EOLIE: UN EURO D’INGRESSO PER USUFRUIRE DEI DISSERVIZI
Turista eoliano? Allora preparati a pagare una tassa.
Bruxelles, 9 Luglio 2002
Viene chiamato “ticket d’ingresso” ma – anche se le è stato cambiato il nome dall’attuale amministrazione liparese di centro-destra – in sostanza è la stessa “eco-tassa” che venne in mente al precedente sindaco di centro-sinistra, idea poi mai attuata ma proposta nella speranza di poter sanare i bilanci dell’amministrazione comunale facendo pagare un tot ai non residenti.
Questa tassa diretta è frutto di una mentalità bizzarra ed esclusivamente fiscalista borbonica, perché concepita sull’esserci, cioè sulla rendita di posizione, a disprezzo della dinamicità del dare/avere, basata sui consumi dei visitatori e sull’inevitabile ricaduta fiscale positiva di questi consumi, oltreché dei maggiori guadagni per gli operatori commerciali e non solo.
Una tassa che praticamente porta al numero chiuso, reintroduce il tipico balzello medievale per il transito nella proprietà del signorotto. Questa tassa o ticket che sia se non specificatamente indirizzata e vincolata verso la creazione di servizi (vorre i sapere quali) potrebbe servire solo a far entrare un balzello in più in casse comunali incapaci di gestire o di triturare tutto nella propria burocrazia. Anche coloro che quotidianamente arrivano alle Eolie dalla Calabria e dalla Sicilia per ripartire in giornata, oltre a pagare un biglietto maggiorato, rispetto ai residenti, al vettore marittimo, avranno un ulteriore aggravio di spese da sostenere.
Ci vorrebbero investimenti regionali, invece, per informazioni sul buon comportamento del visitatore, e soprattutto servizi e strutture (come gabinetti pubblici e fontanelle di acqua potabile) in grado di accogliere, favorire e invogliare quella “massa” al rispetto di cui parla il sindaco di Lipari, facendola sentire amica e partecipe dei servizi dell’amministrazione.
Questa decisione, forse scaturita da un black-out filologico, porterà inevitabilmente ad una diminuzione del turismo, con un danno economico ad alcuni settori dell’economia eoliana fino alla pubblica amministrazione, che incamererà meno tasse da minori guadagni. L’attore principale di tutto questo è il consumatore finale, che, con la forza economica che ha, può essere causa di una stagione che va male o bene. Per incrementare le entrate comunali, sarebbe opportuno fare un censimento sugli affittacamere clandestini che d’estate offrono un posto letto, soprattutto a Lipari, al prezzo giornaliero di 50 euro eludendo il fisco. Que sto controllo non viene sollecitato perché si verrebbe a perdere consenso elettorale, allora meglio far pagare le “masse volgari” sudate e brulicanti di bimbi esausti perché tanto essi non votano.
E poi ancora: come ha fatto il sindaco a stabilire che d’estate transitano da cento a centocinquantamila visitatori al giorno (intervista del 5 luglio su “La Sicilia” – n.d.r.)?
– Forse i turisti di massa sono stati scambiati per le zecche o le zanzare o addirittura con le mosche bianche che infestano Filicudi d’estate ?
– Perché non sostituire invece il canone turistico con una lotteria turistica che darebbe maggiori frutti e farebbe meno danno? Chi è questa ciurma di consiglieri che coadiuvano Mariano Bruno, inducendolo a dichiarare che il Nord magnetico e il Nord bussola sono la stessa cosa?
– Non è forse vero che i “turisti per caso” pagano 25 euro per scalare lo Stromboli senza avere alcuna ricevuta fiscale, ed in assenza di un minimo di garanzia da parte di pseudo-guide?
– Non è altrettanto vero che nell’isola di Filicudi, non essendoci nessun distributore di carburante, “cinque famiglie” si dividono il monopolio incassando quasi 3 euro per un litro di benzina?
Non è accertato poi che in tutto l’arcipelago esiste una miriade di faccendieri e loschi individui che eludono qualsiasi forma di legalità fiscale e tributaria improvvisandosi appaltatori e agenti immobiliari a danno di quegli onesti che rimangano necessariamente emarginati.
Questo sommerso deve emergere per essere regolamentato in modo da rimpinguare le casse comunali. Le Eolie, a parte Panarea che è stata colonizzata dai lombardi facendone la seconda Porto Cervo del Mediterraneo, sono nate e si sono sviluppate, come turismo di massa con una ristretta élite culturale che ha amato e amerà sempre queste isole, con caratteristiche diverse l’una dall’altra.
Ivan Bertuccio –
L’Altra Sicilia –
al servizio della Sicilia e dei Siciliani