Voto estero, procura chiede arresto senatore Di Girolamo: replica di Ferretti
Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
Ai sensi della legge sulla stampa, chiedo la pubblicazione di quanto segue con la medesima evidenza del messaggio da voi inviato ieri:
Caro Catania,
mi ero imposto di non intervenire sulla vicenda essendo la mia posizione riassunta in questo modo: Lascio alla Magistratura il compito di svolgere le indagini e di decidere se qualcuno ha commesso reati. Chi ha commesso reati, paghi. Chi non li ha commessi sia prosciolto. Però vedo che per la seconda volta pubblichi tue dichiarazioni con le quali mi tiri in ballo.
Quando c’è un’indagine in corso, le parole pesano come macigni. E, siccome c’è in ballo persino la privazione della libertà personale, non posso lasciar correre inesattezze. Se lo facessi, un giorno potrebbe essermi imputato. Bada bene, non parlo di atti politici, di opportunità politica o morale. Questo è tutto un altro discorso. Parlo esclusivamente di come si sono svolti i fatti.
Non ho mai negato di aver accompagnato il mio amico al Consolato di Bruxelles dove doveva espletare della pratiche.
Al nostro arrivo ho visto due signori, fino allora a me sconosciuti, che esibivano il simbolo de “L’Altra Sicilia”.
Mi sono avvicinato e mi sono presentato dicendo che ti conoscevo ed eravamo amici da tanto tempo. Loro mi hanno spiegato che erano lì per raccogliere le firme dei sottoscrittori.
Mentre chiacchieravamo, il mio amico girava per gli uffici per espletare le sue pratiche. Solo in un momento successivo sei arrivato tu. Ti ho salutato calorosamente col bacio sulle guance, come sempre.
Vedi, di tutto quello che hai scritto, mi ha fatto particolarmente male la tua accusa di arroganza.
Arroganza nei tuoi confronti mai. Mai ho detto, né scritto, una parola contro di te. Ti ho sempre stimato e ho ammirato i risultati che hai saputo conseguire con il movimento che hai creato e che dirigi.
Sempre per tornare ai fatti, ci tengo a precisare quanto segue: E’ vero che ti ho presentato il mio amico, ma non come candidato. Anzi credo che tu sospettassi che io potessi esserlo. Il fatto che il Console abbia “tenuto a sottolineare la poca creanza ed arroganza da essi dimostrata quando se ne sono andati senza neanche preoccuparsi di fare un semplice saluto”. Io il Console non lo conosco, non l’ho mai visto in vita mia, come d’altronde non conosco nessuno nel Consolato, dove ho messo piede per la prima, ed unica volta, della mia vita. Né potevo sapere che era il signore che stava parlando con te visto che non me l’hai presentato.
Quindi non capisco per quale motivo avrei dovuto andare a salutare un perfetto sconosciuto.
Cordiali saluti
Gian Luigi Ferretti – 13/06/2008
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Bruxelles, 13 giugno 2008
Caro Ferretti,
lasciamo alla magistratura il compito che le è proprio e speriamo che i fatti possano essere acclarati una volta per tutte, anche se permettimi un certo scetticismo.
Le parole di stima che mi rivolgi sono certamente reciproche. Ci conosciamo da tempo e, anche se su fronti ormai contrapposti, facciamo tutti e due la stessa battaglia per gli italiani all’estero, con la differenza che io al consolato ci vado per autenticare le firme, tu per accompagnare candidati che poi non vivono laddove dicono di abitare (e sono sempre disponibile a dimostrarti che non basta iscriversi in un dato luogo per dire poi di partecipare alle esigenze e ai bisogni di quella comunità).
Ma lasciamo correre; le analisi delle conseguenze della vicenda Di Girolamo spettano alla valutazione degli italiani all’estero e se non lo fanno vorrà dire che non sono ancora in grado di appropriarsi di quella legge per il voto passivo che, sono i fatti di oggi, portano al parlamento gente che sicuramente non conoscono ma che poi hanno avuto la solerzia di votare…
L’Altra Sicilia è un movimento di opinione e, come responsabile, ho relàto fatti di cui sono a conoscenza.
L’ho fatto per una giusta informazione e per cercare di far aprire gli occhi al popolo all’estero, popolo secondo me del corrispettivo e non della libertà, se la magistratura questo lo acclarerà.
Capisco che ci sia un’indagine in corso e condivido la tua analisi sull’opportunità di non arzigogolare su fatti veri o presunti. Si da il caso pero’ che questi fatti in oggetto non siano presunti.
Pubblichero’ senza indugi la tua rettifica, come conviene ad una seria informazione.
Sinceri saluti,
Francesco Paolo Catania