L’APPRODO DEL SARACENO

Bruxelles, 3 Gennaio 2001

Questa pagina non è soltanto il foglio di un giornale che costruiamo con tanta passione, ma è diventato luogo dello spirito e della memoria: un sipario che si alza sulla rappresentazione di una quotidianità che ha troppo spesso il freddo contorno del reale e tutto misura in termini di
utilità, guadagno e convenienza, niente lasciando alla fantasia nè allo spirito.


Diventa percio’ sempre piu’ difficile fare astrazione dal reale e concentrarsi su cio’ che si vuole trasmettere e comunicare, senza restare invischiati appunto nella quotidianità che è noia e banalità – nelmigliore dei casi – troppo spesso volgarità e insoddisfazione.

Cerchiamo quindi di aprire il sipario della sensitività: fatalmente percio’ rivolgiamo il pensiero alla nostra terra lontana, luogo consueto della memoria e del sogno .

Isola immaginata, qui dal Nord brumoso, nello scintillio delle vetrine, nei sorrisi della gente e nei colori della festività che, se è motivo di incontro per tutti , per noi – in piu’ – ha il sapore del rito. Quello del ritorno.

Prepariamo quindi le nostre sacche per il viaggio, capienti, per poterle poi riempire delle nostre voglie insoddisfatte di mare e di affetti. In cambio portiamo l’impegno preso per la nostra Isola, per la tutela del suo buon nome, a dispetto delle tante denigrazioni che ci rimanda quotidianamente la cronaca.

In questo viaggio della mente e della memoria ci accompagnano, fedeli e fidati, quanti credono in quello che facciamo, collaboratori occasionali o di sempre, ma soprattutto i risultati che siamo riusciti ad ottenere.

In principio era il Verbo… L’Isola, poche pagine di informazione culturale.

La sua stessa distribuzione rappresenta la nostra scommessa vincente sulle numerose difficoltà che incontriamo. Certo non possiamo concederci la carta patinata che altri invece possono offrirsi ma, grazie a qualche pubblicità – gratutita o quasi – riusciamo ad offrire un giornale che costituisce un
prodotto effettivamente culturale nella fantasmagoria dei fogli editi all’estero.

Ringraziamo poi gli amici di Librizzi per averci dimostrato, occupando il sito scelto dal loro poco attento sindaco per costruire una discarica di rifiuti soldidi urbani a Colla Maffone, la forza della volontà e della giusta causa. Dopo un vero e proprio braccio di ferro con Sindaco, Prefetto
e Carabinieri, gli amici di Librizzi sono riusciti a salvaguardare la salubrità della loro ridente contrada. E la Fondazione L’Altra Sicilia era in prima fila e, della vittoria dei cittadini di librizzi, ne ha fatto la
sua soddisfazione.

Selinunte, sconvolta già dall’abusivismo imperante, doveva sopportare anche
l’offesa della scelta infausta tra la costruzione di una distilleria e
quella di un villaggio turistico, il tutto giustificato dalla necessità di
creare occupazione. La Fondazione ha immaginato quei luoghi della storia,
patrimonio della civiltà, che avrebbero dovuto da soli, con la loro semplice
esistenza, creare le occasioni ideali per impiegare i giovani. Posti di
fronte alla scelta tra due mali maggiori, abbiamo detto di no, immaginando
connivenze politiche malavitose, puntualmente confermate poi dalla cronaca
giudiziaria.

L’aeroporto di Trapani-Birgi, concesso ad una compagnia settentrionale per
penalizzare l’impegno dell’imprenditore locale ( Air Sicilia) viene sempre
poco utilizzato mentre la Sicilia è alla disperata ricerca
di porti e aeroporti da destinare al trasporto di merci e di passeggeri,
quindi visitatori e turisti.

L’Altra Sicilia anche qui è intervenuta raccomandando di
sfruttare le strutture esistenti, piu’ che i megagalattici progetti che
rimangono sempre sulla carta.

