Mafia: il momento del ricambio
Oggi che il mondo sembra cambiare velocemente, appare necessario adeguare i parametri del vivere civile alle accelerazioni che il tempo implacabile imprime agli affari umani.
Economia, finanza, politica, giustizia ma anche famiglia, scuola, università, solidarietà, cittadinanza, valori ed identità hanno cambiato da tempo i loro modi e si stanno adeguando ai cambiamenti della società globale.
Essere al passo dei tempi comporta certamente la rivisitazione dei modi di essere e di concepire la realtà che devono essere adeguati alle nuove esigenze dei nuovi cittadini.
Cosi’ mentre una volta la classe politica, ad esempio, esprimeva esponenti con una formazione superiore alla media del paese, oggi ( e gli esempi sono sotto gli occhi di tutti noi) molti politici sono affaristi prestati al servizio pubblico e di questo servizio pubblico se ne appropriano in maniera talmente ossessionante che non sono più disposti a fare un passo indietro, grazie soprattutto ai voti di scambio che, ieri come oggi, superano gli stalli della globalizzazione.
Sempre il popolo interviene pero’ negli affari globalizzati, nella politica globalizzata e sempre il popolo è determinante nella distribuzione del consenso. Parliamo pero’ di un popolo, un’entità di individui fieri della loro origine, orgogliosi della loro identità, caratteristiche che purtroppo non ritroviamo nei siciliani di oggi.
Accanto alle accezioni positive del vivere civile, la globalizzazione ha determinato un “fuori gioco” di vecchie logiche anche nel comparto, ad esempio, della criminalità “mafiosa”.
Noi siciliani, che siamo particolamrnete sensibili quando si parla di mafia, abbiamo sotto gli occhi i successi nella lotta antimafia ed applaudiamo la cattura di pericolosi latitanti di lunga militanza, anche se, da buoni siciliani, osiamo storcere il naso: perchè si é consentito a questi individui, per lunghi anni, di sfuggire alla cattura?
Delle due l’una: o non si volevano trovare oppure le autorità investigative non erano adeguate.
Se oggi i successi arridono al minstro leghista, ci sorge un dubbio, pur con tutta la simpatia per la lotta anticrimine: Che la mafia abbia deciso, come succede per tutte le cose umane, di adeguarsi ai termpi.
Eh , quando si dice … la globalizzazione !!!
Gli esponenti mafiosi, oggi catturati, latitanti da lunga data, appaiono figli di un tempo andato: sono vecchi “padrini”, superati dal tempo e dall’età, vecchi da pensionare perchè non più adeguati al bisogno della nuova criminalità organizzata che oggi parla in internet, si sposta non più sulla “giulietta alfa romeo” ma a bordo di jet spersonici, ha studiato, parla le lingue, differenzia la propria attività, fa politica.
Esiste quindi l’esigenza di mettere in pensione i capi storici superstiti di un mondo di mafia superato dalla globalizzazione.
Ma come intervenire senza scatenare guerre di successione? semplicemente consegnando letteralmente questi vecchi scomodi alla giustizia, pronti poi al ricambio che deve obbedire alle nuove esigenze della “cosidetta mafia” .
Complimenti quindi a Maroni a giudici e poliziotti, ma avanziamo il sospetto (certezza) che il successo delle autorità sia pilotato dai nuovi emergenti e che già da oggi stanno intervenendo con metodologie nuove, moderne e adeguate a questa globalizzazione.
Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo
Bruxelles, 11/12/2009