Assessorato alla Diaspora e all’identità siciliana
La scelta di Tommaso Dragotto di proporre Francesco Paolo Catania, quindi L’Altra Sicilia in modo esplicito, alla gestione delle tematiche legate al quotidiano dei concittadini che sono dovuti partire, per scelta o per necessità, dal posto in cui sono nati e dove conservano gli affetti più cari, rappresenta ,dal punto di vista politico, una proposta unica e rivoluzionaria e, dal punto di vista morale e civile, la consacrazione finalmente quali cittadini a parte intera di quei “fantasmi” le cui tracce altrimenti si perderebbero “al di la del faro”.
Non vogliamo fare la solita manfrina con le cause e le conseguenze della Diaspora di intere famiglie, ma i numeri parlano sempre chiaro e preoccupantemente collocano i siciliani sempre al 1° posto tra gli espatri delle varie comunità nazionali, il 17% della popolazione nazionale con oltre 650mila emigrati, persone disperse per il mondo, ma specialmente in Germania, Belgio, Francia e Svizzera.
Un quinto di queste “assenze” è costituito dai palermitani (oltre 100mila persone) uniti agli altri emigrati nel disamoramento e nello sconcerto di essere abbandonati e rimasti in balia degli eventi senza alcun supporto da parte delle autorità nazionali che pur si ricordano di loro solo nel momento delle gite sovvenzionate dalla Regione e nel momento del confronto elettorale: un capitale di voti (senza pretese e con la facile chiave della nostalgia, pensano loro…) che fa gola a tutti i partiti .
E’ pure vero che esiste una legge per il voto all’estero, la garanzia di elettorato attivo e passivo delle comunità emigrate, ma è anche vero che è una legge mal concepita, approssimativa, mal organizzata nelle estrinsecazioni del voto tanto da aver evidenziato, per due volte consecutive, (il tempo della sua esistenza) brogli e intrallazzi vari, il più clamoroso dei quali ha portato in galera un mascalzone divenuto Senatore, esponente di un giro di mascalzoni che ancora si prendono gioco delle comunità emigrate con eletti all’estero, giornali di parte e faccendieri vari, sempre gli stessi, recidivi e pronti a tornare in giro per il mondo a carpire la malafede e i voti degli italiani all’estero.
Però L’Altra Sicilia ha constatato la crescita della coscienza civile e intellettuale degli italiani all’estero ed è convinta che essi sapranno smascherare questi soliti mascalzoni, quando si mostreranno: Presto.
Oggi a Palermo potrebbe compiersi un fatto politico di valenza eccezionale, innanzitutto cancellando il potere dei partiti continentali che della Sicilia non se ne sono mai occupati, non votandoli e mandandoli al macero, quindi con la possibilità di consacrare l’attenzione delle rinnovate autorità regionali alle comunità emigrate nel mondo, questa volta non a parole ma con l’istituzione di una vera e propria centrale operativa, l’Assessore alla Diaspora che ha il termometro aggiornato sulle esigenze dei concittadini che vivono fuori della Sicilia e a queste aspettative identificate può dare forma e risalto.
Sul piano pedagogico poi questo stesso Assessorato farà opera didascalica innanzitutto e poi rivendicativa sull’attuazione finora negata dell’identità siciliana ma sopratutto quello dello Statuto di Autonomia, il mezzo a disposizione dei siciliani per spezzare quei vincoli che li fanno ideologicamente schiavi e materialmente sottosviluppati.
L’Altra Sicilia sta lavorando ad una serie di provvedimenti sui rientri, l’assistenza sanitaria, le colonie di vacanza, i mutui, il credito agevolato per le imprese, il contributo alle spese di gestione delle aziende e cooperative agricole, il rimborso alle quote dei contributi previdenziali, la lingua, la formazione scolastica e la formazione professionale e altri provvedimenti che saranno messi in opera una volta identificate le problematiche, per passare dalle chiacchiere all’azione.
Ma siamo qui contrari a stilare una serie di misure che apparirebbero soltanto un’enunciazione elettorale, quindi temporali e sospette, ma a partire da quanto detto, il palermitano che vive all’estero e, per antonomasia ogni siciliano che vive all’estero, dai provvedimenti che l’Assessorato alla Diaspora e alla valorizzazione dello Statuto del comune di Palermo riuscirà a realizzare, potrà trovare risposta alle sue esigenze e alle sue aspettative.
Intanto conduciamo la nostra campagna elettorale convinti delle nostre ragioni e fiduciosi nella voglia di cambiamento che sentiamo oggi non solo a Palermo, ma in tutto il Paese, stanco ormai dei sempre soliti faccendieri e della prova provata, vedi accuse alla Lega, al PD, al PDL, all’ IDV, a MPA, FLI eccetera, ( in pratica tutti), delle associazioni a libero ladrocinio che sono diventati i vecchi partiti della ormai andata seconda repubblica.
A Palermo quindi, con noi, L’ALTRA SICILIA con Francesco Paolo Catania nella lista Dragotto Sindaco (n° 50) per avere la possibilità di cambiare davvero.
Eugenio Preta
Segretario genarale de L’Altra Sicilia