Voto estero, procura chiede arresto senatore Di Girolamo
(Reuters) 12 giugno 2008 – La procura di Roma ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione all’arresto del senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, eletto in una circoscrizione estera alle ultime elezioni politiche, perché secondo i magistrati non sarebbe in realtà residente in un paese straniero, come invece aveva dichiarato. Lo riferiscono fonti giudiziarie.
Di Girolamo, avvocato e imprenditore di 47 anni, risulta dal sito web del Senato residente a Bruxelles.
La precondizione per candidarsi in una circoscrizione estera è appunto quella di esservi residente.
Sul provvedimento, che è stato firmato dal giudice per le indagini preliminari Luisanna Figliolia, deve ora pronunciarsi la giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama.
La richiesta della procura romana rientra nell’ambito di un’inchiesta sulla regolarità del voto all’estero avviata praticamente subito dopo le elezioni.
L’Intervista rilasciata da Francesco Paolo Catania, presidente de L’Altra Sicilia, a Italia chiama Italia
Francesco Paolo Catania, presidente de “L’Altra Sicilia”, ieri nella tua lettera hai scritto di aver incontrato Di Girolamo al consolato, mentre si stava iscrivendo all’Aire. Raccontaci un po’ l’incontro, con più dettagli…
Mi ero recato come responsabile di un movimento politico “L’ALTRA SICILIA”” – che non conta faccendieri né consulenti al seguito – come faccio spesso, per chiedere informazioni al Consolato, visto anche il periodo di importante campagna elettorale che avevamo iniziato.
Quel giorno ero accompagnato da un altro candidato della lista “L’ALTRA SICILIA -PER IL SUD” , lista con la quale abbiamo concorso alle elezioni nella circoscrizione Europa e, mentre discutevamo con il Console Sorrentino, al pianoterra del consolato davanti al suo ufficio, dalla porta dell’ufficio anagrafe, con mia grande sorpresa, mi sono trovato davanti al sig. Ferretti, accompagnato da un’altra persona che in quel momento non sapevo chi fosse e che dallo stesso Ferretti mi venne presentato come il futuro senatore del PDL.
Gli chiesi in quale circoscrizione fosse iscritto e, all’apprendere che era iscritto proprio a Bruxelles, nel comune di Ixelles, mi venne spontaneo chiedergli cosa potesse conoscere delle tematiche della nostra comunità emigrata, visto che, personalmente, non avevo mai avuto occasione di incontrarlo, benchè vivessi da oltre 20 anni a Bruxellles, frequentassi i “posti” italiani, conoscessi i bisogni della gente, fossi eletto consigliere Comites da parecchie legislature.
Niente, mai una riunione, un incontro, un comunicato, di questo signor candidato. Mai una prova della sua esistenza. A questo punto intervenne il Ferretti con le solite frasi: ” … caro Catania….sei sempre lo stesso…. non cambi mai… ecc”… chiedendomi anche, con grande faccia tosta, che cosa ci facessi io, in quel Consolato (a cui appartengo per residenza).
E Ferretti che ci faceva lì con Di Girolamo?
Penso che il fatto di accompagnare il Di Girolamo sia prima di tutto affare suo, ma che sotto sotto sia anche dovuto al fatto che essendo oltremodo sicuro dell’elezione del Di Girolamo come senatore, soci della stessa coperativa proprietaria de “L’ITALIANO”…
Qual era l’atteggiamento del Console nei confronti di questi signori?
Il Console, quando i due signori si sono allontanati, ha tenuto a sottolineare la poca creanza ed arroganza da essi dimostrata quando se ne sono andati senza neanche preoccuparsi di fare un semplice saluto.
Ma come mai, secondo te, il consolato non è stato attento, e non ha verificato l’autocertificazione?
Non posso certamente sindacare l’operato dell’ufficio consolare, nè mi compete discutere l’atteggiamento del Console che spesso si è dimostrato molto sensibile alle esigenze della comunità. Posso sicuramente solo parlare dell’attitudine che i funzionari di questi enti, i consolati, non solo a Bruxelles, ma veramente un po’ dappertutto, dimostrano nei confronti dei concittadini che sono costretti a ricorrere al loro ausilio: essere forti con i deboli e deboli davanti all’arroganza di certi personaggi che sanno di potersi permettere di tutto in quanto protetti da particolari poteri e referenti, siano essi di destra o di sinistra.
Ferretti, anche sul suo giornale, si è sempre dimostrato orgoglioso del suo candidato…Era così anche quando l’hai incontrato?
Orgoglioso certo, ma soprattutto arrogante.
L’arroganza di quanti sanno di non dover rispondere a nessuno delle loro malefatte.
Infatti il sospetto di imbroglio su cui indaga la magistratura dimostra che se la giustizia italiana non fosse quella che è attualmente ma punisse in maniera esemplare i mascalzoni, certamente quanti agiscono in malaffare ci penserebbero due volte prima di intraprendere azioni illegali. Cosi’ come nel caso del Di Girolamo, pare opinione diffusa, visto che non è la prima volta che succede, che una volta ottenuta “la poltrona”, a dispetto dei mezzi impiegati, sembra difficile poi perderla.
L’opinione corrente è che tutto sia possibile, tanto la magistratura dorme o finge di dormire. Per il quieto vivere, per non intraprendere una procedura di invalidazione dei risultati oltremodo lunga, difficile ed ostica per gli interessi che si vanno a toccare e ledere.
Ne è dimostrazione l’azione del Berlusconi due anni fa, che dopo tanto urlare ha messo tutto in cantina o l’azione (che non parte) dei perdenti di questo giro, la sinistra.
Ecco perché pensano che tutto sia consentito…