Berlusconi e l’incapacità mercantile del senso dello Stato


Berlusconi si è abituato, e ci ha abituato in questi anni a superare ogni limite. Lo ha fatto gradualmente, col metodo della “rana bollita”. Se io butto una rana in una pentola che bolle questa schizza fuori, ma se aumento gradualmente il fuoco la rana non se ne accorge e finisce bollita. E così è bollito il nostro Paese. La storia comincia con un imprenditore che si impadronisce dell’intero comparto televisivo privato nazionale. Una situazione illiberista e antidemocratica.
Dopo anni di questa situazione anomala ci fu una sentenza che obbligava Berlusconi a scorporare il suo impero mediatico.

Ma intervenne l’amico Craxi, con una legge “ad hoc” che consentiva a Berlusconi di mantenere i suoi tre network ma gli imponeva di cedere “Il Giornale”. E lui lo diede a suo fratello Paolo. Poco dopo Berlusconi divenne premier innescando anche un colossale conflitto di interessi . Il Cavaliere promise che avrebbe sanato la si tuazione (la commissione dei “tre saggi”).

Sono passati quindici anni e si amo ancora lì.

Dal 1994, dopo aver ricevuto un avviso di garanzia, Berlusconi iniziò una devastante e capillare campagna di delegittimazione della magistratura, usando tutte le sue potenti bocche di fuoco, le sue reti, i suoi giornali, i suoi parlamentari, buona parte dei suoi alleati. In terra di Spagna, davanti a tutta la stampa internazionale, dichiarò che Mani Pulite, cioè indagini e sentenze della magistratura del Paese di cui era premier, erano state una “guerra civile”. Proseguì affermando che i magistrati, tutti, “sono antropologicamente pazzi”. E così via, fino alle dichiarazioni più recenti, che colpiscono oltre che per i contenuti per l’inaudita violenza dei toni, sui “sovversi vi” e sui “magistrati ideologizzati che sono le metastasi della democrazia”. Nel frattempo varava le leggi “ad personam”, quella sulle rogatorie, la Cirami, la ex Cirielli che dimezza i tempi della prescrizione proprio mentre quelli dei processi si allungano. Fino alla più assurda e spudorata di tutti: quella che blocca i processi , oltre che per corruzione, per le rapine, i sequestri, gli stupri, i furti, gli scippi, che sono proprio i reati che più allarmano i cittadini perché toccano la loro quotidianità. Che questa legge inaudita sia puramente strumentale, cioè a uso di Berlusconi che è sotto processo per corruzione di testimone, lo dimostra il fatto che il Pdl si è dichiarato disposto a ritirarla se verrà introdotto il “lodo Schifani” che garantisce al Cavaliere l’immunità.

Berlusconi si è sempre detto vittima delle “toghe rosse”. La Cassazione ha constatato “la comprovata erogazione di tangenti da parte di Berlusconi per fini di sua utilità, come deve evincersi dalle sentenze di prescrizione nei processi All Iberian e Lodo Mondadori. “Toghe rosse” anche gli ermellini della Cassazione.

In quanto al processo Mills che Berlusconi cerca di bloccare, si tratta di questo. L’avvocato inglese David Mills, consulente di Mediaset, in una lettera al suo commercialista ha scritto di aver ricevuto 600 mila dollari da Berlusconi perchè dicesse il falso in due processi che lo riguardavano. Ma poichè la Gran Bretagna non è l’Italia, il commercialista ha passato la lettera al Fisco inglese. La magistratura britannica ha aperto un’inchiesta e ha passato gli atti, per quanto di sua competenza, a quella italiana. Cosa dovevano fare i pm milanesi, ignorare una simile notizia di reato?

In tutta la sua carriera politica Berlusconi non ha mai dimostrato alcun senso dello Stato.”Après moi le deluge!”

A differenza dei democristiani, non ho mai sentito Andreotti accusare la magistratura di “complotto”, ne Forlani nè alcun altro dirigente Dc di rilievo. Perchè una classe dirigente cosciente di esser tale non delegittima le istituzioni. Perchè sono le “sue” istituzioni. Ma di senso dello Stato ne ha dimostrato di più anche questa sgangherata sinistra. Il governo Prodi è caduto per un’inchiesta su Mastella, ma nessuno si è permesso di dire che quei magistrati erano delle “toghe azzurre”.

Ma forse questa volta con la legge “blocca processi ” Berlusconi ha passato il segno. All’assemblea Confesercenti, dove ci sono molti suoi elettori perchè si tratta di imprenditori, è stato sonoramente fischiato quando ha intonato la solita canzone sui magistrati felloni. Forse la rana si sta accorgendo che sta bollendo. Ma, probabilmente, è troppo tardi.

di Massimo Fini – 01/07/2008

Fonte: Massimo Fini