Mafia – quello che succede quando la vittima sono io

Riceviamo e pubblichiamo.

Dopo ventitré anni di servizio, arrivo per mobilità volontaria al Comune di Saponara in provincia di Messina, per ricoprire il ruolo di comandante della polizia municipale. Mi vengo a trovare in un luogo dove i registri risultano contraffatti, diffuse irregolarità, l’impossibilità di registrare la posta perché il sindaco ha sottratto alla polizia municipale l’apposito registro, e mi imbatto mio malgrado in una vastità di illeciti che riguardano anche gli altri settori comunali (false attestazioni di funzionari, licenza commerciale rilasciata in violazione della legge, interessi privati e tanto, tanto vario altro). Di fronte alle diffuse irregolarità nelle quali mi imbatto, ricevo dai più alti rappresentanti dell’ente, l’invito ad attuare una linea morbida, ad essere per così dire “comprensivo”.

Non volendo restare coinvolto in brutte situazioni, richiedo il nulla osta alla mobilità e cerco, invano, un altro comune disposto ad accogliermi.

Nel frattempo,oltre alla guerra che viene condotta nei miei confronti dagli esponenti politici locali, al crescente isolamento da parte delle altre strutture comunali, iniziano una serie di atti intimidatori che hanno per bersaglio me e la polizia municipale. Una forma di pane lasciata sul tetto della mia autovettura parcheggiata sotto casa, le macchine della polizia municipale bloccate nel parcheggio comunale, il comando sigillato con nastro da cantiere, io che vengo rinchiuso con un lucchetto all’interno del comando, dei fiori che vengono lasciati all’ingresso del comando.

Delle strane cose che succedono e di quelle che sento, tengo costantemente informata la procura della repubblica e la prefettura di Messina.

La guerra messa in atto contro di me, viene implementata con una serie di provvedimenti disciplinari tutti basati su personali dichiarazioni del sindaco. La cosa che mi preoccupa maggiormente è che, tra le varie accuse mossemi per iscritto dal sindaco, risulta quella di essermi spesso recato dal procuratore della repubblica senza essere mai stato da questi invitato, e di aver parlato male dell’amministrazione comunale al prefetto di Messina.

Perché mi preoccupano tali dichiarazioni? Semplice: anche qualora mi fossi sognato tutto, e così non è stato, le indagini dovevano comunque restare tutelate dal segreto. E se io ero certo di non aver riferito nulla al sindaco, chi era stato ad informarlo?

A seguito dei procedimenti disciplinari avviati dal sindaco, il plotone d’esecuzione appositamente istituito ed erroneamente denominato commissione disciplinare, costituita in difformità alla legge ed i cui due componenti risultavano essere due giannizzeri del sindaco, funzionari a carico dei quali alcune azioni illegali sono già state definitivamente accertate dalla Corte dei Conti e dalla Regione Siciliana (false dichiarazioni nella formazione dei bilanci, irregolarità contabili, ipotesi di turbativa d’asta ecc. ecc.), mi sospende dal servizio e dalla paga.

Vengo immediatamente trasferito ai servizi sociali, dove mi viene data una scrivania, una sedia ed un telefono, tra l’altro disabilitato per le chiamate esterne e per i collegamenti ad internet; le pratiche (?) sono buttate per terra. Non dispongo nemmeno di una macchina per scrivere, e il personale sottoposto si pone nei miei confronti come se io fossi un appestato. Interpello i precedenti dirigenti per avere notizie di alcune pratiche e non ricevo che inutili risposte: “non ho memoria di ricordare cosa fatto in non so quale tempo”.

Inizio a lavorare nel nuovo ruolo, e mi imbatto in due possibili turbative d’asta; parallelamente il sindaco, utilizzando toni aspri e minacciosi, mi ordina di pagare ad una cooperativa somme, a fronte di prestazioni irregolari (la cooperativa è la stessa di cui accennavo prima, alla quale sono stati aggiudicati i servizi in modo irregolare). Prendo un mese di ferie e dico al segretario comunale, al sindaco ed al presidente della cooperativa che, durante la mia assenza avranno tutto il tempo di fare sistemare le carte al precedente dirigente, cioè a colui che aveva combinato gli imbrogli, e che al mio ritorno in servizio, trovando tutto “sistemato”, non mi sarei più interessato della cosa.

