Le manovre dei partiti: lo Statuto, grande assente
L’Udc, bontà loro, si dice pronta a sostenere in Sicilia un governo di emergenza , tenuto conto della crisi economica che colpisce l’Isola ed enuncia le sue priorità : finanziaria, precariato,investimenti.
Sembra che scoprano l’acqua calda con l’ipotesi di soluzione che intendono contrapporre alla crisi: contenimento della spesa, blocco degli sprechi, soluzione del precariato…
Bravi, grande pensata, ma ci vuole coraggio!
Dal 1946 governano l’isola come democristi prima e con sigle arrabattate che significano sempre democrazia cristiana poi, e solo ora, nel 2010 sembrano accorgersi della crisi dell’Isola. Ma loro dov’erano?
In Sicilia e al potere, sicuramente. Oggi ci sembrano invece lividi per non essere invitati a tavola e, come nel continente, giocano agli incorruttibili e fanno opposizione, dicono loro, ma sono sempre dalla parte di chi detiene il potere. Quando si parla di ereditarietà …e di dna democristo!
Vasa vasa farebbe bene a dedicarsi alla sua passione per i fornelli, piuttosto che far sparare minchiate ai suoi, leccandosi le legnate che gli ha assestato sul groppone la magistratura e l’ altro DC doc, Raffaele Lombardo, a dimostrazione del fatto che la gestione del potere rimane sempre cosa loro.
Sicuramente non sono stati mai piazzati dalla parte giusta per fare i demiurgi. Ma intanto fanno sentire le loro soluzioni a Lombardo, sperando che il ministro presidente si lasci convincere e li ammetta alla “manciatura”.
Noi constatiamo con amarezza che, nonostante la crisi infinita della Regione Siciliana, e forse proprio per questo, nessuno parli mai di applicazione integrale dello Statuto di Autonomia. Anzi nelle ipotesi di soluzione poste sul tavolo da tutti i partiti, il tema dell’Autonomia regionale sembra tornare ad essere il grande assente.
Adesso non vorremmo sempre sembrare i soliti Soloni, ma vogliamo ricordare cosa vorrebbe dire Autonomia, soprattutto ora che ci accorgiamo che il tema dell’applicazione dello Statuto sembra essere uscito dal dibattito politico.
Almeno momentaneamente, fino a riapparire, forse domani, quando Lombardo, Cracolici, Lupo ,Cascio, Miccichè o altri, cercheranno di cavalcare i sedicenti movimenti autonomisti che intanto, come sempre, si saranno accomodati nelle anticamere dei partiti e si saranno messi a disposizione di chi, una volta ottenuto il consenso (?), elargirà loro il subappalto o il posto di sottopotere ed avrà così , una volta tanto, rimesso a tacere le sirene vere o millantate dell’autonomia.
Siamo convinti e sottoscriviamo che il voto di scambio sia il male peggiore della cosiddetta democrazia, quella isolana, nel nostro caso.
Voto di scambio che regge la politica isolana da sempre. Così i precari continueranno a crescere sulle spalle dei contribuenti e, con l’andare del tempo, chiederanno la loro dovuta regolarizzazione.
Disabituati a lavorare però, assenteisti, fannulloni, spesso pregiudicati, assistiti dalla politica , continueranno, i più (non tutti, per fortuna) a fare come sempre: banalizzare l’impegno di chi chiede da tempo un reale cambiamento della mentalità della gente per poter dare avvio ad un percorso di vera legalità, trasparenza e effettiva rinascita della nostra Piccola Patria.
L’Altra Sicilia
Ufficio Stampa