La Libia e il mondo in cui viviamo – di William Blum
“Perché ci state attaccando? Perché state uccidendo i nostri figli? Perché state distruggendo le nostre infrastrutture?”
– (30 aprile 2011) Discorso TV del leader libico Muammar Gheddafi, poche ore dopo che la NATO aveva colpito un’ obiettivo a Tripoli, uccidendo il figlio 29enne di Gheddafi, Saif al-Arab, tre nipoti del Colonnello, tutti sotto i dodici anni di età, e parecchi amici e vicini.
Nel suo discorso Gheddafi si era appellato alle nazioni della NATO per un cessate il fuoco e per avviare dei negoziati dopo sei settimane di bombardamenti e attacchi con missili cruise contro il suo paese.
Bene, vediamo se riusciamo a ricavare una qualche comprensione delle complesse turbolenze libiche.
Il Santo Triumvirato – gli Stati Uniti, la NATO e l’Unione europea – non riconoscono alcun potere superiore e credono, letteralmente, di poter fare nel mondo quello che vogliono, a chi vogliono, per tutto il tempo che vogliono, e chiamano tutto quello che vogliono “umanitario”.
Se il Santo Triumvirato decide di non voler rovesciare il governo in Siria o in Egitto o in Tunisia o in Bahrain o in Arabia Saudita o nello Yemen e in Giordania, non importa quanto crudeli, oppressivi o religiosamente intolleranti siano quei governi con il loro popolo, non importa quanto essi impoveriscano e torturino la loro gente, non importa quanti manifestanti essi uccidano nella loro Piazza della Libertà; il Triumvirato, semplicemente, non li rovescia.
Se il triumvirato decide di voler rovesciare il governo della Libia, anche se questo governo è laico e ha utilizzato la sua ricchezza petrolifera per il bene del popolo della Libia e dell’Africa, forse più di ogni governo in tutta l’Africa e il Medio Oriente, ma continua a insistere, nel corso degli anni, nello sfidare le ambizioni imperiali del Triumvirato in Africa e ad aumentare le sue richieste alle compagnie petrolifere del Triumvirato, allora il Triumvirato, semplicemente, rovescia il governo della Libia.
Se il Triumvirato vuole punire Gheddafi e i suoi figli, esso provvederà, insieme agli amici del Triumvirato presso la Corte Penale Internazionale, ad emettere mandati di cattura per loro.
Se il Triumvirato non vuole punire i leader di Siria, Egitto,Tunisia, Bahrain, Arabia Saudita, Yemen e Giordania, esso, semplicemente, non chiederà alla Corte Penale Internazionale di emettere mandati di cattura per loro. E’ da quando è stata formata la Corte, nel 1998, che gli Stati Uniti hanno rifiutato di ratificarla e hanno fatto del proprio meglio per denigrarla e ostacolarla, poichè Washington è preoccupata che un giorno i funzionari americani possano essere incriminati per i loro molti crimini di guerra e contro l’umanità. Bill Richardson, come ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, ha detto al mondo, nel 1998, che gli Stati Uniti dovrebbero essere esentati dai procedimenti della Corte perché hanno ”particolari responsabilità globali”. Ma questo non impedisce agli Stati Uniti di utilizzare la Corte quando gli fa comodo ai fini della loro politica estera.
Se il Triumvirato vuole sostenere una forza militare ribelle per rovesciare il governo della Libia, allora non importa quanto siano fanatici religiosi, legati ad al-Qaeda , [1] commettano-decapitazioni-torture, siano monarchici o quanto i vari gruppi siano spaccati in fazioni; il Triumvirato li sosterrà, come ha fatto con alcune forze in Afghanistan e Iraq, e con la speranza che, dopo la vittoria, le forze libiche non si rivelino jihadisti come accaduto in Afghanistan, o fratricidi come in Iraq. Una potenziale fonte di conflitti all’interno dei ribelli e all’interno del paese, se governato da loro, è che una dichiarazione costituzionale fatta dal consiglio dei ribelli afferma, pur garantendo la democrazia e i diritti dei non musulmani, che “l’Islam è la religione dello Stato e la principale fonte di legislazione nella giurisprudenza islamica. ”[2]
In aggiunta alla lista delle affascinanti qualità dei ribelli abbiamo il rapporto di Amnesty International riguardante gli arresti di massa di persone di colore in tutta la nazione compiuti dai ribelli poiché, secondo loro, sarebbero “mercenari stranieri”. Prove sempre più evidenti dimostrano invece che un gran numero di essi erano semplicemente dei lavoratori immigrati. Secondo la Reuters (29 agosto):
“Sabato scorso i giornalisti videro i corpi in putrefazione di 22 uomini di origine africana su una spiaggia di Tripoli. I volontari che erano venuti a seppellirli hanno riferito ai giornalisti che erano mercenari uccisi dai ribelli.”
