Sul cine teatro di Patti
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato Cittadino “ridateci il nostro cine teatro” di Patti e – a seguire – le osservazioni di Francesco Zanghì sulla questione relativa a tale vicenda.
***
Il fatto:
Tutto nasce dalla richiesta di Michelangelo Zanghì, responsabile dell’associazione teatrale Santina Porcino, di avere in concessione la sala per uno spettacolo. Zanghì, in un primo tempo si era rivolto al comune per chiedere un contributo, seppur simbolico, per lo spettacolo che i ragazzi dell’associazione intendevano mettere in scena.
Della questione se ne fa carico l’Assessore Impalà, dicendo che il comune non avrebbe potuto dare contributi ma che tuttavia avrebbe patrocinato l’iniziativa concedendo loro una delle 10 serate che il comune si è riservato nella convenzione col gestore del bene pubblico.
Contenti di questo, i ragazzi sono andati dal gestore per concordare la data. Ma qui la sorpresa: “non c’è nessuna serata gratis. Qui si paga!” Questo è quanto si sono sentiti rispondere dal gestore sig. Musarra. La cifra richiesta, per la serata dello spettacolo e per la precedente giornata per prove e montaggio scene ammonta a 900 euro.
Fin qui niente o quasi da eccepire. Il gestore ha le sue spese e deve cercare in qualche modo di recuperare. Ma le dieci serate a disposizione del comune? L’assessore si sarà sbagliato -hanno pensato i ragazzi. O forse l’assessore non ricorda bene i termini della convenzione sottoscritta tra comune e gestore? O a non ricordare è il gestore?. I ragazzi a questo punto si procurano una copia del contratto e leggono chiaramente al punto 4 della convenzione che le giornate a disposizione sono addirittura molte di più. E precisamente la convenzione parla di dieci serate per manifestazioni organizzate direttamente dal comune e di ben 40, dico quaranta, serate organizzate da altri soggetti patrocinati dal comune. I ragazzi infuriati per il tentativo di raggiro ai loro danni, pubblicano tutto su facebook.
In poche ore si associano al loro messaggio un centinaio di cittadini e altre associazioni che in passato hanno organizzato eventi e hanno dovuto pagare la mazzetta al gestore.
Questo fino a ieri.
Dal tam tam di facebook la voce arriva al vice Sindaco Gullo che convoca una riunione tra tutte le parti in causa.
Riunione del 13 aprile 2010.
Sono presenti: Il vicesindaco Gullo, l’Assessore Impalà, il sig. Musarra e il di lui figlio, la responsabile dell’ufficio turistico dott.ssa Panissiti, Michelangelo Zanghì per la Compagnia Santina Porcino, Chiara Pollicita per la sua associazione culturale e Stefano Mollica per la compagnia Nuovi Teatri, in seguito si aggiunge ai suddetti il sig. Pasqualino la Macchia in qualità, presumibilmente, di consigliere comunale.
Da subito i ragazzi hanno dovuto subire l’aggressione verbale dei due Musarra. L’assessore Impalà si è rimangiato la parola dicendo che non aveva promesso nessun patrocinio da parte del comune. Il vicesindaco Gullo ha tentato più volte di trovare un punto di incontro e ha proposto di abbattere la cifra di circa il 50% -e scendendo di quasi due terzi verso la fine della riunione- di cui una parte l’avrebbe pagata il comune e l’altra la compagnia che intendeva realizzare lo spettacolo.
I ragazzi, che conoscevano bene la convenzione tra comune e gestore, non hanno minimamente accettato e si sono riservati di dare seguito ad una azione legale. Facendo rilevare che erano a conoscenza del fatto che il comune aveva permesso al gestore di occuparsi di diversi presunti interventi di manutenzione che il comune avrebbe detratto dal canone. Col risultato che in circa otto anni di gestione il conduttore della struttura non ha versato il regolare pagamento previsto dalla convenzione stipulata a seguito di regolare bando pubblico (un modo molto intelligente per aggirare l’ostacolo della turbativa d’asta: mi offri il massimo, tanto poi paghi quello che puoi o che vuoi!)
