Ma quali tasse, cominciamo con abolire le Province
Assistiamo basiti alle attività ordinarie di questi nostri “legislatori”, ultima in ordine di tempo la sparata della manovra finanziaria correttiva proposta dal ministro Tremonti.
Non ci scandalizza certo il principio della necessità dei tagli, nè ci scombussola più di tanto il tentativo di voler aiutare il cittadino, anche se finisce poi col favorire soprattutto il ” principale”. D’altronde siamo convinti, nella vicenda scaturita dal cd “lodo mondadori”, che pagare dei soldi nel primo grado di giudizio in attesa della sentenza definitiva (che chissà se confermerà il primo grado) e senza alcuna garanzia circa l’eventuale restituzione della somma, sia materia da regolamentare nell’interesse di tutti i cittadini, indipendentemente dalla perecottata ‘pro Silvio” compiuta da questo improvvido groviglio di ministri.
Restiamo quindi allibiti dagli atteggiamenti di quanti abbiamo delegato in Parlamento per difendere e tutelare i nostri diritti e le nostre aspettative legittime, atteggiamenti che dimostrano chiaramente di per sé, senza bisogno di masanielli di turno nè di grilli parlanti, dell’esistenza di una casta di privilegiati pronti ad accordarsi su tutto, alla faccia delle obbligate differenze ideologiche, quando c’è in gioco l’aumento e il mantenimento delle loro già notevoli prerogative economiche.
Ma, senza ripetere sempre la stessa solfa, questa classe politica ha raggiunto il suo acme, tutti lo sanno.
Sentiamo che gli insegnanti di sostegno sono stati aboliti anche negli istituti per non vedenti, ma non sentiamo niente circa l’abolizione di guarentigie come auto blu, autisti, aerei gratuiti, tessere autostradali, ingressi omaggio allo stadio o al cinema, eccetera, anzi sentiamo qua e là episodi che ci confermano l’omogeneità dei nostri delegati circa…. la salute delle loro tasche.
Siamo anche stufi di omologare a persona seria quanti abbiano come unica dote quella della moderazione, della pacatezza, quasi che dimostrare di essere riflessivi possa essere sinonimo di persona per bene. Abbiamo sotto gli occhi esempi lampanti da Tremonti ritenuto buon ministro perché sussurra, all’arrogante Dalema spendi e spandi al condomino Fini perché sbofonchia frasi sconclusionate. Noi non ci stiamo: diciamo che sono tutti la stessa cosa, sia che urlino o sussurrino, una casta che ormai ha fatto il suo tempo ed è opportuno che tolga il disturbo.
Tremonti gioca alle tre carte, le critiche piovono dappertutto, poi pero’ la piovra si rinchiude per difendersi meglio, e colpire soltanto il comune cittadino, senza più nessun pudore, sicura della propria onnipotenza; non fingono nemmeno più di perseguire ” il bene comune”, vanno a ruota libera anche se di pretesti e di materiale ce ne sarebbe a iosa.
Ad esempio, l’abolizione delle Province, una delle rivendicazioni basilari de L’Altra Sicilia.
Progetto sbandierato da tutti gli schieramenti prima, in campagna elettorale, poi regolarmente accantonato proprio perché questi enti inutili tanto inutili non sono perché sono strutturali al progetto di ladrocinio politico.
L’abolizione delle Province che, se in Italia può sembrare un argomento controverso vista la materia costituzionale che va a toccare ( titolo V- art .114) in Sicilia non ammette discussioni in quanto iscritta proprio nella costituzione siciliana, nel nostro Statuto di Autonomia, e come tutte le prerogative di questo Statuto regolarmente ignorate e violate con l’assenso degli ascari siciliani.
Lo Statuto, all’art.15, paragrafo 1, infatti recita … “le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano SONO SOPPRESSI nell’ambito della Regione Siciliana”
Sicilia antesignana perciò anche in Continente.
Ma che volete di più, di che parliamo? E’ inutile che Il caro ministro presidente Lombardo oggi spiattelli a tv e giornali che vorrebbe abolire lui le province, la smetta di abbaiare alla Luna, Lui non deve fare niente, non ha nessun diritto di primogenitura; deve solo applicare lo Statuto, cosa che rifiuta regolarmente di fare.
A parole è bravissimo è, come si dice da noi, “spertu”, cerca infatti di consolidare a chiacchiere attorno a lui e al suo decotto MPA tutte le istanze autonomiste al solo fine di controllarle e dirigerle. A questo punto avrebbe carta libera se potesse metterci dentro anche L’Altra Sicilia . Ma è difficile, anzi oso dire impossibile.
Infatti nel corso di incontri, conferenze, lavori L’Altra Sicilia ha sempre denunziato le dichiarazioni di Lombardo come semplici e pomposi proclami mai seguiti pero’ dai fatti.
E l’argomento dell’abolizione delle Province, bocciato unanimemente dai partiti della Camera ci indica chiaramente come le Province siano surrogati del progetto politico e quindi sia impossibile tagliare i costi della politica quando in mezzo ci sono gli interessi finanziari di partiti e della casta, in Sicilia e in Continente.
Molto meglio toccare i salari e le pensioni della fasce più deboli, piuttosto che precludersi la via allo sperpero giudicato ” positivo” poiché di supporto alle loro ruberie politiche. E allora si continua con le 110 Province, gli oltre 4000 consiglieri provinciali eletti e sottratti al lavoro abituale che dobbiamo in ogni caso rimborsare agli uffici di appartenenza se l’eletto è dipendente, con i 120milioni di euro annuali per i loro salari a cui aggiungiamo le spese relative agli assistenti, consulenti e segretari che triplicano numeri e spesa, ai 62 mila impiegati ed ai 2 miliardi annuali di stipendi che comportano, senza prendere in considerazione uffici, auto, telefoni, computer, carta, segreterie ed altro.
Ancora meglio aumentarle queste Province, come è stato fatto recentemente con un ‘alchimia che creava i consorzi per superare l’impasse delle dimensioni . Monza Brianza, Brindisi, Andria e Taranto, Barletta, Fano, Crotone eccetera, eccetera e spesa si aggiunge a spesa se consideriamo che per istituire una nuova provincia sono necessari ben 50milioni di euro e gli interessi a caduta che si animano quando una circoscrizione provinciale necessita di operare.
Le spese del Ministero dell’Interno con l’istituzione di prefetture, vigili del fuoco, questure, del ministero della Difesa con sedi e spese per i carabinieri, dell’archivio di Stato, del ministero dell’economia per la Guardia di finanza, e degli enti collegati come ad esempio la Banca d’Italia con una media di 95 filiali provinciali.
Davanti a tanto sperpero di danaro pubblico e di fronte alla mancanza di lavoro e alla disoccupazione dei giovani che restano ancora a carico delle rispettive famiglie tartassate dal signor Tremonti, ma non solo da lui, perché è la malapolitica che ci governa, L’Altra Sicilia non può stare zitta e si impone di informare la gente.
Che poi agirà di conseguenza… almeno così si spera.
(Per non finire come fece l’on Giummarra nel corso di una seduta del Parlamento europeo a Strasburgo negli anni 80 quando si votava un’importante provvedimento e alla fine del voto l’on Buttafuoco ebbe la sventura di chiedergli come aveva votato: “Secondo coscienza” fu la risposta dell’on Giummarra… “e quanto ti detturu Vincenzinu?” la replica dell’irriverente Buttafuoco.
Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo