Nun c’é peggiu surdu di chi non voli sentiri
In risposta al nostro comunicato “Dal Comites Bruxelles-Brabante-Fiandre” riceviamo da Salvatore Arnone, membro del Comites de La Louviere la seguente lettera:
Caro Francesco Paolo, da noi in sicilia ce un proverbio che dice “quannu u gatto unnarriva a la saimi dici che ieni agra” cosi ti e finita a te, vendendo la tua candidatura fallita te la prendi con tutti coloro che secondo te sono degli incapaci e li offendi, quest’atteggiamento caro mio e un atteggiamento fascista la quale tu sei.
Perché quando critichi la legge elettorare pei i Comites, prima di tutto avresti dovuto scrivere al tuo mentore ex ministro Tremaglia, che si era fatto un collo cosi grosso con questa legge che porta il suo nome che a quando sembra si è strozzato.
Per quanto riguarda il CGIE, a dire di tutti i Comites de mondo, meno male che c’erano loro a difendere cio che tu e il governo per la quale tifi ci hanno tolto quasi tutti i consolati in Belgio.
Dunque a mio parere prima di metterti a fare proclami, datti una regolata e fatti un esame di coscienza.
Salvatore ARNONE, membro del Comites di La Louvière
P.S. se non mi scrivi più mi ai un piacere.
La risposta: Nun c’é peggiu surdu di chi non voli sentiri
Bruxelles, 19 marzo 2010
Caro Arnone,
quando si legge un articolo, secondo me, non si dovrebbe pensare a chi lo ha scritto, alla sua personalità, a che cosa rappresenta, ma ci si dovrebbe soffermare su quello che c’è scritto.
E’ segno di intelligenza e dimostra attenzione al contenuto senza discutere invece del colore degli occhi dell’autore. Non scomodiamo poi “gatti o salami” che ormai i primi se li sono mangiati gli amici tuoi, per i salami invece ed altre leccornie bisognerebbe chiedere ai lavoratori di Termini Imerese, da ieri in cassa integrazione fino a dopo Pasqua, e poi a casa…
In Sicilia, rispondendo al proverbio che mi hai inviato, si dice pure “non c’è peggiu suddu di chi nun voli sentiri”, e mi spiego.
Nel comunicato analizzo in primis la legge per il voto all’estero, legge che reputo scellerata nonostante io come l’Altra Sicilia abbia cercato, è vero, di difendere i tuoi interessi presentando una lista “siciliana” che non ha certo avuto i risultati del tuo amico Carozza, premiato poi con un avanzamento di grado al Parlamento europeo e con la nomina a segretario generale dell’ente inutile, ripeto inutile e che proditoriamente, con il concorso di tutti i tuoi amici, partiti, sindacati, stampa, viene mantenuto in vita nonostante gli eletti all’estero.
Una legge la si giudica dal risultato: ora il voto all’estero ha consegnato – grazie anche a gente come te – alla Camera e al Senato personaggi che non risiedono neanche all’estero, i più degradabili, quindi completamente ineleggibili, ma anche mascalzoni che sulla tua e sulla mia buonafede hanno speculato (più sulla tua …) Di Girolamo non sarà certamente un caso isolato… Io analizzo la partecipazione dei cittadini al voto. Partecipazione che non è di quelli che vendono o peggio regalano le buste elettorali, ma di quelli che questo voto lo hanno vissuto in prima persona, magari candidandosi direttamente e mettendoci oltre alla faccia, anche tempo e qualche denaro.
Una legge inventata da Tremaglia e sodali, sballata già nelle sue fondamenta.
Come il ponte sullo stretto che il padrone dell’Italia (in Sicilia, fortunatamente non viene neanche per telefono, come fa nelle riunioni elettorali a Napoli o a Reggio Calabria e… tutti ad ascoltare come si faceva una volta in Chiesa) intende far costruire nonostante i bisogni primari di quelle popolazioni, la mancanza di infrastrutture, ma soprattutto i terreni che smottano, i senzatetto che aumentano, le promesse tipo l’Aquila che si sprecano, ma soprattutto, siamo anche, da buoni siciliani, un tantino superstiziosi, la terra che si ribella e fa sentire le sue offese.
