Il dono del Tempo
Ci hai regalato il tempo, con i suoi passaggi, le sue pause e le sue metamorfosi e noi ci siamo rallegrati credendolo un dono onorevole, giusto riconoscimento di padre previggente verso un figlio speciale.
Poi ci siamo accorti che, nonostante dolori e tristezze, ma certamente anche gioie e piaceri, che in seguito abbiamo capito essere di portata limitata, il dono del tempo è soltanto un’illusione, pure se metronomo delle nostre esistenze, attualità solidificata in storia. E Non solo.
Ci siamo accorti che le nostre vite non hanno alcun primato rispetto a quelle degli altri; non sono particolari ed anzi ripetono, in modo monotono e senza originalità, scadenze e date che poi sono comuni a tutti.
Nasciamo, e ci sembra un fatto di portata miracolosa, qualcosa che tocca solo noi e ci da un carattere speciale; festeggiamo con lo stesso afflato eventi che pensiamo a noi soli riservati, ma come tutti lo fanno, alla fine.
Così come lo scadenzario sentimentale o quello civile di ciascuno di noi non ha nessuna particolarità, non è assolutamente speciale e ci accomuna tutti e, stranamente allo stesso modo, anche i poeti.
Ci rallegriamo della nascita dei figli che ci sembrano giocattoli solo nostri, ma poi li consegniamo negli asili, nelle scuole dove sono chiamati a mescolarsi con gli altri e a rientrare cosi’ nel numero, tra la folla di esseri uguali che credono di essere speciali ma sono identici, senza alcuna differenziazione.
Così è il tempo che scandisce i momenti della nostra vita, ma lo fa come fossero originali e solo nostri: amori, ricorrenze, eventi, le strade che percorriamo nel tempo e che ci sembrano articolarsi nella unicità, non sono solo nostri, sono invece parcelle del tempo che toccano tutti .
Siamo chiamati dal tempo a fare le stesse cose nello stesso momento, come fanno tutti: scuole, esami, lauree, lavoro, strade, primo stipendio, acquisti, tutto quello che ci appare solo nostro, momenti di gioia unica che pensiamo appartenerci, è invece una costante che il tempo riserva a tutti, non solo a noi, con buona pace dei nostri egoismi.
Non c’è pero’ antagonismo tra noi e gli altri in questo scritto, non è questo il senso: piuttosto la consapevolezza di non essere speciali ma, di essere uguali e di avere le stesse reazioni, scandite dal tempo, di quelli che reputiamo gli altri, che fanno, tutti, quasi nello stesso momento, quello che noi facciamo o abbiamo fatto e faremo.
Non pensiamo quindi di essere originali quando accogliamo nella nostra storia personale gli accadimenti come fossero soltanto cosa nostra.
Sono avvenimenti distribuiti dal tempo nel tempo, per tutti, quasi all’univoca, lasciandoci l’illusione dell’unicità. Poi le nuvole accoglieranno i nostri pensieri, ma anche quelli degli altri, e il tempo resterà immutabile per scandire le sfere dell’esistere, lasciandoci oggi nell’illusione di un privilegio concessoci, che riguardi solo noi e per questo importante e degno di rilievo.
Eugenio Preta