Il nostro uomo al Cremlino
Commentando sull’affare “wikileaks” durante una intervista per il Larry King Show sulla CNN, il primo ministro russo Vladimir Putin, dopo aver “pregato” i diplomatici statunitensi di essere più cauti con la loro corrispondenza, suggerisce che quei file siano stati creati con il preciso intento di raggiungere determinati scopi politici (“Our spies compare favorably to US ones” – Putin parries with King, RussiaToday.com 2 dicembre 2010).
E con questo la potremmo anche chiudere lì, con questi “wikileaks”. Solo che all’improvviso nella faccenda è stato tirato in ballo un certo Ciancimino, figlio del più famoso sindaco di Palermo.
Tanto per fare un po’ di mente locale, vi ricordo che questo Cincimino è quella “gola profonda” che tutti scansano anche se non ne sanno il perchè. Si ricorderà infatti che costui è finito sulle pagine dei giornali per la storia del supposto tesoro del padre. Storia che non si sa bene dove sia arrivata. E di cui non si capiscono alcuni risvolti. Perché non succede la stessa cosa, per esempio, a Bobo Craxi? Con che soldi fa politica costui?
Ma lasciamo perdere, per ora.
Lo spunto per queste poche righe viene invece dalla strana domanda che i giornalisti hanno posto al Ciancimino dopo il moscio scoppio del petardo “wikileaks”:
“Ciancimino, non esageri: dopo la trattativa Stato mafia, ora ci vuole spiegare pure la trattativa Putin-Berlusconi sul gas, non le sembra un po’ troppo? Ma il figlio dell’ex sindaco di Palermo spiega: “Io sono stato prima un protagonista e poi una vittima di quella trattativa. Wikileaks riporta la nota degli americani in cui si parla del mediatore italiano che parla russo? Tutti si chiedono chi sia. Bene, io “il mediatore” lo conosco bene, si chiama Antonio Fallico, e chi me lo ha presentato lo definiva ‘la chiave per Gazprom ‘” (Un siciliano fra Berlusconi e Putin. Ciancimino: “E’ Antonio Fallico”, LiveSicilia.it 30 novembre 2010)
Per qualche dettaglio su Antonio Fallico, l’uomo misterioso che tutti conoscono visto che si trova dedicati articoli su tutte le maggiori testate italiane oramai da anni, rimando ad altre pagine, come quella specifica del sito “Brontesi nel Mondo” (www.bronteinsieme.it).
Il punto qui è che se questi file sono stati preparati di proposito come suggerito da Putin, il riferimento al brontese illustre non può essere casuale.
Siamo sempre nel solito circolo: il tramite tra Berlusconi e la Russia è la Sicilia, nel senso che i russi trattano con Berlusconi perchè sono interessati alla Sicilia, dove hanno anche altri agganci. Il file di Wikileaks cita il particolare di Fallico per puntare il dito verso il più complesso disegno alle spalle di tutto.
Tornando a Ciancimino, ecco cosa aggiunge riguardo alle trattative sul gas:
“Io l’ho conosciuto prima del mio arresto quando per primo avevo capito le potenzialità del business dell’energia e trattavo con Gazprom per importare il gas dalla Russia. Ero a un passo dalla conclusione, poi mi hanno indagato e l’affare se lo sono preso gli amici di Berlusconi”.
Così Berlusconi si è inserito di prepotenza in uno di quei legami tra Sicilia e Russia che dicevamo. E così Ciancimino ha potute dire apertamente il vero motivo dei suoi guai giudiziari, iniziati quando la sua Fingas stava per chiudere l’accordo con Gazprom sulle forniture di gas in Italia addirittura scavalcando l’ENI, avete capito bene (“L’uomo del gas” Il fatto quotidiano, 29 novembre 2010).
Bobo Craxi può dormire sonni tranquilli, visto che lui di gas non se ne intende.
Stiamo parlando di cose enormi. E su queste cose enormi a quanto pare Putin si fida più dei Siciliani che di Berlusconi, che per lui in questo caso è soltanto un ripiego.
Quale sia lo scopo politico degli americani qui ognuno può immaginarlo da solo, anche se non credo ci sia dietro tanto la voglia di difendere la Sicilia, quanto quella di preservare l’Italia unita.
Chiuso il semicerchio russo, vediamo ora di chiudere brevemente quello siciliano.
La storia della Singas è estremamente complessa ma caso (?) vuole che per un certo periodo il difensore di tal Gianni Lapis, socio nella stessa Singas e sospettato dagli inquirenti di essere prestanome del Vito Ciancimino, sia l’avvocato Palermitano Giovanna Livreri, di cui Il Consiglio si è già occupato (si veda il post “Il pecoraio ha versato il latte”).
Ebbene, la Livreri è anche uno dei più importanti referenti in Patria de L’Altra Sicilia, l’associazione sicilianista di Francesco Paolo Catania con sede a Bruxelles.
Il che ci fa scorgere tra i vari attori della vicenda se non un collegamento fisico continuo, per lo meno una sorta di collante ideologico. Un collante a tre gambe.
Per i clamorosi dettagli politico-legali della vicenda si veda un’intervista che la stessa Livreri ha rilasciato a suo tempo a L’Altra Sicilia.
Altri dettagli sono contenuti nel post “Il bisogno del mito” e relativi articoli collegati a fondo articolo.