A quanti non lo abbiano ancora capito…
Diciamo che avevamo voluto riporre la nostra fiducia in quanti sembravano parlare la nostra stessa lingua.
Sembrava però, perché a conti fatti – vista la massa di “ricercanti” che si sono imbarcati in quel treno, identificate le mire di potere insite in quel progetto – riteniamo di dover fare marcia indietro e smarcarci definitivamente.
Al contrario di quelli che introdussero il cavallo di legno dentro le loro mura, L’Altra Sicilia lascia il cavallo fuori anzi lo spinge nel mare, con fierezza.
Ricordiamo che, contrariamente ad altre associazioni che sono state capaci di accedere a fondi ed avere sovvenzioni per fare attività, la nostra organizzazione ha sempre vissuto di volontariato, degli spazi che ciascuno di noi riesce a ritagliarsi sacrificandoli ad una passeggiata con i figli, una cena romantica o una pellicola distratta.
L’Altra Sicilia, anche a costo di vedersi ridurre le sue possibilità, non accetta oggi di sacrificare alla necessità la sua libertà.
Non riceviamo sovvenzioni, non abbiamo soldi a disposizione, tutto quello che facciamo lo facciamo a spese nostre. Come L’Isola – periodico che tra mille difficoltà riusciamo a ideare, scrivere e ad inviare a tutti gratuitamente (tranne pochi abbonati) – che continua e, anzi, vede il suo consenso aumentare di volta in volta. Questo può bastarci.
C’eravamo impegnati nella celebrazione del 63° Anniversario dello Statuto di Autonomia, avevamo creato un consenso che ci era apparso, sulle prime, autentico. Oggi vediamo ostacoli su ostacoli sovrapporsi all’organizzazione di una manifestazione che aveva raccolto consensi e adesioni eccellenti.
Più si avvicina la data della manifestazione, più notiamo difficoltà emergere.
Purtroppo da qualche tempo ormai registriamo troppe voci che parlano di Sicilia e di siciliani.
Certo, siamo del parere che chi interviene per portare avanti le istanze e le aspirazioni della Sicilia e della sua gente non può fare altro che inorgoglirci ed invitarci a continuare, ma oggi che ci vediamo più chiaro, mostriamo una certa preoccupazione quando il nostro nome viene utilizzato da quanti si sono serviti per anni dell’emigrazione, dell’Autonomia e si sono spacciati come rappresentanti della nostra organizzazione a scopo meramente personale, senza averne titolo.
Molti intervengono a nome nostro, possiamo anche ringraziarli, ma certamente vorremmo mettere i paletti: non abbiamo autorizzato né autorizzeremo chicchessia ad intervenire a nome nostro.
Possiamo ancora farlo da noi stessi, ci siamo… “pagati questo lusso”.
Forse gli appetiti elettorali, l’approssimarsi delle elezioni potrebbe aver fatto aguzzare l’ingegno ai soliti noti.
A costoro l’Altra Sicilia dice: NO!
Non accettiamo di militare sotto alcuna bandiera. Abbiamo la nostra che abbiamo fatto sventolare per primi su tutti i municipi dell’Isola.
Tutto il nostro operare è un atto d’amore verso la Sicilia; uno struggente messaggio di devozione e di resa a dispetto di quanti non riescono ancora a comprendere, di quanti ci rimproverano sommessamente o con forza tacciandoci di eccessivo patetismo noi ribadiamo: devozione e resa.
Devozione ai luoghi che ci sono rimasti lontani nella distanza, resa alla memoria che ce li avvicina nel tempo e nell’anima.
Prerogative queste che non si acquistano ma che si hanno dentro, nel profondo.
A quanti questo non lo abbiano ancora capito…
Ufficio Stampa
L’Altra Sicilia
N.b. Provinciae Delendae Sunt