L’Altra Sicilia ha chiesto poi di aggiornare e rendere efficiente la consulta
per l’emigrazione, sconsolato Carneade che, chissà se esiste davvero…

Contro la proposta di sanatoria per tutte le costruzioni abusive, abbiamo
rivolto un pressante appello ai politicanti perchè rinsaviscano e
impediscano quella manovra, che scatenerà soltanto nuovi abusivismi
edilizi e scempi ambinetali.

Abbiamo poi presentato un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo
per salvaguardare l’esistenza stessa di un borgo suggestivo che tutti ci
invidiano e che affaristi, travestiti da ecologisti, vogliono distruggere:
Ginostra.

Ci siamo schierati con i suoi abitanti contro l’ignavia di un
governo che non riesce neanche ad assicurare a pochi cittadini, abitanti di
un borgo che anticipa letteralmente il Paradiso, la stessa sopravvivenza.

Cosi’ la Sicilia, messa alla gogna, è stata sempre difesa dalla FONDAZIONE
“L’ALTRA SICILIA” che si è impegnata per smontare gli scontati teoremi
Sicilia-Mafia che i nemici dell’Isola inventano.

E i riconoscimenti
ottenuti, specie il Premio Torre Archirafi, non possono non inorgoglirci.
Che dire poi del Pilone di Punta Faro, un pilastro abbandonato che, grazie
alla nostra iniziativa « 1000 lire per una lampadina » è come risorto a
nuova vita, ricatturando, a dispetto di pseudo-ambientalisti del cielo buio,
la sua simbologia nella strada dei ritorni consueti: quel Pilone,
illuminato grazie alla Fondazione, importante perché indica la strada di
casa, in seno al vecchio genitore, agli antichi affetti, alle smarrite cose,
è posto nel luogo di transito obbligato per chi torna in Sicilia, a
raccolta, da tutti i continenti dove un crudo destino ha posto « amaro pane
a rompere ».

Ma non vogliamo fare la semplice elencazione delle cose fatte, altrimenti
queste pagine resterebbero soltanto segni e scarabocchi, e non sarebbero i
nostri auspicati « specchi scritti ».

Chi ci segue sa delle nostre campagne e del nostro impegno, conosce la
nostra onestà intellettuale e lo spirito che ci anima: da parte nostra un
semplice GRAZIE, per la simpatia e l’interesse che ci manifestano.

A questo punto una parentesi « privata » con un semplice e doveroso
ringraziamento all’entusiasmo e alla vena instancabile di Francesco Paolo
Catania, alla perizia di Vincenzo Faraone, il mago dei programmi
comunitari, a Paolo Cacciola, sempre solerte nell’ attualizzare un sito in
continuo « divenire », ad Ivan Bertuccio, ormai diventato il paladino di
Ginostra, lo stesso che con cura certosina ha spulciato
regolamenti ed ha individuato disfunzioni richiamando lo stesso sindaco di
Lipari al rispetto degli abitanti di Ginostra. Ivan, infine, l’amico di una
vita che abbiamo ricatturato agli ideali della Sicilia e all’orgoglio di
essere siciliano. Ringraziamenti anche, ad Adriano Longo, l’operatore
turistico dalla flemma anglosassone (vive a Londra), a Mario Corrente e Tino
Ceraolo, i nostri « ganci » di Librizzi, ad Angelo Roberto per le sue
dolci sicilianità brussellesi, a Umberto Mazza per il suo innato senso
degli affari e per aver contribuito per primo alla realizzazione del
giornale, a Franco Zanghi’, per la disponibilità « televisiva» dimostrata, e
un GRAZIE infine a tutti quelli che non riesco a ricordare e me ne scuso.

Cosi’, dopo un consuntivo molto approssimato e poco ordinato delle nostre attività dell’anno che sta per fuggire nei fogli dei secoli, per concludere, un nostro « specchio scritto » a cui siamo affezionati.
Parla di una terra che il tempo e la distanza ci allontanano dagli occhi e dalla mente, ma non dal cuore e dal sentimento: « Sicilia silenziosa,
sempre ti ritrovo anche se poco mi raccontano le cime dei platani e gli
odori della spiaggia, abbandonata ormai anche dagli antichi amici.

Stanca Isola della mente… mondi scomparsi mi fingo per sopravvivere al tempo
che incalza ormai gli anni della vita mia… »

Eugenio Preta