Al mio rientro purtroppo trovo tutto come prima, anzi ricevo un ordine di servizio del segretario comunale che mi ordina di liquidare la cooperativa entro cinque giorni.

Il mio dovere era quello di rispettare la legge, il mio potere era quello di farla rispettare; questo era il mio lavoro. Invio gli atti alla procura della repubblica ed alla corte dei conti, mando un esposto dettagliato agli uffici ispettivi della Regione Siciliana ed avvio contemporaneamente il contenzioso con la cooperativa.

Da qui in poi rilevo un più che esponenziale aumento delle minacce verbali e scritte, nuovi procedimenti disciplinari che continueranno, poiché nelle altre pratiche d’ufficio che affronto rilevo ovunque diffuse irregolarità e possibili illegalità. Ricevo pure in busta chiusa recapitata a casa, alcuni bossoli di fucile.

Sto molto male, dimagrisco tanto, ho difficoltà a dormire, il cuore ogni tanto impazzisce e se ne va per conto suo, ho sempre paura, tremo al passare di una macchina davanti casa oltre una certa ora, tutti i giorni cambio strada per recarmi da casa in ufficio e viceversa, mangio e vomito, a volte neanche mangio.

Sono costretto ad assentarmi dal lavoro per la malattia, e nel mio caso non si trattava di quelle oggetto di attenzioni da parte del Ministro Brunetta.

Decido di fuggire in Albania, ma arrivato a Bari torno indietro sui miei passi, per potere testimoniare a favore di due colleghi inquisiti per una falsa denuncia di un assessore comunale, tale signor Ruggeri, al quale pare che adesso qualcuno stia chiedendo indietro una parte delle somme da questo illegittimamente percepite a titolo di indennità assessoriale, in quanto corrisposte a seguito di dichiarazione scritta di essere disoccupato, quando invece non lo era, la qual cosa era a conoscenza di tutti.

Sempre alla ricerca di una mobilità continuo a lavorare, ad avere i soliti problemi ed a sentirmi sempre peggio. Quando non sono in ufficio, sono costantemente barricato in casa, fino al giorno che mi viene recapitato in ufficio un proiettile di fucile, questa volta carico. Lascio quindi la casa di Saponara, continuo a stare sempre male e sono costretto ad assentarmi dal lavoro, fino a quando dal comune di Saponara ricevo l’informazione di essere stato licenziato per aver superato il periodo di comporto, il giorno 19.09.2008. Non percepivo comunque lo stipendio sin dal mese di febbraio dell’anno 2008, a causa delle assenze per malattia.

Inizio a mandare esposti e denunce a mezzo mondo e ad alcuni soggetti che si occupano di informazione pubblica, tutte senza riscontro tranne quella inviata al Presidente della Repubblica, il quale mi dava notizia di dedicare una particolare attenzione alla vicenda che a lui risulta già seguita dalla Regione Siciliana, e tranne quello di una dirigente della Regione Siciliana , la quale mi chiede di non tediarla più con le mie denunce, perché la Regione non avrebbe sostanzialmente alcuna competenza per intervenire nella vicenda (?).

Mi reco alla sede INPS e faccio domanda per ottenere il sussidio di disoccupazione. Lì mi viene consegnato un modulo da compilare a cura del datore di lavoro. Spedisco quindi al comune di Saponara il modulo, il quale mi viene restituito intonzo. Il risultato è quello, ad oggi, di non aver percepito il sussidio di disoccupazione.

