Doppia cittadinanza. Diventare belgi senza perdere la cittadinanza italiana
Belgio e Italia hanno denunciato la Parte I della Convenzione di Strasburgo sulla doppia cittadinanza. Il Belgio lo ha fatto nell’aprile 2007, mentre l’Italia lo ha fatto nel maggio 2009. Poiché la denuncia produce i suoi effetti un anno dopo, dal 4 giugno 2010 gli Italiani residenti in Belgio possono acquisire la cittadinanza belga senza dovere rinunciare a quella italiana.
Gli Italiani residenti in Belgio non sono stati mai molto caldi a chiedere la cittadinanza belga, benché più della metà di essi sia nata in Belgio. La ragioni di questa riluttanza sono di vario ordine.
Esse fanno parte della storia dell’emigrazione italiana in questo Paese e dipendono in parte dal tipo di politica messa in atto dalle autorità belghe in materia d’integrazione.
Dapprima, i nostri nonni o i nostri padri consideravano il loro soggiorno in Belgio temporaneo, giusto il tempo di mettere da parte un gruzzoletto. Quindi non pensavano assolutamente ad acquisire la cittadinanza belga. Del resto, anche se avessero voluto, la procedura era lunga e costosa e arrecava vantaggi molto relativi, visto che era accessibile solo la “petite naturalisation” o “naturalisation ordinaire” che dava l’accesso all’impiego nella pubblica amministrazione e al voto comunale, come del resto prevedeva l’articolo 5 della Costituzione belga del 1831.
Perciò, fino al 1985, anno di entrata in vigore del nuovo codice della cittadinanza belga (Legge Gol), le naturalizzazioni degli Italiani furono molto poche. Si trattava in genere di giovani arrivati in Belgio giovanissimi o nati in Belgio e qui scolarizzati che, essendo riusciti a conseguire un diploma si naturalizzavano per agevolare il proprio inserimento professionale.
In pratica, tutta la seconda generazione non ebbe la possibilità di usufruire dei diritti politici, anche se naturalizzata. I “naturalizzati ordinari”, così come le persone che avevano acquisito la nazionalità belga per matrimonio dovranno aspettare fino al 1976 per vedersi riconoscere il diritto di voto, ma non di eleggibilità, a tutte le elezioni.
Questo spiega probabilmente la riuscita di tanti italiani di seconda generazione nel sindacato belga.
La distinzione fra “naturalisation ordinaire” e “grande, naturalisation” sarà finalmente soppressa dalla Costituzione belga nel 1991 (Moniteur Belge 15/2/1991).
Il Codice della cittadinanza belga ha subito quattro importanti riforme che hanno facilitato e semplificato l’acquisizione della cittadinanza belga (1984, 1991, 1995 e 1999), cosicché, secondo uno studio di Pierre-Yves Lambert, («La participation politique des allochtones en Belgique – Historique et situation bruxelloise»), juin 1999) , tra il 1985 e 1997, ben 64.897 italiani hanno acquisito la cittadinanza belga per effetto di queste riforme.
Stando al “Rapporto Italiani nel mondo 2009, gli Italiani residenti in Belgio erano, al 3 aprile 2009, 244.648, mentre le statistiche belghe essi, già nel 2005, erano 175.498. La differenza si spiega con il fatto che l’Aire (Anagrafe Italiani residenti all’estero) contabilizza anche gli italo-belgi con doppia cittadinanza, mentre il Belgio li considera unicamente belgi.
Ciò non toglie che i Belgi di origine italiana non sfondano in politica, almeno tanto quanto sarebbe legittimo attendersi. In occasione delle elezioni politiche belghe di giugno 2007, nel n. 17 di “Mcl Belgio Flash” è stato pubblicato uno studio sull’integrazione politica dei Belgi di origine italiana. La conclusione era la seguente: “Per quanto riguarda l’integrazione politica dei belgi di origine italiana si è in una situazione di chiaroscuro. Tranne nella circoscrizione dell’Hainaut, dove, come si è visto, vi sono stati molti candidati e tre eletti (Elio Di Rupo e Maria Arena per il Partito Socialista e Véronique Salvi per il Centre démocratique humaniste), per il resto la situazione resta insoddisfacente, in particolare a Liegi e a Bruxelles ». Nella capitale belga sono gli ultimi arrivati, cioè i belgo-marocchini e i belgo-turchi, che paradossalmente hanno colto meglio le opportunità d’integrazione politica.
Ora, con la denuncia della Convenzione di Strasburgo da parte di Belgio e Italia, entrano in gioco nuove considerazioni e si aprono nuove prospettive. Restano i requisiti e gli adempimenti burocratici che, a dire il vero, non sono insormontabili. Basta recarsi al municipio del proprio comune di residenza e, assolti i pochi obblighi burocratici, dopo tre-quattro mesi si è doppi cittadini: cittadini italiani e cittadini belgi, con tutti i diritti e doveri che ne derivano.
Doppia cittadinanza: Una nuova opportunità e una scelta personale che ognuno di noi farà a seconda dei valori che lo animano, della rappresentazione che ha di se stesso, del proprio progetto di vita.
Epifanio Guarneri
Consigliere COM.IT.ES (Comitato degli Italiani all’estero) – Bruxelles – Brabante – Fiandre
Presidente MCL – Belgio
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Nota della redazione:
Il Consigliere COM.IT.ES Francesco Paolo Catania aveva invitato, in una sua comunicazione interna, i consiglieri del COM.IT.ES a richiedere, se interessati, la NAZIONALITA’ SICILIANA in virtù del Regio Decreto Legislativo 15 Maggio 1946 n° 455: approvazione dello Statuto della Regione Siciliana (STATO REGIONALE DI SICILIA).