Un esame del voto all’estero
Proliferano le disamine del voto delle comunità all’estero, un voto che abbiamo contestato perché, secondo noi, ha dimostrato ampiamente i suoi limiti sia nella rappresentanza finale che si vuole dare alle comunità emigrate sia nelle estrinsecazioni di voto, quelle buste inviate per posta semplice senza sicurezza della ricezione da parte del destinatario, che poi si aprono ad ogni possibile manipolazione. Abbiamo contestato quella legge perché in pratica ha legalizzato una classificazione della popolazione del Bel Paese in due categorie distinte, i cittadini di serie A che godono naturalmente del diritto di voto e i cittadini emigrati, proprio dalla legge che avrebbe dovuto premiarli declassati a cittadini di categoria B, che necessitano proprio di essere tutelati da una legge ad hoc.
Sul Corriere europeo di Lussemburgo abbiamo letto una nota a firma dell’attuale coordinatore del CTIM/Franconia sul voto all’estero e ci corre l’obbligo di alcune precisazioni proprio perché l’informazione possa essere il più possibile completa.
Innanzitutto il signor Albanese, l’autore dell’articolo, persona che stimo, sa bene di parlare a nome di un comitato – quello per gli italiani all’estero, il CTIM che è stato presente per diverso tempo e con militanza e dedizione nelle tematiche delle comunità emigrate – ma che oggi è scomparso.
Sappiamo bene come il comitato CTIM, legato a doppio mandato prima con il MSI-DN, poi con AN ed infine smarritosi nella commistione del PdL a cui l’aveva costretta l’arroganza del suo ex presidente ed ora, finalmente, ex deputato Fini, sia sbollito come neve al sole. In effetti, la scomparsa di Tremaglia, e più ancora quella precedente di Bruno Zoratto, avevano ridotto l’importanza dei CTIM e risvegliato l’interesse dei soliti noti che di emigrazione hanno vissuto e vivono, e specialmente del patronato Enas, attirato da un soggetto rimasto acefalo e appetibile forse solo per i finanziamenti cui era ammesso.
Il signor Albanese, già candidato per la lista Tremaglia nel 2006 e nel 2008, non so ieri né mi interessa, conosce molto bene le potenzialità di voto attribuibili al CTIM e non può, come noi, non meravigliarsi dei quozienti registrati oggi dal voto all’estero che ha consegnato alle Camere, in controtendenza rispetto alla storia dei CTIM, candidati che bene o male si potevano riferire agli ex CTIM, ora anche premiati dal voto dei connazionali, con cifre a cinque zeri .
Il signor Albanese non può poi celebrare come vittoria delle comunità emigrate, in particolare il risultato raggiunto dalla lista civica di Monti, per definizione la più lontana dalle aspettative di rappresentanza delle comunità emigrate e la meno adatta a rappresentarli rispetto ai loro bisogni. Infatti i connazionali emigrati vivono sulla loro pelle IMU, decurtazione di stipendi, innalzamento del soglio pensionistico, disoccupazione e povertà, e la lista civica di Monti, nel sentire della gente, proprio con queste caratteristiche si è presentata al giudizio degli elettori, subendo in Italia un grave ridimensionamento.
Ma non nella circoscrizione Esteri dove, il signor Albanese conosce bene il mondo dell’emigrazione e, si sarà stupito, come noi, dei quozienti elettorali totalizzati all’estero dalla lista Civica di Monti, che ha eletto e pure sfiorato in molte zone circoscrizionali d’Europa, l’elezione, come a Parigi o a Londra, di candidati che invece, nel corso della loro precedente attività elettorale avevano raggiunto solo poche centinaia di voti.
Ora, che i connazionali all’estero abbiano premiato proprio una lista, quella di Monti, secondo noi la meno reputata all’estero – ma questo è stato – ci ha stupito; come ci hanno stupito le notizie dei brogli elettorali, more solito, che hanno investito i patronati, accusati di una raccolta capillare di buste e della relativa distribuzione delle preferenze. Ma queste, secondo noi sono congetture, notizie di stampa, “malelingue” che verranno facilmente confutate.
Noi speriamo soltanto che le comunità all’estero, come assicura il coordinatore Albanese, abbiano potuto esprimere il loro voto con coscienza e convinzione e che le loro aspettative possano essere finalmente soddisfatte. Ma permetteteci di dubitarne.
eugenio preta