Per completare questo ritratto dei nuovi beniamini dell’ Occidente abbiamo questa relazione del The Independent di Londra(27 agosto):
“Gli omicidi sono stati spietati. Sono avvenuti in un ospedale di campo, in una tenda contrassegnata in modo chiaro con il simbolo della mezzaluna islamica. Alcuni dei morti erano in barella, con l’ago di una flebo ancora attaccato al braccio . Alcuni erano sul retro di un’ambulanza, colpita dai proiettili. Altri erano a terra, nel tentativo apparente di strisciare per mettersi al sicuro quando sono stati raggiunti dagli spari. ”
Se la propaganda del Triumvirato è abbastanza intelligente e abbastanza ingannevole e dipinge un un immane tragedia iniziata da Gheddafi in Libia, molti progressisti americani ed europei insisteranno sul fatto che, anche se non hanno mai sostenuto l’imperialismo, questa volta stanno facendo un’eccezione, perché……..
>> Il popolo libico sta venendo salvato da un “massacro”, sia reale che potenziale. Questo massacro, però, sembra essere stato grossolanamente esagerato dal Triumvirato, da Al Jazeera, e dal proprietario di questa emittente, il governo del Qatar, e niente si avvicina ad una prova affidabile che dimostri che un massacro è veramente accaduto, né una fossa comune o qualsiasi altra cosa. Le storie delle stragi sembrano essere alla pari con con quelle degli stupri sotto effetto di Viagra diffuse da al Jazeera (la Fox News della rivolta libica). Il Qatar, va notato, ha svolto un ruolo militare attivo nella guerra civile dalla parte della NATO. Va inoltre osservato che il massacro principale in Libia è stato quello dei sei mesi di bombardamenti quotidiani del Triumvirato, uccidendo un numero imprecisato di persone e distruggendo gran parte delle infrastrutture. Il Prof Juan Cole, della Michigan University, quintessenza del vero credente nelle buone intenzioni della politica estera americana, che riesce comunque ad avere una presenza regolare sui media progressisti, ha scritto recentemente che “Gheddafi non era uomo da compromessi … la sua macchina militare avrebbe falciato i rivoluzionari se gli fosse stato permesso”. Chiaro? Sappiamo tutti, naturalmente, che Sarkozy, Obama, e Cameron hanno fatto compromessi senza fine nella loro devastazione della Libia; ad esempio, non hanno utilizzato armi nucleari.
>> Le Nazioni Unite hanno dato l’ approvazione per un intervento militare, cioè, i principali membri del Triumvirato hanno dato la loro approvazione, dopo che Russia e Cina, codardamente, si sono astenute invece di esercitare il loro potere di veto; (forse sperando di ricevere la stessa cortesia dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dalla Francia quando saranno loro le nazioni ad aggredire).
>> Il popolo della Libia sta venendo “liberato”, qualunque cosa al mondo significhi, ora e per il futuro. Gheddafi è un “dittatore”, insistono. Che effettivamente potrebbe anche essere il termine corretto da utilizzare, ma bisogna chiedere: Lui è un dittatore piuttosto benevolo o è l’altro genere di dittatore favorito da Washington? Inoltre: Dato che gli Stati Uniti hanno abitualmente sostenuto dittatori per tutto il secolo passato, perché lui no?
Il Triumvirato, e i suoi media servili, vorrebbero far credere al mondo che quello che è successo in Libia è solo un altro esempio della primavera araba, una sollevazione popolare di manifestanti non-violenti contro un dittatore per ottenere libertà e democrazia che, diffondendosi spontaneamente dalla Tunisia e Egitto, è arrivata in Libia. Ma ci sono diverse ragioni per mettere in discussione questa analisi a favore della visione della rivolta dei ribelli libici come un tentativo programmato e violento per prendere il potere a nome del proprio movimento politico, per quanto eterogeneo, nella sua fase iniziale, possa apparire tale movimento. Per esempio:
1.Hanno ben presto cominciato a sventolare la bandiera monarchica. Monarchia che Gheddafi aveva rovesciato.
