La democrazia partecipata
La campagna elettorale batte la sua chamade (suono del tamburo che annuncia la sconfitta…) e ci consegna con spettacoli continuati a tutte le ore e con articoli stampa interscambiabili, spesso preconfezionati, tanto che se cambi il nome, potresti attribuirli a chiunque, indecorosi e arroganti politici oggi candidati, molti dei quali della politica ormai ne hanno fatto una loro rendita professionale fissa da oltre 30 anni.
Mi riferisco perciò a vecchie “sole” come Fini, Casini, Bersani, Berlusconi, subdoli e illusionisti, che giurano sul nuovo che sta arrivando, sul rinnovamento della classe politica, sempre possibile… grazie a loro.
Ma se lo spettacolo degli attori succitati non ci appassiona e non brilla più per desunzione ormai di questi “storici” personaggi della repubblica nata dall’imbroglio, sono gli applausi degli imbecilli di turno, spettatori alla ricerca della telecamera con il loro lato più telegenico… (ciao mamma, sono in tele…) che la dicono lunga sull’intelligenza del cittadino medio, ancora una volta vittima della sindrome del cortigiano e del fesso.
Alla fine, ci fa pena pensare che questi stessi spettatori beati e utili idioti, saranno proprio quelli che pagheranno in prima persona, come cittadini, il discorso sfrontato sempre dello stesso politico in spe.
Se avete tempo, date una scorsa alle liste dei candidati alle prossime elezioni presentati dai partiti vecchi e nuovi nelle varie circoscrizioni.
Un dato salta agli occhi: i capo- rais, vecchi o nuovi, sono sempre là. E se credevate di esservi sbarazzati di alcuni di loro, mettetevi l’animo in pace, sono sempre gli stessi e li ritroverete allo stesso posto, e sempre meglio, nelle prossime Camere di questa repubblica.
Come? Grazie al listino bloccato, una legge che nessuno ha voluto cambiare e, come da prassi consolidata e per un passa parola ormai condiviso, li ritrovate alternativamente – tutti i capoccioni e i loro portaborse più infrequentabili e più intimi – una volta capolista alla Camera, e al colmo del ribaltismo possibilista, una volta al Senato ma ancor più vergognosamente candidati nelle circoscrizioni più disparate, da nord a sud, quasi che il voto da ottenere non li abilitasse a rappresentare dovutamente le esigenze di quel dato luogo geografico e della sua gente, con i suoi bisogni e le sue aspettative, ma fosse un optional, qualcosa che poi non è che conti molto.
Purtroppo, anche se poi di voti non ne totalizzeranno molti, questi restano in posizione eleggibile, alla faccia degli utili idioti che poi presenteranno orgogliosamente agli amici il foglietto con il loro nome accanto a quello del loro mentore.
Anzi, facendo due calcoli su resti, percentuali riporti e altro, questo furbacchioni sono già praticamente eletti.
Mettetevi dunque il cuore in pace. Che sia nella circoscrizione Lazio 1 o 2, Lombardia 1, 2 o 3, Marche, Toscana, Umbria, Molise, Campania 1 o 2, Sicilia Occ. o Orientale, e le altre che non elenco, i vari membri della Casta, personaggi ricorrenti nella storia di questa sedicente democrazia parlamentare, molti protagonisti di storie personali non proprio edificanti, ritorneranno a gestire la cosa pubblica a nome e per conto vostri.
Così gente che i voti li addizionerà furbescamente dovunque, dalle Alpi allo Stretto di Messina, personaggi come Fini, Casini, Bocchino, Berlusconi, Monti, Cesa, Buttiglione, Rosy Bindi ma anche Storace, Meloni, Crosetto, La Russa, Ingroia, Bersani, e chi più se ne ricorda.. li metta pure, anche le seconde linee, – personaggi che dovrebbero scomparire e tanti essere assegnati persino alle patrie galere se fosse per quell’immunità parlamentare che vanno cercando – ignorati dal voto della gente perbene che si dice stufa, ma messi in posizione favorevole di lista, cosi’ come prevede questo marchingegno elettorale, ritorneranno nelle patrie… aule parlamentari.
A questo punto, insieme ai loro sodali, saranno ancora più arroganti, per altri 5 anni infiniti, forti del suffragio ottenuto dagli stessi che applaudono o si disperano e grazie a quel porcellum che li restituirà alle Camere e, molti, alle cariche istituzionali che ormai considerano assegnate loro per usucapione.
Il guaio è che, a parole, tutti sanno che l’attuale Casta dei politici che ci ha ridotto al lastrico per incapacità e vuota arroganza, dovrebbe essere azzerata, mandata a casa a lavorare finalmente, e che le istituzioni e le cariche elettive dovrebbero essere seriamente rinnovate, in primis nella loro durata e nella loro compensazione finanziaria che definire iniqua è superfluo, poi nella acquisizione consapevole e meditata della necessità di una nuova etica politica che deve considerare la carica elettiva di rappresentanza come una missione civile, un servizio che si rende volontariamente e senza attrattiva di arricchimento personale, alla comunità e al Paese, altro che candidatura in tutte le circoscrizioni e ad ogni ramo delle Camere….
Tutti, questo dicono di saperlo, ma alla fine niente fanno per renderlo possibile. Se questa è democrazia partecipata…
Eugenio Preta