Cerco lavoro presso alcuni ristoranti e pizzerie per fare il cameriere o anche il lavapiatti, ma nessuno ne ha bisogno. Faccio una inserzione in un giornale di annunci, per fare il badante a persone anziane, ma nessuno mi chiama. Faccio la domanda a scuola per fare il bidello, ma ancora oggi nessuno mi ha convocato. Ho mandato alcuni curriculum ad imprese edili, dichiarandomi disposto a lavorare anche all’estero, ma sono ancora senza risposta. E intanto le medicine per curarmi le devo comprare, e paradossalmente devo mangiare pure io. E poi mi servono i soldi per spedire le lettere raccomandate (già oltre cento).

Nel frattempo, le finanziarie alle quali mi ero rivolto e che mi avevano concesso alcuni prestiti, mi chiedono di pagare le due rate non ancora pagate. Faccio presente di essere stato licenziato e di non percepire emolumenti sin dal febbraio 2008, ma che sono in attesa di un nuovo lavoro. Rilevo che alle persone che mi contattano telefonicamente, i miei problemi non interessano. La persona esiste solo in funzione del business.

Quando mi sono trovato, per la prima volta nella mia vita, in un contesto mafioso, ero impreparato. Ho comunque deciso di rispettare la legge ed ho cercato di resistere con ogni mezzo. Poiché non potevo confrontarmi con alcuno, per farmi coraggio mi sono detto che se resistevo lo facevo pure per i miei figli, per i quali non ho mai cercato una raccomandazione, per provare ad offrire loro una società più pulita, anche per merito del loro papà. E sempre per farmi coraggio ho pensato di resistere per tutti quelli che desiderano un futuro migliore, un mondo più onesto, per chi scrive denunce sui giornali, per quelli che cercano un lavoro senza aver nessun pezzo grosso alle spalle, per tutte le persone oneste. Ribadisco, questi pensieri li facevo nella mia solitudine e solamente per farmi coraggio.

Ho combattuto, ed infine ho perso. E insieme a me avete perso anche voi. Voi che avete il potere di offrirmi un lavoro per pagare i debiti e che mi consentirebbe di mantenere la dignità sociale che mi è stata tolta. Voi che avete il potere di portare i fatti all’attenzione della gente per sensibilizzarla, e così contribuire ad una diffusa e maggiore consapevolezza sociale del problema. Voi che mi avete giustamente negato il sussidio di disoccupazione. Voi che, nonostante il potere conferito dalla legge, non avete fatto nulla per fermare chi, al comune di Saponara, ha abusato e continua ad abusare.

Avete perso voi quando la Regione Siciliana e la Corte dei Conti hanno accertato le irregolarità e le illegalità ed i danni all’erario compiute ad esempio dai Signori Vincenzo Giuliano, Francesco Campagna e Tommaso Venuto, poiché a fronte degli illeciti accertati, il Comune Di Saponara li ha premiati promuovendoli, facendoli diventare dirigenti ed aumentando i loro appannaggi economici.

Avrete perso voi se vostri parenti non troveranno lavoro, quando invece a Saponara alcune assunzioni sono state fatte per chiamata diretta.

Per non tediarvi ulteriormente, della tantissima documentazione in mio possesso, allego in un CD una relazione ispettiva della Regione Siciliana, una sentenza della Corte dei Conti, una lettera della Regione Siciliana, due registrazioni vocali in una delle quali una mia sottoposta dichiara di essere stata avvicinata da un consigliere comunale che le chiedeva di denunciarmi, un altro sottoposto che riceve analoga richiesta da un onorevole della Regione Siciliana, un altro che dichiara di essere stato trasferito dall’ufficio personale all’ufficio notifiche, per aver segnalato al sindaco l’assunzione irregolare di un certo Cucinotta.

Nell’altra registrazione la responsabile di una cooperativa riferisce delle intenzioni del sindaco di danneggiarmi per non avere sottostato ad alcune richieste, e che avrei dovuto aspettarmi delle pesanti provocazioni (le minacce si concretizzeranno da lì a poco). Infine una certificazione medica. Tanto allego per consentire a voi una scelta consapevole.

Se qualcuno mi dovesse chiedere: Come ci si sente ad essere una vittima? Risponderei semplicemente: Augurati di non scoprirlo mai!

Giuseppe Toro

Al Corriere della Sera
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