2. Era una ribellione armata e violenta fin quasi dall’inizio. Nel giro di pochi giorni infatti, abbiamo potuto leggere di ”cittadini armati con le armi sequestrate dalle basi dell’ esercito ” [3 ] e di “poliziotti che avevano partecipato allo scontro sono stati catturati e impiccati dai manifestanti” [4]
3. La loro rivolta non ha avuto luogo nella capitale, ma nel cuore della regione petrolifera del paese; hanno poi iniziato la produzione di petrolio e hanno dichiarato che i paesi stranieri sarebbero stati ricompensati di oro nero in relazione a quanto ogni paese avesse aiutato la loro causa
4. Hanno istituito ben presto una Banca Centrale, una cosa piuttosto strana per un movimento di protesta
5. Il sostegno internazionale è venuto in fretta, prima ancora dal Qatar e da Al Jazeera, la CIA e l’intelligence francese
L’idea che un leader non abbia il diritto di reprimere una ribellione armata contro lo Stato è troppo assurda da discutere.
Non molto tempo fa, l‘Iraq e la Libia erano i due Stati più moderni e laici del Medio Oriente / Africa del Nord con forse il più alto standard di vita nella regione. Poi sono arrivati gli Stati Uniti d’America e hanno ritenuto opportuno renderli un caso disperato. Il desiderio di sbarazzarsi di Gheddafi era stato in costruzione per anni, il leader libico non era mai stata una pedina affidabile. La primavera araba ha fornito una eccellente opportunità e la relativa copertura. Quanto al perché, scegliete tra i seguenti:
>> Il piano di Gheddafi di condurre il commercio della Libia in Africa di materie prime e di petrolio con una valuta nuova – il dinaro d’oro africano, un cambiamento che avrebbe potuto infliggere un grave colpo alla posizione dominante degli Stati Uniti nell’economia mondiale. (Nel 2000, Saddam Hussein annunciò che il petrolio iracheno sarebbe stato scambiato in euro e non più in dollari; seguirono sanzioni e poi l’invasione ).Per ulteriori approfondimenti si veda qui.
>> Un paese ospitante per l’ Africom, il Comando statunitense in Africa, uno dei sei comandi regionali in cui il Pentagono ha diviso il mondo. Molti paesi africani contattati per essere appunto il paese ospitante hanno rifiutato, a volte anche in termini relativamente forti. L’ Africom ha attualmente sede a Stoccarda, in Germania. Secondo un funzionario del Dipartimento di Stato: “Abbiamo un grosso problema di immagine laggiù … L’opinione pubblica è davvero contraria ad andare a letto con gli Stati Uniti. Essi semplicemente non si fidano degli Stati Uniti…” [5]
>> Una base militare americana per sostituire quella chiusa da Gheddafi dopo aver preso il potere nel 1969.C’è solo una base in Africa, a Gibuti. Si vede per una in Libia dopo che la situazione si sarà stabilizzata. Forse sarà situata vicino ai pozzi petroliferi americani. O forse al popolo libico sarà data una scelta – una base americana o una base NATO.
>> Un altro esempio della disperata ricerca da parte della NATO di una ragion d’essere della sua esistenza sin dalla fine della guerra fredda e del Patto di Varsavia.
>> Il ruolo di Gheddafi nella creazione dell’ Unione africana. Ai padroni delle imprese non piace quando i loro schiavi salariati creano un sindacato. Il leader libico ha anche sostenuto gli Stati Uniti d’Africa perché sa che in un Africa di 54 stati indipendenti, essi continueranno ad essere abbattuti uno per uno e abusati e sfruttati dai membri del Triumvirato. Gheddafi ha inoltre chiesto una maggiore potenza per i piccoli paesi delle Nazioni Unite.
>> L’affermazione del figlio di Gheddafi, Saif el Islam, che la Libia aveva contribuito a finanziare la campagna elettorale di Nicolas Sarkozy, potrebbe aver umiliato il presidente francese e questo spiega la sua ossessione e la sua fretta nel voler essere visto come colui che gioca un ruolo di primo piano nell’ attuazione della ”no fly zone “e delle altre misure contro Gheddafi. Un fattore determinante potrebbe essere stato il fatto che la Francia si è indebolita nelle sue ex e neo-colonie in Africa e in Medio Oriente, in parte anche per l’influenza di Gheddafi.
>> Gheddafi è stato uno straordinario sostenitore della causa palestinese e un critico delle politiche israeliane, e in alcune occasioni ha giudicato altri paesi africani e arabi, così come l’Occidente, per le loro politiche o la loro retorica, un motivo in più per la sua mancanza di popolarità tra i leader mondiali di tutti i colori.
