”Duemilanove buoni motivi per resistere” di Marina Salvadore
E’ nell’aria! Segnali di cambiamento, di rigenerazione, si moltiplicano e “Megaride” battezza il 2009 “anno della Giustizia” non solo per la riforma annunciata dal Governo che, probabilmente, non toccherà nemmeno i temi a noi cari, dovendo cautamente procedere poiché – di qui o di là – ognuno dei poltronisti ha i suoi scheletri nell’armadio o in qualche maniera è compromesso in qualcosa. E’ la logica del Potere che vive di sotterfugi, di bieche complicità. Di timore reverenziale. come il giustiziere Di Pietro e figlio stanno dimostrando ampiamente, paratisi il culo in illo tempore dietro la campagna vessatoria dell’IDV contro il vicere’ Bassolino eppoi manifestatisi in tutta la loro goffa spavalderia accattoni ed affaristi nell’affare Mautone.
Tantoché han finito addirittura col regalare a Bassolino un punto di vantaggio, in fatto di “onestà”. anche se nella notte di San Silvestro, sappiamo, molti napoletani e molti romani, in un rito tribale hanno brindato con l’esorcizzante tarocco del Moet & Chandon della “capa gloriosa” di Enrico Durazzo patron di Napolimania: il beneaugurate spumante autoctono “Mo’ esce Antonio”, filtro magico più scaramantico dell’abusato corno di corallo.
Nel meriggiare pallido e assorto dell’anno che ci lasciamo alle spalle, sul rovente muro di gomma dei misteri nazionali molti “squagli” hanno prodotto falle riducendolo ad un groviera ed attraverso i buchi della “Rete” si inanellano serpenti e spirano olezzanti venticelli di calunnia. Siamo alla resa dei conti, finalmente! Il regime di sinistra si sta miseramente polverizzando, con i suoi miti del ’48 ed i suoi argonauti del ’92 che non riuscirono nella conquista del vello d’oro e – scornati – come fiere ferite, con ” un piccone imbracciato sotto la quercia Violantina”*, menavano colpi mortali alla democrazia, spalancando le porte di tante “bastiglie italiote”, praticando sacrifici umani ai “Robespierre” di provincia, epurando nelle patrie galere scomodi servitori dello Stato, versando pinte di lacrime e sangue mescolati alla bava vischiosa! Violante e Caselli.. i Danton ed i Marat. le ghigliottine, i boia e le toghe rosse.
Le schifezze umane che si sono inventate il “socialnetwork” della gestione dei pentiti, strumentalizzato all’uso di patti scellerati tra lo Stato e certa Mafia, per destabilizzare la Nazione, stuprarla e saccheggiarla, oggi strisciano melliflui perchè hanno capitombolato per eccesso di autorità e per troppa ostentazione ed ora, come riferisce dal suo blog, con innocenza da bambino, persino quel Roberto Galullo fresco di volgare liason con la nostra amica Agnesina Pozzi (che abbiamo integralmente pubblicato per il giudizio dei posteri) traballa squallidamente anche l’opera omnia del vittimificio di Stato – quello degli unici e soli risarciti che si sono vergognosamente schierati con gli aguzzini e gli assassini dei loro eroici morti – e scoppiano misere querelle tra vedove, orfani e fratelli di vittime illustri della Mafia; ognuno invidioso dell’altro. ognuno a contare nel borsellino i trenta o più danari del riscatto o la seggiola, il trono, lo sgabello conquistato in Società. Una lotta intestina tra maschere in gramaglie, tra signori Nessuno che praticano la pesca a strascico dei loro cadaveri eccellenti, gli agnelli sacrificali due volte assassinati dal Potere. che meriterebbero solo l’onore del Ricordo. Del Rispetto!
L’associazionismo vittimista monocolore – con tutti i piccoli satelliti sempre alla ricerca di soldi e sovvenzioni per i suoi boy-scouts – trema al solo paventarsi della possibile revisione di alcuni dei più importanti processi ( Contrada, D’Antone ecc.) poiché l’esito, alla luce dei fatti certi e documentati – ignorati fino ad ora – finirebbe col mettere in dubbio lo spirito medesimo dell’associazionismo vittimista di fazione, venendo meno l’oggetto del contendere, il capro espiatorio fino ad ora utile quale bersaglio. Lasciamo che si pizzichino tra loro, autodisintegrandosi perché non più credibili e sostenibili presso l’intelligenza media degli italiani medi. Duemilanove verità andremo cercando per la nostra Dignità di esseri senzienti, con sempre nuova energia e, per dirla con Sant’Agostino “Mettiamo il passato nella misericordia di Dio, il futuro nella sua provvidenza e facciamo del presente un atto di immenso amore”.
Con spirito propositivo noi continueremo a rivendicare il buonsenso della Verità, consapevoli che c’è un tempo per ogni cosa e guardando ad ogni San Silvestro non come al funerale di un figlio virtuale di Chronos ma come il raggiungimento dell’ennesima stazione di posta sul lungo sentiero che porta alla Giustizia ed alla Verità. Perché c’è un tempo per ogni cosa, per ogni stagione della vita nostra e di una Nazione. perchè il TEMPO NON PASSA. ARRIVA!
(nota* rif. al libro Il Piccone e la Quercia di Luciano Violante/1992)