”Alleati per il Sud ” la solita ”ARIA FRITTA”?
Nei comunicati di questa vera e propria fiera delle nullità il risultato finale di questo circo autoreferenziale sarà una misera e scoraggiante miscela di “Aria fritta”.
Il “sud”? Ma se c’è un “sud” di qualcosa, cioè d’Italia, non c’è identità distinta di popolo. E cos’è il sud? Sud d’Italia? Repubblica Partenopea? Regno di Napoli o Napolitanìa? Sicilia “al di qua del Faro”? O semplicemente la somma di sei regioni italiane? Non lo sappiamo.
Forse qualcuno non ha ancora capito che la Sicilia non è il Sud e non ha capito che chiamare uno stato o una regione con una coordinata geografica è il modo migliore per negarne l’esistenza: “La Sicilia è la Sicilia”, punto e basta.
Continuino i politicanti nostrani a promuovere convenzioni, a creare nuove sigle, vuote di qualsiasi programma, solo spinti dalla sete di potere nella speranza di arraffare qui è la qualcosa per potere sopravvivere in una società contemporanea ormai incancrenita dal potere economico, ma sappiano che finchè esisterà “L’Altra Sicilia” e porterà con successo certo e poco apparente l’afflato autonomistico, tutti questi nuovi Carneade saranno costretti a copiarci per non lasciare a noi quel primato, ad essere percio’, a parole, autonomisti, meridionalisti, surrogati di vari partiti, pur di tarparci le ali e rubarci ogni spazio ideale per non farci crescere e accelerare cosi’ il centralismo e la soggezione agli interessi del nord, che pure oggi, nonostante noi, appare dominante.
Come fare a salvare le prerogative e l’identità della Sicilia senza restare isolati dagli stessi meridionali, risultando minima parte elettorale?
Noi un suggerimento l’abbiamo, la carta vincente che risolve finalmente il dualismo italiano. Ne facciano gli autonomisti una bandiera! Escano allo scoperto i tanti pavidi ancora nascosti nei partiti nazionali. E sarà la vittoria.
Come? Semplicissimo: unire le 6 regioni meridionali continentali in un’unica “Macroregione” a statuto speciale CON L’IDENTICO STATUTO AUTONOMO DI CUI OGGI GODE LA SICILIA! Unica modifica potrebbe essere quella di unire la nostra e la loro “Alta Corte” in un’unica “Alta Corte delle Due Sicilie”, con sede a Roma, a tutela della nostra e della loro autonomia. Se vogliono unirsi a questa lotta di liberazione i Sardi, ben vengano, ovviamente mantenendo come noi siciliani, ma anche più di noi, la loro autonomia e la loro specificità.
In ogni caso mantenendo, come è sempre stata viva aspirazione dei Siciliani, le due regioni-stato distinte, i due Popoli delle Due Sicilie marcerebbero ora loro come un rullo compressore lasciando le briciole a Berlusconi e Veltroni che invece dovrebbero rifugiarsi dai loro tanto amati elettori del centro-nord!
Fratelli Napolitani, raccogliete questo nostro suggerimento!
Studiate il nostro Statuto: sarà la Vostra libertà!
Modifichiamo appena l’art.1 Statuto Speciale della REGIONE NAPOLITANA: “I Comuni della Repubblica Italiana il cui territorio già era ricompreso nella parte continentale del Regno delle Due Sicilie, ivi compresi Pontecorvo e Benevento, sono costituiti in regione autonoma… La città di Napoli è capoluogo della Regione….” e così via, con una sola modifica in seguito per unificare le due “Alte Corti”.
Pensateci:
1 – avremo di nuovo Banco di Napoli e Banco di Sicilia rifondati che emetterano moneta pubblica e non soggetta a signoraggio (art.. 40 statuto);
2 – avremo ciascuno un nostro ordinamento tributario sovrano (36);
3 – le imprese che avranno sede fuori dalla regione dovranno versare le imposte in base al reddito prodotto o ai consumi manifestati nella regione (37) e non in base alla sede legale;
4 – con la potestà esclusiva nelle scuole elementari potremmo ricreare l’identità negata dei nostri popoli;
5 – tutte le funzioni statali nel territorio passerebbero alle regioni che diventerebbero così semi-indipendenti e non continuiamo solo per brevità.
E così i “padagni” non rompono più.
Chiediamo solo ai cittadini dell’Aquila, di Campobasso, di Bari, di Potenza e di Catanzaro, di mettere da parte i campanilismi che servono solo al malgoverno italiano per mantenere inoffensivi e divisi i “meridionali”.
Le attuali province possono bene ereditare le funzioni amministrative delle regioni e trasformarsi in “liberi consorzi di comuni” come in Sicilia.
Potrete proclamare lingua ufficiale, accanto all’Italiano, il Napoletano (parlato e compreso dappertutto, in diverse varianti, tranne in Calabria e in Salento, dove potreste/dovreste riconoscere il Siciliano nelle sue due varianti locali).
L’Italia può forse reprimere 5 milioni di Siciliani, ma non potrà mai reprimerne 5 + 14 di DuoSiciliani.
Se non avrete mire “imperialistiche” sulla Sicilia che come in altri tempi ci porterebbero alla rovina, nessuno potrà fermarci.
Noi non siamo poveri per natura, lo siamo perché depredati di tutto.
Spezziamo insieme le catene del colonialismo italico.
Viva la Sicilia! Viva la Napolitania! Viva le Due Sicilie!
Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo
N.B. Nella foto il logo usato dalla nostra organizzazione per le elezioni politiche, circoscrizione europa, del 2006; delle amministrative a palermo nel 2007 e alle politiche, circoscrizione europa, del 2009