>> Nel gennaio del 2009, Gheddafi ha reso noto che stava studiando la possibilità di nazionalizzare le compagnie petrolifere straniere in Libya.[7] Lui ha anche un’altra moneta di scambio : la prospettiva di utilizzare le compagnie petrolifere russe, cinesi e indiane. Durante l’attuale periodo di ostilità, ha invitato questi paesi a compensare la perdita di produzione. Ma tali scenari ora non avranno luogo. Il Triumvirato cercherà invece di privatizzare la National Oil Corporation, trasferendo la ricchezza petrolifera della Libia in mani straniere.
>> L’impero americano è turbato da qualsiasi minaccia alla sua egemonia. Nel periodo storico attuale l’impero è interessato principalmente alla Russia e alla Cina. La Cina ha esteso gli investimenti energetici e edilizi in Libia e altrove in Africa. L’americano medio non sa né si preoccupa di questo. L’ imperialista americano medio si preoccupa molto, se non altro perchè in questo momento di crescenti richieste di tagli al bilancio militare è fondamentale che i potenti “nemici” siano nominati e mantenuti.
>> Per molte altre ragioni, vedete l’articolo ”Perché un cambio di regime in Libia?“ di Ismael Hossein-Zadeh, ed i cable dei diplomatici americani pubblicati da Wikileaks – 07TRIPOLI967 11-15-07 (include una denuncia in merito al “nazionalismo delle risorse” libico ).
La parola di un uomo che le maggiori potenze militari del mondo hanno cercato di uccidere
“Ricordi della mia vita“, scritto dal colonnello Muammar Gheddafi, 8 aprile 2011, estratti:
Adesso la maggiore forza nella storia militare mi attacca; il mio figliuolo africano, Obama, vuole uccidermi, togliere la libertà al nostro paese, prendere le nostre case gratuite, la nostra medicina gratuita, la nostra istruzione gratuita, il nostro cibo gratuito e sostituirli con il saccheggio in stile statunitense, chiamato “capitalismo”, ma tutti noi del Terzo Mondo sappiamo cosa significa: significa che le corporazioni governano i paesi, governano il mondo, e la gente soffre, quindi non mi rimangono alternative, devo resistere.
E se Allah vuole, morirò seguendo la sua via, la via che ha arricchito il nostro paese con terra coltivabile, cibo e salute e ci ha permesso di aiutare anche i nostri fratelli e sorelle africani ed arabi a lavorare con noi nella Jamahiriya libica.
Non voglio morire, ma se succede, per salvare questo paese, il mio popolo e tutte le migliaia che sono i miei figli, così sia.
Che questo testamento sia la mia voce di fronte al mondo: che ho combattuto contro gli attacchi dei crociati della NATO, che ho combattuto contro la crudeltà, contro il tradimento, che ho combattuto l’Occidente e le sue ambizioni coloniali, e che sono rimasto con i miei fratelli africani, i miei veri fratelli arabi e musulmani, come un faro di luce, quando gli altri stavano costruendo castelli.
Ho vissuto in una casa modesta ed in una tenda. Non ho mai dimenticato la mia gioventù a Sirte, non spesi follemente il nostro tesoro nazionale, e, come Saladino, il nostro grande leader musulmano che riscattò Gerusalemme all’Islam, presi poco per me ….
In Occidente, alcuni mi hanno chiamato “pazzo”, “demente”, però conoscono la verità, ma continuano a mentire ; sanno che il nostro paese è indipendente e libero, che non è in mani coloniali, che la mia visione, il mio percorso è, ed è stato chiaro per il mio popolo : lotterò fino al mio ultimo respiro per mantenerci liberi, che Allah Onnipotente ci aiuti a rimanere fedeli e liberi.
[…]
Note:
- Ad esempio, vedi: The Telegraph (London), 30 Agosto 2011: “Abdel-Hakim al-Hasidi,il dirigente dei ribelli libici ha detto che gli jihadisti che hanno combattuto contro le truppe alleate in Iraq sono in prima linea nella battaglia contro il regime di Muammar Gheddafi. “C’è una pletora di altri report che descrivono i legami tra i ribelli e i gruppi islamici radicali.”
- Washington Post, 31 Agosto 2011
- McClatchy Newspapers, 20 Febbraio 2011 ↩
- Wikipedia, Timeline of the 2011 Libyan civil war, 19 Febbraio 2011
- The Guardian (London), 25 Giugno 2007
- The Guardian (London), 16 Marzo 2011
- Reuters, 21 gennaio 2009
- Associated Press, 11 Agosto 2011
- Agence France Presse, 21 Maggio 2010
- “Yikes! Look who just endorsed Obama for 4 more years“, WorldNetDaily, 3 Agosto 2011
Articolo originale: Libya and the world we live in
Fonte: La Libia e il mondo in cui viviamo
01.09.2011
05.09.2011