Non abbiamo ancora il testo intero della convenzione, ma sembrerebbe che il canone annuo per l’affitto si aggiri attorno agli 8.000,00 euro, più una quota vicino o superiore al 30% sul netto degli incassi. Quindi si deduce che, se è vero che il gestore non ha mai pagato un centesimo, le spese di manutenzione straordinaria e presunti ammodernamenti della struttura ammonterebbero minimo a 64.000,00 euro senza contare la quota percentuale che il gestore avrebbe dovuto versare e, che facendo ipotesi per difetto, potrebbe ammontare a cifre davvero importanti. Di questo stiamo chiedendo resoconti alla SIAE, a tutti i distributori di pellicole cinematografiche che operano sulla zona e alle diverse associazioni e privati che negli otto anni di gestione hanno usufruito della struttura a pagamento, compreso il comune di Patti, che invece di utilizzare la convenzione per le famose serate libere, ha pagato rimborsi al gestore per presunti mancati guadagni almeno in qualche importante occasione tipo il carnevale dell’anno scorso.
Se i conti tornano, il comune, rinunciando al compenso concordato col gestore, ha perso somme che potevano servire a ripianare il debito con la cassa depositi e prestiti, con il quale è stata realizzato l’arredamento della struttura.
Non va sottovalutato infatti, che dopo i miliardi spesi per la ristrutturazione complessiva dell’immobile, il comune si è sobbarcato un ulteriore debito, appunto, con la Cassa Depositi e Prestiti contraendo un mutuo che i cittadini puntualmente stanno continuando a pagare.
Aggiungiamo che tale ulteriore spesa è stata necessaria per adeguare la struttura allo svolgimento di opere teatrali già previste dalla stessa convenzione tra comune e gestore, con obbligo di programmazione da parte di quest’ultimo.
Riteniamo quindi possibile sollecitare l’apertura di un’inchiesta da parte della magistratura e da parte della Corte dei Conti per l’allegra gestione del bene pubblico.
Si allega indirizzo facebook dove è possibile scaricare copia pagina della convenzione.
http://www.facebook.com/photo.php?pid=30986718&id=1554136459.
Alla pagina linkata di seguito ulteriori informazioni e immagini dei protagonisti politici della vicenda.
http://www.facebook.com/group.php?gid=117064624972049&ref=ts
Ufficio Stampa
Comitato Cittadino “ridateci il nostro cine teatro”
***
Osservazioni sulla questione cine-teatro comunale di Patti.
Vorremmo si capisse chiaramente che il problema non è, come vogliono farlo apparire amministratori comunali e gestore del cinema, sui 900 o 300 euro ma è molto più grave.
Il problema è che un bene pubblico viene gestito in forma del tutto privatistica e i combutta tra gestore e dipartimento cultura/spettacolo del comune.
Le cose che si devono sapere sono:
1) in virtù di quale accordo il gestore in otto anni non ha mai versato un centesimo al comune? (l’a convenzione prevede un canone e una percentuale sugli incassi).
2) come è possibile che il comune abbia autorizzato interventi di manutenzione straordinaria per centinaia di miglia di euro in piena autonomia al gestore?
3) come è possibile che per le 40 serate libere (di cui nella convenzione) per l’utilizzo da parte di associazioni culturali patrocinate dal comune il gestore chieda e imponga il pagamento di servizi non richiesti?
4) come è possibile che dopo che l’associazione ha denunciato tutto pubblicamente il costo richiesto per incanto scenda da 900 a 300 euro.
5) come è possibile che non vi sia un regolamento che preveda le spese che le associazioni patrocinate devono sostenere obbligatoriamente ?
6) come è possibile che nonostante l’affidamento sia scaduto da anni il comune non abbia provveduto a indire la nuova gara? (la stanno preparando adesso in fretta e furia dopo questa polemica).
7) come è possibile che il comune invece di prendere soldi dall’affitto della struttura paghi mancati guadagni al gestore quando ne fa uso pubblico? (vedi delibere carnevale 2009)
8) come è possibile che molte delle prescrizioni di indirizzo artistico e di utilità della struttura previste dalla convenzione sia state del tutto disattese?
Adesso gli amministratori spostano il discorso sulla banale questione dei soldi chiesti alla compagnia. Non stiamo parlando di un posto al mercato delle verdure. Stiamo parlando dell’unico luogo pubblico (ristrutturato con un mutuo presso la cassa depositi e prestiti e pagato puntualmente dai cittadini e non dal gestore) di cui la città può avvalersi per rappresentazioni di tipo culturali. Capisco che per loro la cultura è un danno e sanno bene che il loro consenso elettorale si basa soprattutto su quella fascia di gente bisognosa e con poca istruzione. Siamo in democrazia e se vengono eletti loro significa che la maggioranza delle persone di Patti vivono questa condizione e quindi ne prendiamo atto. Ma non possiamo permettere che con atteggiamenti che in altri luoghi vengono definiti a ragione come mafiosi da noi vengano rappresentati come la normalità.
Franco Zanghì