Afghanistan: il rientro impossibile
Si parla sempre più spesso di ritiro delle truppe Nato dall’Afghanistan, ma la cosa è molto meno semplice di quel che possa sembrare.
Da circa sei mesi infatti le truppe occidentali sono letteralmente prigioniere all’interno di quella nazione, e non hanno la possibilità fisica di uscirne, anche se lo volessero.
E’ dal novembre scorso che i pakistani hanno definitivamente chiuso i transiti delle loro frontiere con l’Afghanistan, tagliando così tutte le linee di rifornimento per le truppe d’invasione. Bene o male queste truppe possono anche sopravvivere all’interno dell’Afghanistan, ma nel momento in cui dovessero venir via non avrebbero la possibilità di farlo.
E siccome l’inizio del ritiro delle truppe Nato è previsto per la metà dell’anno prossimo, il nervosismo agli alti livelli della NATO comincia a farsi sentire. Nel recente summit di Chicago il gelo fra Obama e Zardari era evidente.
Ufficialmente, i pakistani hanno chiuso la frontiera per protestare contro l’uccisione di 24 civili da parte di un drone americano avvenuta nel novembre scorso. Per riaprirle richiedono prima di tutto le scuse ufficiali da parte degli Stati Uniti – che ovviamente non verranno mai – e poi chiedono di alzare il prezzo per il transito di ciascun TIR da 250 dollari a $ 5.000 l’uno.
Già 250 dollari per ogni TIR – che paghiamo tutti noi “cittadini” della NATO, non dimentichiamolo – sono una follia, ma è chiaro che la richiesta impossibile dei pakistani è soltanto una scusa per ricattare gli americani, nel tentativo di poter dire la loro al momento di stabilire i futuri equilibri nell’Afghanistan “liberato”.
Il Pakistan infatti è ufficialmente alleato con gli Stati Uniti, ma in realtà appoggia i militanti del gruppo Haqqani, che combatte ferocemente gli americani, ed è alleato dei Talebani nella lotta per la spartizione del potere con Karzai.
Da una parte quindi abbiamo oltre 100.000 soldati della Nato intrappolati in una nazione dove nessuno più li vuole, mentre dall’altra abbiamo una situazione politica impossibile da riequilibrare senza fare dispiacere ad almeno una delle parti.
Mission accomplished.
Per quel che riguarda il ritiro delle truppe, finalmente sembra che sia stato raggiunto un accordo con Kazakhstan, Uzbekistan and Kyrgyzstan, ma c’è solo da immaginarsi che cosa avranno chiesto in cambio queste nazioni pur di concedere il transito alla NATO.
La cosa divertente è che furono proprio i russi ad avvisare gli americani, 10 anni fa, quando invasero l’Afghanistan: “Diventerà il vostro secondo Vietnam – gli dissero – e ci rimarrete impantanati per almeno 10 anni.”
Quello che si erano dimenticati di dirgli è che avrebbero pure dovuto mettersi in ginocchio davanti a loro per riuscire a tornare e casa.
Massimo Mazzucco – 5 giugno 2012 (luogocomune.net)