E aspettate Bertolaso
Che la situazione del bel Paese sia preoccupante non lo dicono soltanto i giornali, gli economisti, i media italiani e stranieri e, da tempo ormai, anche noi de L´Altra Sicilia: ce lo conferma quotidianamente l`attualità.
Da quando la società contemporanea vive la psicosi dei cambiamenti, un imprenditore è “sceso in lizza” e tutta la scena politica si è letteralmente banalizzata.
Scomparsi così i vecchi partiti e le loro strutture, finite le ideologie, pensionati i vecchi politicanti, persino il sistema elettorale proporzionale è stato trasformato in un maggioritario su listino bloccato, dicono più vicino alle mutazioni della società moderna, sicuramente,diciamo noi, più consono a creare attorno ad un “capo” un consenso assoluto.
La televisione poi è diventata misura di tutto (sarà un caso che il maggior imprenditore televisivo sia anche il primo ministro?) e nani e ballerine, se non siedono già nella Camera o nel Senato, hanno raggiunto una visibilita`mediatica che li autorizza ad aspirare a ruoli politici.
Persino in Europa, dopo Sciascia, Spinelli, o Franco Petronio, cito a parziale memoria, siamo stati capaci di mandare a rappresentarci il presentatore Sassoli, la cantante Zannicchi, l’attrice Gardini, l’annunciatrice Matera e rimandare Mastella e De Mita, immarcescibili proprio perchè il sistema questo ce lo consente.
Quello che preoccupa però sono i risvolti di questo pressapochismo: la serie di gaffes che i nostri rappresentanti istituzionali collezionano su scala mondiale e che ci squalificano come partners seri ed affidabili, l’impossibilità di risolvere i problemi della famiglie e dei territori . Ricordiamoci delle foto con corna, delle pacche sulle spalle, delle critiche agli americani ad Haiti, da parte non del ministro degli esteri, ma da un tecnico oggi con preoccupazioni giudiziarie e, ultima in ordine di tempo, della gaffe strabiliante anti-Iran, conseguenza del “siamo tutti degli improvvisatori”…
Perciò non è un caso l’incapacità di saper rispondere alle sfide del quotidiano e il procedere a tentoni, come improvvisatori, di fronte alla crisi economica o alla richiesta di occupazione e lavoro.
La Sicilia soffre piu`degli altri la mancanza di programmazione e, al solito, si culla nell àttesa di Audax, il portento che viene da fuori e, come nelle tragedie greche, risolve ogni problema.
Tant’è che a Giampilieri aspettano ancora la grazia promessa della ricostruzione, come i 6000 dell’Aquila che vivono ancora sotto le tende, come a Termini Imerese aspettano Marchionne che ha già fatto l’accordo con i Russi per costruire 500mila autovetture laggiù nella steppa, proprio a dimostrazione del suo anti-sicilianismo: perché non costruirle a Termini? E il governo? Silente. E i siciliani: in attesa, come sempre, incapaci della minima protesta, del benchè minimo scatto di orgoglio.
La protezione civile quindi, senza entrare nella vicenda Bertolaso che non ci interessa, ma che sottolinea il grado di corruzione esistente nella “repubblica”, viene in relazione con la Sicilia relativamente alle promesse di ricostruzione, sventolate nei media e puntualmente disattese; in relazione ai Canadair (3) in dotazione all’Isola durante le torridi estati a rischio incendi, e poi inviati in Spagna; in relazione alle cifre da capogiro che il comparto della Protezione civile gestisce e che poi fanno la festa dei soliti compagni di merende mentre chi soffre in Sicilia aspetta e langue.
La spartizione è ormai in atto: il governo infatti propone un Decreto legge per trasformare la protezione civile in Società per Azioni, prevedendo, per un periodo di 2 anni, la sospensione di ogni sua responsabilita civile e penale e sottraendola cosi`praticamente ad ogni controllo del Parlamento e della magistratura, sul modello gia`passato in Finanziaria della “Difesa SpA” : carri armati, sommergibili, truppe, approvvigionamenti e caserme passati sotto il solo controllo di una società civile affidata alla gestione del ministro della difesa .
Così dopo Difesa SpA, avremo anche Protezione Civile SpA, con potere di gestione non solo delle emergenze ma anche dei grandi eventi, come successo al G8 della Maddalena o ai mondiali di nuoto di Roma, quindi probabilmente avremo la Infrastrutture Spa, con l’immensa macchina mangiasoldi prevista per i futuri cantieri del Ponte sullo Stretto già inaugurati a Cannitello (sic),ma che speriamo possano essere rifiutati dai cittadini stessi.
Siamo nel solco delle italiche furbizie dei vari Calandrino, Bruno e Buffalmacco, se soltanto non fossero in gioco le tragedie dei cittadini, come a Giampilieri, dove dopo l’alluvione, i morti e le case distrutte, assistiamo alla vergogna dei sopravvissuti che impastano cemento e alzano muri di contenimento, convinti che la ricostruzione non sia ancora vicina come negli Abruzzi, dove il pacchetto sembra economicamente ben più interessante per imprese come quelle di Balducci, Anemone e Dellagiovanna.
Ma è inutile gridare allo scandalo. I cittadini stessi sono responsabili di tutto questo con la loro ignavia, il loro accettare supinamente, il loro essere popolo bue, il loro rincorrere le mutande di Corona o osannare gli eroi del GF, programma elargito sempre dalla televisione del “de cuius”.
La gente permette che questa classe politica imperi, destra e sinistra, centro e periferie, tutti d’accordo per accomodare i ganci del potere e poterlo gestire a proprio piacimento. Non ci scandalizziamo per escort e puttane, rientrano nell’etica corrente.
Se Fiat può decidere di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese lo fa perchè la gente siciliana non riesce a ribellarsi e aspetta supinamente un intervento governativo o di Fiorello (sic) che non arriverà mai.
Se i padri di famiglia di Giampilieri aggiustano le case a proprie spese, lo fanno soprattutto perchè hanno capito di essere lasciati soli. Se i cantieri di Cannitello fanno oggi soltanto erba, forse sarà perchè il sistema degli appalti e degli affari ha subito un fermo dalla parte di una magistratura che oggi ci sembra l’unica opposizione non a governo o opposizione, ma alla casta politica che oggi si divide l’ex Bel Paese.
E i siciliani? Dormono ancora, nonostante perdano lavoro e vivano negli alberghi del messinese, sempre sperando forse che le imprese di Balducci, Anemone e compagnia varia possano impegnarsi nella riconversione di Termini o nella ricostrtuzione di Giampilieri e Guidomandri.
L’Altra Sicilia
Ufficio Stampa