Ecco perché in Sicilia imperano i cravattari…povera terra mia…
Sono stato un docente distaccato per alcuni anni all’estero, dove, per l’accredito dello stipendio, ho aperto dei conti correnti. In quiescenza da settembre sono in attesa della “famosa” buona uscita.
Bene, rientrando in Sicilia ho deciso di ristruttura il mio appartamento, lavori non titanici ma di qualche migliaio di euro…mi sono accorto di avere di bisogno di un extrafido per tre mesi al fine di poter pagare chi mi faceva i lavori.
Nulla di eccezionale, pensavo che 5000 euro (cinquemila, non cinquantamila) di extrafido la mia banca siciliana (?), dove ho avuto lo stipendio accreditato per 30 anni, non avrebbe avuto la minima difficoltà a concedermelo: mai avuto problemi, mai protestato, sempre puntuale nei pagamenti di altri prestiti, ora anche la pensione accreditata, la garanzia che la buona uscita sarebbe sempre stata accreditata sullo stesso conto, dopo 40 anni di contributi, pensavo, fosse una garanzia più che sufficiente.
Nulla di tutto questo, premetto che la cortesia e la gentilezza di preposto e impiegati è stata lodevole, ma definire il risultato indecente è persino riduttivo. In pratica il rischio di non rientro sarebbe stato pari allo zero in quanto, anche in caso di mio decesso la buona uscita verrebbe accreditata sul conto…nulla! ci vogliono ulteriori garanzie, porto l’atto della casa di mia proprietà (sempre per i 5000 – cinquelmila non cinquantamila – euro), la dichiarazione della scuola firmata da preside e direttore amministrativo che ho diritto al trattamento di fine rapporto, carte su carte che sono stato in servizio, sono in pensione (nonostante abbiano avuto ed abbiano stipendio e pensione accreditati ormai da oltre tren’anni…), decreti, fascette di stipendio, dichiarazione dei redditi… dopo due settimane mi chiedono anche la fidejussione di mia moglie, passa praticamente oltre un mese e l’istituto di credito (si fa per dire, ndr) non riesce a dare una risposta, stanno ancora studiando la pratica!
Non sono certo il tipo da perdersi d’animo e faccio appello agli istituti di credito all’estero dove ho “in essere” il conto corrente, nonostante non faccia da anni quasi alcuna operazione, ma mi conoscono e riconoscono la mia serietà e correttezza, nonostante sappiano che sono da oltre un decennio residente in Italia, bene in Belgio l’ING, in Francia la UBI-BRE banca, persino in Egitto la Barclays mi concedono il fido (praticamente 5000 x 3) con il semplice invio di una mail in cui dichiaro sull’onore di rientrare nei tempi che decido io. Attenzione, una semplice mail, neanche un fax o una dichiarazione firmata, una semplice mail e mi ritrovo la disponibilità sul c/c e ne posso fare l’uso che voglio. Ora capisco perchè, in Sicilia, si fa ricorso agli usurai, ai cravattari, perchè la gente non investe, va via, scappa, non compra, non rischia, non ha fiducia in niente e nessuno.
E la cosa più grave, purtroppo, è la mancanza di un barlume di speranza…se manca la fiducia in chi è serio e per bene, e mette a garanzia persino la sua abitazione mi immagino un giovane che voglia intraprendere una attività artigianale, industriale, agricola, commerciale, a questo punto meglio la Libia o il Marocco o l’Egitto, c’è ancora il baratto, portandosi dietro qualche asino o carretto si puo’ tentare di ottenere di più che una banca siciliana (?).
Felice Belfiore