EPPUR SI MUOVE !!!
Bruxelles, 11 Settembre 2001
Diciamolo: stiamo a guardia di ciò che combinano le nostre istituzioni
isolane, e quando queste operano secondo direttrici di rilevante
interesse
per l’Isola ci piace essere lì in prima linea ad applaudire. Lo
facciamo, giusto per scaldare la mani, con l’assessore Fabio Granata
perché, proprio qualche giorno dopo il nostro invito a divulgare lo
studio
della lingua siciliana (non “dialetto siciliano”, cari giornalisti
poco
informati!!) nelle scuole, ha previsto un cospicuo finanziamento per
gli
istituti che avvieranno i corsi. Bravo Granata, ci rendi orgogliosi di
essere Siciliani.
Ma non basta mica!! Arrivano segnali (positivi) di guerra anche al
fronte
del “centro” di governo: più autonomia alla Sicilia e più autonomia da
Roma
ai partiti siciliani. Cuffaro come Formigoni, ma a Sud. Ed è un
“aggressivo” Cuffaro a dichiarare, apertis verbis, che in Sicilia
potrebbe
nascere un partito popolare dei siciliani. Un partito che applichi
interamente lo statuto e operi unicamente per l’interesse della
Sicilia e dei Siciliani.
Una bomba, senza dubbio, ed anche il primo
passo
perché noi si possa fare un applauso anche al presidente. Ma occorre
avere
coraggio, caro Cuffaro, e la voglia di cambiare veramente lo schifo
che in
oltre cinquant’anni di malgoverno ha prodotto una classe politica
vocata unicamente a tutelate i propri interessi e le proprie
clientele.
Occorre davvero dare una violenta sterzata per cambiare rotta e
restituire
la Sicilia ai Siciliani e la dignità violata all’una e agli altri.
Occorre intraprendere una decisa opera di ricostruzione di tutto e a
tutti
i livelli, cominciando a scrollarsi di dosso proprio quell’infamante
marchio della mafia che, ad oggi, è stato l’alibi utile di tutti: dei
Siciliani per piangersi addosso e degli “italiani” per tenerci nella
condizione in cui siamo. Se pochi, perché tanti sono, bifolchi
violenti
possono infangare il nome e il decoro di una intera regione, tutti gli
altri, i moltissimi in più di loro, abbiamo l’obbligo civile di
contrastarli con l’unica arma che potrebbe svilirli: la civiltà, che
a sua volta produce l’onestà e tutte quelle altre prerogative che
sono proprie di una civiltà degna di tale nome.
Occorre mettere mano alle infrastrutture, che ci hanno lasciato in
eredità
(e meno male!!) i Borbone, realizzando tutte quelle senza le quali
l’economia può fare solo pochi ed incerti passi fino, al massimo, al
mercatino rionale. Quindi, ribadiamo un NO secco a chi vuole
quell’inutilissimo ponte sullo Stretto e dirottiamo i molti miliardi
che ci succhierebbe via per potenziare l’esistenze e realizzare
l’occorrente.
Bisogna risolvere definitivamente il problema dell’abusivismo
edilizio senza praticare sconti a nessuno perché la civiltà delle
leggi
impone il rispetto delle medesime, e dare l’esempio di fermezza è
l’unica soluzione praticabile per ammonire e scoraggiare chi
intendesse fare il furbo (“tanto c’è la solita sanatoria!!).
>Diciamo NO all’invasione economica proveniente dal di fuori
dell’Isola per favorire l’insorgere di economie locali, magari
con piccoli capitali diffusi di tipo collettivo, e non mortificare i
nostri
prodotti che non hanno eguali al mondo.
Apriamo i casinò, senza temere le solite infiltrazioni mafiose, perché
tanto la mafia, se vuole e non la si combatte, entra comunque lì dove
ci
sono soldi, che attirano gente e portano ricchezza.
Facciamo sventolare, una volta per tutte, la bandiera siciliana nelle
piazze, nelle scuole, nei balconi delle amministrazioni locali, nei
porti
ed aeroporti perché chiunque, anche il più distratto, si senta come
>bbracciato dal vessillo isolano e si renda conto sempre di essere in
quella straordinaria terra che si chiama Sicilia. E, tornando a casa,
magari senta il caldo abbraccio di quella bandiera che l’ha
accompagnato durante tutta la durata del suo viaggio.
Dulcis in fundo, si dia finalmente cittadinanza politica ai nostri
conterranei che vivono all’estero. Qui, caro Cuffaro, ci aspettiamo
fatti e non parole. Durante la campagna elettorale, invero, non
abbiamo
sentito nemmeno quelle, ma se il centrodestra oggi governa l’Isola, è
anche grazie ai molti voti dei siciliani che vivono fuori dalla loro
terra.
Se la Sicilia ha potuto mandare a Strasburgo i suoi deputati europei,
è
stato grazie ai voti di questi figli trattati come minus habens. Non è
la
>luna che costoro cercano, ma il semplice riconoscimento di italianità,
che
è loro, e la possibilità di esercitare un diritto inalienabile.
Ci fermiamo qui perché l’elenco sarebbe spaventosamente lungo e
temiamo di apparire eccessivi nel ricordarle i mali di cui soffre la
nostra
Isola.
Ci limitiamo a quelle che, secondo il nostro parere, sono le priorità irrinunciabili. Disattenderle significherebbe averci presi in
giro
dopo l’illusorio bla bla dei giorni scorsi. Abbiamo criticato molto
certe sue scelte e le sue molte transumanze politiche, ma siamo
disposti a
sotterrare l’ascia di guerra se lei solo ci rassicurasse sul da farsi
e, soprattutto, che lo farà davvero, senza trucchi e per intero.
Come vede l’impegno è grosso, ma fattibile, e noi stiamo già
cominciando a scaldare le mani in attesa di esplodere in un
deflagrante
applauso.
Francesco Paolo Catania
L’Altra Sicilia – al servizio della Sicilia e dei Siciliani