Tentano sempre di azzerare il nostro Statuto?
Generalizziamo la questione ai fratelli del “Sud”
Ormai è quasi certo. Il federalismo di Calderoli sarà una bufala per la Sicilia: niente applicazione del nostro Statuto (alla faccia della costituzione), niente Alta Corte, niente sconti energetici o proventi tributari su questi prodotti, niente di niente. Anzi, forse, persino la minaccia di toglierci il “pezzo di carta”, una volta che ne chiediamo l’applicazione. Per il sud continentale poi si profila una vera e propria tragedia nazionale, l’ennesima, l’ultimo saccheggio.
Chi li difenderà? Chi ci difenderà?
Il PD, l’IDV? Non possono, hanno paura che una politica troppo meridionalistica faccia loro perdere voti al nord. Ma a noi non ce ne frega niente dei voti al nord!
L’MPA chiede, va riconosciuto, anche con fermezza, che il federalismo sia al contempo non troppo sfavorevole al sud e rispettoso degli statuti speciali esistenti.
Ma non lo ascoltano, non ne hanno bisogno:la ditta Berlusconi, Bossi e Tremonti va come un rullo compressore a colpi di fiducia, forte di un Parlamento fatto di camerieri e di veline, incapace di dire di no al “padrone” che li ha messi là, non scelti, in quanto individui, da nessuno!
E che può fare allora Lombardo? Impuntarsi, e nulla più. Avrà il coraggio di minacciare realmente ed eventualmente di mettere in atto una sua fuoriuscita dalla maggioranza se non gli concederanno neanche un minimo? Dovrebbe farlo, altrimenti è finita. Già stanno infatti progettando di farlo fuori dalle europee con lo sbarramento: anche se in Sicilia prendesse il 25 % non avrebbe ugualmente alcun diritto di tribuna (e dire che le liste autonomiste alle regionali hanno superato complessivamente il 22 %!).
Questo governo, che si preoccupa (giustamente) del diritto di tribuna della Sardegna e che vuole sopprimere ogni residua rappresentanza al Parlamento Europeo di una nazione (la Sicilia) più grande di metà degli stati europei, non promette nulla di buono.
E del resto lui, come noi, è l’unico che può fregarsene dei “voti al nord”, della millantata “questione settentrionale”.
Se hanno gli attributi i settentrionali chiedano la secessione, o altrimenti stiano in Italia da persone civili. Nel primo caso non saremo certo noi Siciliani a trattenerli.
Come fare, però, a conciliare la questione meridionale con la questione siciliana?
Come fare a salvare le prerogative e l’identità della Sicilia senza restare isolati dagli stessi meridionali, risultando minima parte elettorale?
Noi un suggerimento l’abbiamo, la carta vincente che risolve finalmente il dualismo italiano. Ne facciano gli autonomisti una bandiera! Escano allo scoperto i tanti pavidi ancora nascosti nei partiti nazionali. E sarà la vittoria.
Come? Semplicissimo: unire le 6 regioni meridionali continentali in un’unica “Macroregione” a statuto speciale CON L’IDENTICO STATUTO AUTONOMO DI CUI OGGI GODE LA SICILIA! Unica modifica potrebbe essere quella di unire la nostra e la loro “Alta Corte” in un’unica “Alta Corte delle Due Sicilie”, con sede a Roma, a tutela della nostra e della loro autonomia. Se vogliono unirsi a questa lotta di liberazione i Sardi, ben vengano, ovviamente mantenendo come noi siciliani, ma anche più di noi, la loro autonomia e la loro specificità.
In ogni caso mantenendo, come è sempre stata viva aspirazione dei Siciliani, le due regioni-stato distinte, i due Popoli delle Due Sicilie marcerebbero ora loro come un rullo compressore lasciando le briciole a Berlusconi e Veltroni che invece dovrebbero rifugiarsi dai loro tanto amati elettori del centro-nord!
Fratelli Napolitani, raccogliete questo nostro suggerimento!
Studiate il nostro Statuto: sarà la Vostra libertà!
Modifichiamo appena l’art.1 Statuto Speciale della REGIONE NAPOLITANA “I Comuni della Repubblica Italiana il cui territorio già era ricompreso nella parte continentale del Regno delle Due Sicilie, ivi compresi Pontecorvo e Benevento, sono costituiti in regione autonoma… La città di Napoli è capoluogo della Regione….” e così via, con una sola modifica in seguito per unificare le due “Alte Corti”.
Pensateci: avremo di nuovo Banco di Napoli e Banco di Sicilia rifondati che emetterano moneta pubblica e non soggetta a signoraggio (art. 40 statuto); avremo ciascuno un nostro ordinamento tributario sovrano (36); le imprese che avranno sede fuori dalla regione dovranno versare le imposte in base al reddito prodotto o ai consumi manifestati nella regione (37) e non in base alla sede legale; con la potestà esclusiva nelle scuole elementari potremmo ricreare l’identità negata dei nostri popoli; tutte le funzioni statali nel territorio passerebbero alle regioni che diventerebbero così semi-indipendenti e non continuiamo solo per brevità. E così i “padagni” non rompono più.
Chiediamo solo ai cittadini dell’Aquila, di Campobasso, di Bari, di Potenza e di Catanzaro, di mettere da parte i campanilismi che servono solo al malgoverno italiano per mantenere inoffensivi e divisi i “meridionali”. Le attuali province possono bene ereditare le funzioni amministrative delle regioni e trasformarsi in “liberi consorzi di comuni” come in Sicilia. Potrete proclamare lingua ufficiale, accanto all’Italiano, il Napoletano (parlato e compreso dappertutto, in diverse varianti, tranne in Calabria e in Salento, dove potreste/dovreste riconoscere il Siciliano nelle sue due varianti locali).
L’Italia può forse reprimere 5 milioni di Siciliani, ma non potrà mai reprimerne 5 + 14 di DuoSiciliani.
Se non avrete mire “imperialistiche” sulla Sicilia che come in altri tempi ci porterebbero alla rovina, nessuno potrà fermarci.
Noi non siamo poveri per natura, lo siamo perché depredati di tutto. Spezziamo insieme le catene del colonialismo italico.
Viva la Sicilia! Viva la Napolitania! Viva le Due Sicilie!
Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo
Leggi la versione integrale dello Statuto della Regione Siciliana