliani oggi vogliono più diritti di cittadinanza e meno favori personali…
Proviamoci almeno prima di lamentarci sterilmente. In questo L’Altra Sicilia,associazione
di diritto internazionale a tutela della Sicilia e dei Siciliani “al di qua
ed al di là del Faro”, starà al fianco dei Mazaresi e darà il massimo di informazione
possibile sugli eventi che seguiranno nei prossimi giorni.
“L’ALTRA SICILIA” – Al servizio della Sicilia e dei Siciliani