La contraddizione dell’Europa
Ormai che l’Europa è misura di tutto, ad ogni osservatore più attento non può sfuggire il livellamento verso il basso delle scelte operate e la mancanza di un progetto comune, non solo nell’attuazione di politiche unitarie, ma nell’identificazione di scelte opportune.
L’Europa è avvertita oggi con fastidio dal cittadino, lontana e impegnata in discussioni che rimangono nella inutile sfera di una “palestra” verbale, e per di più limitata, se si pensa che ogni gruppo politico per assegnare il tempo di parola, deve limitare ai 2 minuti di tempo massimo ogni intervento, per soddisfare le richieste delle varie delegazioni e non accendere focolai di insoddisfazione già nel suo interno.
Paradossalmente sono i gruppi minori, proprio perché costretti ad esprimere un solo oratore, alla fine quelli che riescono ad esprimere una posizione unitaria e non contraddittoria nella serie infinita degli interventi in Aula, che non servono proprio a niente.
Ogni mese, con una puntualità stabilita già l’anno precedente con una discussione tra i gruppi che appare una discussione semplice, senza contrasti – ma che poi necessita dell’intervento del Presidente del Parlamento europeo (oggi lo statista Schultz..) per definire se in tale mese si dovrà iniziare il lunedì 4 o quello successivo – questa Assemblea che ogni cinque anni gli europei sono chiamati a rinnovare per eleggere i rappresentanti del proprio Paese, si sposta armi e bagagli verso Strasburgo, capitale dell’Alsazia con un dispendio di fondi calcolato in centinaia di milioni di euro, e questo mentre il Consiglio riduce pensioni e modifica pesantemente gli organigrammi funzionali.
A Bruxelles per tutto il mese, con la pausa delle missioni interne ai gruppi o alla definizione delle relazioni da presentare in Aula, ad ogni vigilia di Plenaria, si scatena, da parte delle “maestranze”, una vera e propria lotta per essere inseriti nell’organigramma di Strasburgo, decisione che porta qualche soldino in più, che non fa male (oltre 1000 euro per un’attività lavorativa che inizia alle 17.30 del lunedì e si conclude alle ore 13 del giovedì successivo con fuga precipitosa sulle auto di servizio, ove disponibili, o sul treno gentilmente e a prezzo stracciato messo a disposizione dalle ferrovie francesi e belga.
Nel frammezzo ci sono cene e pranzi offerti – pantagrueliche le abbuffate di asparagi offerte dal municipio di Strasburgo ai poveri rappresentanti del PE – attività umane nell’uranio dell’Europa inarrivabile.
Però resta un quadro deleterio quello che ci offre l’Europa, dietro le quinte, ma ancora pi’ tragico quello che traspare dall’attualità cosiddetta politica.
Per fortuna noi italiani siamo favoriti da una pattuglia di europarlamentari, sono 79, che difendono l’Italia in ogni occasione, suscitando anche l’ammirazione dei 4 deputati lussemburghesi presenti nell’Assemblea, o dei 5 ciprioti o maltesi ! Eurodeputati che nessuno in Italia conosce, che non si sa cosa facciano, tranne che guadagnare un lauto stipendio a cui si aggiungono indennità varie, facilitazioni di viaggio, spese di diaria giornaliere, fondi per segretarie e assistenti , guarentigie che “obbligano” praticamente chi assapora queste delizie di Europa a fare carte false pur di ritornarci.
Da considerare anche che l’impegno si esplica per 5 anni, al sicuro da crisi di governo (che non esiste) o da antipatie di partito, e che consente di accumulare un discreto saldo pensionistico. Ora non vogliamo sparare sul morto, ma vorremmo capire cosa ci fanno in europa De Mita o Mastella, Angelilli o Bonsignore, Salvini o Borghezio, ma pure Fidanza, La Via, Bonsignore, Sonia Alfano, Serracchiani, Sassoli, Comi o Renzulli, e in che modo abbiano mai salvaguardato gli interessi nazionali…
Però, dicevamo, l’Europa nel suo insieme appare distante e solo serbatoio di lobbies e interessi particolari, sempre sulle spalle del cittadino.
Quest’anno poi assisteremo ad un altro allargamento, e sono 28 proprio con la Croazia, a cui non abbiamo chiesto nemmeno riparazione ai danni di guerra e agli espropri subiti violentemente dalla comunità italiana, a proposito della vigilanza dei nostri rappresentanti, mentre si delineano le candidature di Albania, Serbia con la Turchia sempre in attesa, per riempire il calderone informale della babele europea, dello Stato federale che ha ucciso la sovranità degli Stati nazione.