Una legge che si esplica per corrispondenza, che permette il voto da casa, che non ha preparato liste valide di elettori né di candidati (De Girolamo e altri), che non ha aggiornato i dati dei residenti Aire, che permette l’invenzione di residenze danubiane o albanesi, che consente alla fine ogni tipo di manipolazione prima, dopo e durante il voto.
Poi una legge esplicitamente studiata per una categoria di cittadini che, come la legge per le quote rosa, appare una forzatura per categorie di serie B, quasi anche le donne fossero, al pari degli emigrati dei minus abens, quindi categorie sociali da tutelare ad ogni costo.
La gloria poi di Tremaglia è la metafora stessa della presunzione padana conclusa con un’apoteosi fasulla e con la fine politica dell’imbrogliato.
Ad onore del vero poi, devo confermarti che mi sono sempre battuto per la riforma dei Comites. Questi si’, per me, rilevano una grandissima importanza proprio con l’attuazione del voto all’estero perché rappresentano l’unico organismo valido per mantenere il contatto diretto tra eletti locali – eletti Comites – quindi le popolazioni residenti in una data circoscrizione e i rappresentanti eletti nelle circoscrizioni estere a cui dovrebbero indirizzarsi tutte le richieste e i bisogni, ammesso che questi eletti si manifestino, si sappia dove vivano, a quale comunità facciano riferimento principale, si manifestino, non domani alla vigilia delle elezioni, ma oggi, nel momento del bisogno, nostro, non loro.
Noi abbiamo denunziato i tagli di bilancio del MAE, e poi le chiusure e i ridimensionamenti dei consolati all’estero dalle pagine del nostro giornale “L’Isola”, ma tu?
Dov’eri caro amico di La Louviere quando manifestavamo per la chiusura di Esch/Alzette, quando protestavamo per il declassamento di Maasmechelen, Dieren, Amsterdam, eccetera …?
A questo punto occorre intendersi, nonostante il tuo post scriptum.
Questa lettera è rivolta a te, e idealmente ai nostri siciliani.
Contrariamente alle tue accuse io non faccio proclami, non è mio stile arrogarmi possibilità e poteri che non ho, né mai avro’, se mi conosci anche un poco mi darai ragione.
Da anni editiamo un giornale, “L’Isola”, con grande sacrificio e senza alcuna sovvenzione, cercando di informare i siciliani dei fatti della nostra terra e sensibilizzarli all’orgoglio di appartenere ad una terra “impareggiabile” (come diceva Salvatore Quasimodo), e lo facciamo anche per colmare quelle mancanze di informazione e sensibilità che partiti, anche quello a cui appartieni, non hanno mai saputo fare , nonostante i sostanziosi fondi che mettono a disposizione, anche all’estero, tu lo sai, della comunità emigrata che più si riconosce nella sua bandiera, quasi che la rappresentanza degli interessi e delle aspettative della nostra gente debba dipendere dal loro colore politico.
Attraverso L’Isola ci battiamo sempre per le comunità all’estero, specialmente la comunità siciliana alla quale appartengo con fierezza e con quel senso di dignità che purtroppo a molti nostri siciliani manca, forse perché distratti dalle preoccupazioni quotidiane o forse perché meno sensibili a quell’afflato che ci fa vivere la nostalgia della lontananza e l’impotenza materiale di fronte a malgoverno e catastrofi naturali come un vero fastidio che con il nostro lavoro quotidiano e il nostro sacrificio, ma anche con le critiche e le cattiverie che ci vengono mosse, cercheremo sempre di lenire.
Un siciliano saluto,
Francesco Paolo Catania