Non basta difendere Garibaldi
Riceviamo e pubblichiamo
Il professore Francesco Renda ed altri trenta storici di spessore hanno disapprovato il gesto del sindaco di Capo D’Orlando di rimozione della lapide che intestava una via a Giuseppe Garibaldi. Il Presidente della Regione viene sollecitato ad assumere una posizione a salvaguardia della legge (la lapide non poteva essere asportata dal Sindaco) e per una difesa dell’unità d’Italia e della memoria dello stesso Garibaldi.
Questa vicenda è la prova di come il passato in effetti non passa mai. E’ sempre presente e le pulsioni a rivivere la reale natura del Risorgimento si fanno sempre più impellenti per via del grande e crescente disagio che si è impossessato di molti di noi.
Chi frequenta i forum di internet sa bene quanto disprezzo, quanto odio, quante calunnie vengono quotidianamente espressi contro i meridionali. L’ingiuria più lieve è che siamo fannulloni. Siamo anche mafiosi ed accusati di avere infettato il Nord coi nostri loschi affari. Veniamo accusati assieme ai rom ed ai migranti della insicurezza del Paese. Le ingiurie non sono rivolte ai nostri mafiosi che non voglio difendere. Ma a tutti indistintamente.
La quantità di ingiurie non è irrilevante. Tutta la stampa controllata da Berlusconi è dichiaramente razzista verso tutti coloro che non sono nati al disopra del Lazio.
Non si tratta della vecchia polemica contro i terroni di “forza etna”. C’è la volontà di una rottura sociale che cresce di giorno in giorno alimentata dai pennivendoli del sistema massmediatico.
Debbo aggiungere che l’Italia nella quale viviamo non è più quella della resistenza e della Costituzione. La cultura leghista è diventata maggioritaria anche in regioni che erano civilissime come la Toscana e l’Umbria. Il Presidente della Provincia di Milano è per marcare i rom come i cavalli e cosi tanti ma proprio tanti esponenti del ceto politico di sinistra oggi pd. L’Italia ha leggi razziali che suscitano ribrezzo in Europa.
Le riforme che Berlusconi si accinge a fare distruggeranno del tutto la Costituzione e romperanno per sempre il patto sociale che ci ha tenuto insieme. Scuola, Sanità, Pensioni saranno per chi se li potrà permettere mentre la Legge Biagi e la diminuzione dei salari saranno costanti della Italia prossima ventura.
In queste condizioni, riscoprire l’occupazione del Sud, il massacro di settecentomila meridionali, i parenti dei latitanti tenuti prigionieri e torturati dal generale Govoni, insomma ripensare che cosa è stata l’annessione dei Sud ai savoia è legittimo. Legittime sono le critiche alla annessione anche se essere travolgono Garibaldi la cui figura va approfondita e non criminalizzata con superficialità.
Lo stesso Garibaldi ebbe a dolersi della spedizione dei Mille. Disse che non l’avrebbe mai rifatta se avesse intuito la crudeltà del regime piemontese verso il Sud!!
Per questo credo che non basti una mera conferma dei valori dell’unità italiana e della positività del Risorgimento.
Bisogna vedere che cosa ci aspetta dalla nuova Italia che nasce dalla rottura della borghesia settentrionale coi lavoratori e con il Sud!!
Da questo punto di vista è legittima riflettere sul dove vogliamo andare e se dovremo stare con uno Stato controllato da una borghesia settentrionale che vuole tutto per se e soltanto per se
Pietro Ancona
segretario cgil sicilia in pensione