Una Sicilia da sfruttare…
La pubblicità di un noto amaro recitava, un tempo, …“una Milano da bere”, espressione che, in seguito, venne giornalisticamente utilizzata per definire la Milano degli anni ottanta, divenuta centro di potere governato dai socialisti e caratterizzata da benessere diffuso … e da diffuso rampantismo!
Stamattina, al buon Vittorio, ho scroccato la copia omaggio de La Sicilia che spetta a chi fa benzina. Per la verità, il pieno l’avevo fatto nella serata di ieri, ma Vittorio mi vuole bene e non è poi così tanto fiscale!
L’ho velocemente sfogliato in macchina prima di andare al lavoro, … dopo aver parcheggiato, tirato il freno a mano e spento il motore, si capisce …!
E, già nelle prime cinque pagine, … una serie di notizie, su temi per la verità già noti e discussi, … ma tutte insieme, … tutte in una volta! E, allora, parafrasando lo slogan della pubblicità del noto amaro, mi è venuto da pensare ad “… una Sicilia da sfruttare …”!
Pagina uno, “Benzina, in Sicilia i prezzi più cari”, con colpa che sarebbe da imputare principalmente ad una rete di distribuzione obsoleta e ad un erogato basso. Personalmente, ritengo che il mantenere prezzi così tanto più alti in Sicilia (ma anche in buona parte del Sud) sia funzionale al poterli ridurre al nord, … ma questa è solo una mia opinione! E’ senz’altro vero, invece, che la Regione Siciliana è una delle poche a prevedere un’accise regionale sui carburanti che, da sola, comporta una maggiorazione del prezzo di un paio di centesimi.
A pagina due, viene opportunamente ricordato come in Sicilia si raffini il 40% dei carburanti consumati in tutta Italia.
Preciso che il dato percentuale riportato dal giornalista corrisponde ad una capacità di raffinazione di petrolio pari a 43 milioni di tonnellate, come da dati SacerPetroli riferiti a gennaio 2007! Inoltre, tutte le imposte finiscono sostanzialmente nelle casse dello stato italiano, per quanto lo stesso articolo 37 del disatteso Statuto della Regione Siciliana reciti: “Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori dal territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota di reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. L’imposta relativa a detta quota compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima”! Solo alla metà dello scorso mese di giugno risale la presentazione, da parte dell’assessore regionale all’economia Gaetano Armao, di un emendamento al disegno di legge n°702, di modifica dell’articolo 36 dello Statuto siciliano, che prevede “a compendio dell’integrale spettanza tributaria, lo Stato riconosce alla Regione, oltre al gettito dell’imposta di produzione sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi e sui gas petroliferi raffinati ed immessi in consumo nel territorio regionale, ed a titolo di ristoro ambientale, anche il venti per cento del gettito dell’imposta di produzione sugli stessi prodotti raffinati nel territorio regionale, ma immessi in consumo in quello delle altre regioni”.
Lillo Miceli ricorda anche come, in passato, siano stati vani i tentativi di pervenire ad una defiscalizzazione dei prodotti petroliferi in Sicilia, così come ottenuto per altre regioni, su … al nord!
Mi fa specie come in Valle d’Aosta ed in Friuli non si raffini una goccia di petrolio, ma si goda da tempo di agevolazioni e di esenzioni, … con tesserini magnetici per la benzina agevolata! Io ho scoperto, in particolare, che l’esenzione fiscale dei carburanti in Valle d’Aosta deriva da una legge dello stato italiano del 1949, che concedeva alcuni vantaggi fiscali in previsione dell’istituzione di una zona franca, peraltro mai compiutamente realizzata!
E questo è il primo punto, andiamo avanti!
Pagina uno, “i siciliani spendono … poco”, di Rino Lodato. “L’unità d’Italia esiste? Forse. E’ attiva, l’unità, per le tasse […] gli scaglioni Irpef sono identici dalla Lombardia alla Sicilia. Ma guardando al resto è un’Italia divisa […]. Da queste parti si paga di più la benzina […] pur ospitando noi le raffinerie con i relativi pro (pochi) e contro. Si pagano di più gli interessi alle banche, pur essendo i siciliani notoriamente risparmiatori […]. E’ stata […] di circa 1.200 euro la differenza della spesa media mensile delle famiglie nel 2010 […], con la Lombardia che ha registrato la spesa media mensile più elevata […], mentre fanalino di coda, ancora una volta, è risultata la Sicilia”. L’argomento è ripreso a pagina tre, in un articolo di Marianna Berti che riporta anche tutta una serie di dati e di considerazioni.
Mi si dirà, … ma al nord la vita è più cara, gli affitti sono più alti, i generi alimentari e l’abbigliamento costano di più … Sarà anche vero che gli affitti sono mediamente più alti, non credo proprio che i generi alimentari o l’abbigliamento costino di più, … da noi la benzina costa di più, invece, questo è certo e non è voce da poco! Semplicemente credo che, su … al nord, possano spendere di più perché vi sono, … pardon, hanno fatto in modo che vi siano maggiori disponibilità economiche. Anche a danno del Sud e della Sicilia! Non è il caso che io riporti ancora una volta dati di storia, anche economica, certi e veri, per quanto volutamente camuffati o contraffatti, … qualcuno finirebbe col dirmi “che palle!” …
Passiamo oltre!
Pagina uno, “Le Eolie ridono Lampedusa vede nero”. Pagina cinque, “Lampedusa si affida al divo Claudio”, di Giorgio Petta, “Isole Pelagie. Pesanti i riflessi economici dell’emergenza migranti. Flessione tra il 90 e l’80%”, “Si spera che le manifestazioni di spettacolo possano salvare una stagione compromessa”!
Proprio così, praticamente quest’anno i lampedusani (che non sono quelli dei grandi alberghi e residence!) avranno guadagnato … solo in simpatia! Perché i lampedusani hanno davvero insegnato al mondo cosa significhi essere solidali, essere accoglienti, come si faccia a rischiare la propria vita per fare catene umane e salvare la vita di altri, di sconosciuti, dal mare in tempesta! In poche parole, hanno insegnato al mondo cosa significhi … avere umanità!
E lo hanno insegnato nello stesso momento in cui, col ministro dell’interno dello stato italiano che parlava di “esodo biblico”, un altro ministro (questa volta delle riforme per il federalismo), poteva permettersi di dire “meglio tenerli vicini a casa loro. Per portarli sulle Alpi devi fare migliaia di chilometri”! Lo hanno insegnato nello stesso momento in cui un senatore leghista della repubblica italiana poteva permettersi di affermare “Le tendopoli stanno meglio in Sicilia […] perché il clima è più consono e più simile a quello dei maghrebini che arrivano. Se noi dovessimo perdere tempo per fare le tendopoli e gestirle non possiamo lavorare e produrre per il resto d’Italia”!
E allora, comunque la vogliate pensare, io resto convinto che lor signori sono davvero convinti di avere davanti “… una Sicilia da sfruttare …”!
Fonte: Sikeloi.net