Una grande Europa politica? ma no! Solo una più vasta area di libero scambio dove già circolano liberamente merci, capitali e persone, ma anche emigrati clandestini, droga, merci contraffatte, criminalità in genere, non ultima quella bancaria, sempre sotto la vigilanza dei nostri rappresentanti, e questo nel momento in cui si sogna l’Europa politica e Paesi recentemente ammessi, come la Bulgaria, dimostrano la loro passione per l’Unione europea votando solo al 37% degli aventi diritto, in occasione delle ultime europee.
Povera Europa, oggi che può vantare i nostri nominati istituzionali alle politiche estere e a quelle comunitarie nella persona di Emma Bonino – 02% di suffragi erosi dalle marce della fame di Giacinto Pannella detto Marco e dalle pratiche abortiste documentate da Youtube, il tutto sotto l’egida protettiva del Mahatma Gandhi, pacifista e diverso, ma non è un’offesa.. – .e Moavero Milanesi, suo degno capogabinetto ai tempi dello scandalo Echo, il settore cooperazione di cui era commissaria responsabile proprio la Emma nazionale, oggi riconfermato per chissà quali meriti (familiari? fondazione della Bocconi?) ministro per gli affari europei…
Poveri Stati nazione se si fanno bacchettare dai funzionari della commissione, sempre in perenne deficit di democrazia, perché burocrati e non politici nominati dal voto dei cittadini, quindi mai eletti, inabilitati a prendere decisioni che possano obbligare gli Stati (e più i cittadini) a subire determinate pratiche che tendono tutte alla cancellazione delle sovranità nazionali per creare, nelle logiche di Koudenove Kalergi, Spinelli o Schuman un super stato, si’, ma delle banche e delle lobbies multinazionali.
Poveri Stati che adesso dovranno inviare ogni anno i propri ministri economici a Bruxelles con i bilanci nazionali per chiedere il benestare agli altri Stati e poter quindi permettere le attività economiche programmate, non più dai vari ministeri, nazionali, ma ormai dalla Commissione esecutiva.
E in questa logica l’ultima decisione eclatante dell’Europa dei cittadini: cancellare l’embargo sulla vendita di armi ai terroristi siriani e confermare le sanzioni economiche contro il “pessimo” Ashar al Assad, reo di opporsi alle infiltrazioni pilotate dall’occidente – mercenari francesi, inglesi, belga e statunitensi aiutano le violazioni alla frontiera con il Libano delle forze taquardite_quaediste.
Infatti il Consiglio europeo ha deciso di vietare tutte le vendite di armi, ma in verità le ha cancellate per lasciarle alle decisioni di ogni singolo Paese, con somma gioia dei massimi fornitori di armi continentali come italiani, britannici e francesi, questi ultimi maggiori fornitori di gas nervini, ma capaci di denunziarne ipocritamente il preoccupante uso, oggi intensificato.
Un Consiglio di guerra dell’Unione, alla fine, quello tenuto dai governi europei a Bruxelles, al solo scopo di punire Assad, ai loro occhi reo di opporsi – come in un recente articolo ha ben dimostrato il prof. Mario Di Mauro di Terra e Liberazione -, alle infiltrazioni quadeiste e taquardite che si stanno rivolgendo pesantemente oggi anche contro il Libano, perché protegge la sua propria frontiera e aiuta con gli hezbollah, il ” pessimo”regime siriano.
L’Inghilterra, sollecitata dall’alleato storico USA, vuole abbattere il regime siriano e consegnarlo alla fine, come avvenuto in Libia, in Tunisia, Algeria ed Egitto, all’integralismo islamico e l’Europa con la complicità anche dell’ Itaglietta della Bonino, si schiera con gli statunitensi e minaccia ritorsioni, come auspicato dal ministro degli esteri inglese Hague, dimostrando di non capire niente della realtà politica nordafricana…
Povera Europa, Europa dei paradossi e delle contraddizioni… E dire che qualche mese fa era stata insignita del Nobel per la Pace…Ma in che epoca viviamo?
L’Europa patria delle industrie militari, primo fabbricante mondiale di armi, la stessa Europa che bombarda Sarajevo con gli aerei Nato, poi Tripoli con quelli francesi e italiani, che vende armi e malaffare, viene insignita del premio Nobel per la Pace, una volta riconosciuto come suggello all’impegno forte e incondizionato in ogni ramo dell’attività umana da personaggi di grande spessore morale.
Ma quello di oggi è un Nobel ormai inflazionato e senza alcun valore, se si è stati capaci di assegnarlo persino ad un terrorista riconosciuto come Arafat, accomunato all’Unione Europea oggi anche da questo premio senza senso.
Ufficio stampa
L’Altra Sicilia – Antudo
Movimento politico dei Siciliani “al di qua e al di là del Faro”