Per salvare l’economia mondiale Mettiamo il Piano LaRouche all’ordine del giorno
Appello di Helga Zepp-LaRouche, diffuso in Italia dal 23 ottobre 2009.
È giunta l’ora della verità. Le stesse banche zombie che hanno portato l’economia mondiale sull’orlo del caos totale, privando centinaia di milioni di persone dei mezzi di sussistenza, addebitando i costi della
distruzione ai contribuenti, e gravando i bilanci pubblici di debiti astronomici, ci stanno riprovando ora, ricominciando con le operazioni ad alto rischio ed i bonus miliardari ai loro manager.
L’economia reale è in caduta libera in tutto il mondo, i licenziamenti di massa gettano nella disperazione milioni di persone e per la prima volta il numero di coloro che patiscono la fame ha superato il
miliardo.
Dopo un breve periodo di panico, nell’ottobre 2008, in cui ci sono stati numerosi appelli per una nuova architettura finanziaria, i poteri finanziari dell’Impero Britannico – il sistema finanziario che fa capo alla City di Londa – si sono imposti ai tre vertici del G20 a Washington, Londra e Pittsburgh, dimostrando che i governi si limitano ad eseguire la politica decisa dalle banche.
La riorganizzazione del sistema finanziario che era così urgente è stata impedita e la crisi sistemica è peggiorata. Ora si prospetta un mega crac insieme ad un’esplosione iperinflazionistica.
L’aspetto più incredibile è che non è stata ancora fatta un’analisi approfondita delle cause della crisi, nonostante essa rischi di trasformarsi nella peggiore sfida della storia del genere umano.
Invece di affrontare il fatto che l’intera casta degli economisti ha fallito miseramente, i cosiddetti “esperti” sostengono che nessuno avrebbe potuto prevedere la crisi e che tutti sono stati colti di sorpresa. Altri consulenti di investimento che promettono miniere
d’oro sostengono invece di aver previsto la crisi.
La verità è che molte personalità ad alto livello, e moltissimi normali cittadini in numerosi paesi, sanno che c’è una persona che aveva previsto la crisi molto tempo prima: Lyndon LaRouche.
Per citare
solo un esempio tra molti, Massimo Pini, ex membro del consiglio di amministrazione dell’IRI e consigliere del governo Amato nel 1992, ha scritto nel numero del gennaio 2008 del mensile Area che Lyndon LaRouche è stato l’unico economista ad aver previsto la catastrofe in molte pubblicazioni, in tempi non sospetti.
Come può facilmente verificare chiunque sia interessato alla verità, LaRouche aveva messo in guardia da una crisi sistemica già nel 1971, e
man mano che venivano prese decisioni che rafforzavano il sistema monetarista, aveva avvisato dei pericoli insiti nel farlo e, soprattutto dall’inizio degli Novanta, del pericolo di un’imminente crisi sistemica.
Oltre 12 anni fa l’economista ucraina Natalia Vitrenko e la presidente dello Schiller Institut Helga Zepp-LaRouche lanciarono un appello per
la Nuova Bretton Woods proposta da LaRouche, sottoscritto da migliaia di personalità in importanti istituzioni ed in cinque continenti.
È essenziale a questo punto comprendere appieno il metodo economico che ha consentito a Lyndon LaRouche di riconoscere gli errori sistematici del monetarismo, perché questo metodo è una garanzia
affidabile per trovare la via di uscita dalla crisi. In questa crisi non dovremmo dare ascolto a coloro che sono stati colti di sorpresa dalla crisi e non hanno appreso nulla nel frattempo. Un motivo di
ottimismo sta nell’accordo tra le quattro potenze (USA, Russia, Cina ed India) proposto da LaRouche, impostato su accordi di credito del tipo di quelli sottoscritti recentemente tra Russia e Cina, che
rappresentano un importante passo in avanti verso un nuovo sistema creditizio e l’attuazione del ponte terrestre eurasiatico come uno dei principali progetti di ricostruzione dell’economia mondiale.
Il destino dell’umanità è appeso ad un filo. Abbiamo urgente bisogno di una discussione aperta sulle previsioni e le soluzioni di Lyndon LaRouche. Come dichiarò l’ex Presidente del Messico Lopez Portillo: è giunta l’ora di dare ascolto alle parole sagge di LaRouche!
Fonte: www.movisol.it