Falcone e Borsellino: Le foto e le menzogne del Corriere
Titolo di ieri sulla prima pagina del Corriere della Sera:
“Falcone e Borsellino: le foto e le liti tra familiari”
Il titolo è affibbiato ad un articolo di Felice Cavallaro che, dopo una breve introduzione sulla prima pagina, prosegue a pagina 20, su sei colonne, e già il titolo cambia in “Manifesti con Falcone e Borsellino, parenti divisi sull’idea del Comune“.
Segue un sottotitolo che invece di chiarire confonde ulteriormente le idee “Niente foto a chi considera Mangano un eroe“. “Polemiche fuori luogo“.
Non si capisce infatti a chi, come risulta letteralmente dalla frase riportata fraudolentemente tra virgolette come se fosse una citazione, non dovrebbero essere scattate delle foto, se a Berlusconi, a Dell’Utri, a Schifani o a tutti e tre in gruppo.
Tutto ha origine da una mia dichiarazione all’Ansa in seguito a una telefonata di Lirio Abate.
La mia dichiarazione, che non viene assolutamente riportata nell’articolo perchè smaschererebbe all’origine la mistificazione messa in piedi dal Corriere, è la seguente:
“Prima di andare a commemorare Falcone e Borsellino i politici come Berlusconi o Schifani dichiarino chi deve essere considerato un eroe. E se continuano a sostenere che persone come Vittorio Mangano sono eroi, allora che si astengano dall’andare a sporcare la memoria delle vittime di mafia“.
Insieme a questa c’è una dichiarazione del figlio del procuratore aggiunto Paolo Borsellino, Manfredi e di Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Giovanni Falcone, anche questa, per la stessa ragione, completamente ignorata dal Corriere, che, riferendosi ai manifesti con la foto di Paolo e Giovanni di cui è stata tappezzata Palermo, dichiarano :
“questa non può che essere la risposta della città di Palermo alle parole di chi pubblicamente e reiteratamente aveva indicato al Paese come eroe un noto uomo di mafia“. “Quelle parole costituiscono una grave offesa alla memoria di tutti quesi servitori dello Stato che hanno perso la vita proprio a causa del loro impegno contro la mafia“.
II riferimento è evidentemente alle sciagurate parole di chi ha sporcato l’ Istituzione che è stato chiamato ad occupare dichiarando, in pieno accordo con un inquisito e condannato per mafia come Dell’Utri, che lo stalliere di Arcore, Vittorio Mangano, morto in carcere mentre scontava le sue numerose condanne per associazione mafiosa e altri gravi reati dello stesso tipo, deve essere considerato un eroe.
Questa è vera e propria disinformazione: si prende una notizia e invece di commentarla per quello che è e per quello che dice, gli si affibbia un titolo ad effetto e si cerca di giocare su pretesi dissapori tra i parenti delle vittime di mafia anche se per questo si debbono distorcere le notizie o inventarle di sana pianta. Poi si virgolettano delle frasi facendo intendere che siani state testualmente pronunciate da qualcuno che invece, in quei termini, non lo ha mai fatto.
Il 17 Luglio del 2007, quando, dopo anni di silenzio, ho ricominciato a parlare, perchè la rabbia che cresceva ogni giorno dentro di me nel constatare come l’indignazione della gente seguita alle stragi sel 1992 si fosse ormai affievolita se non del tutto spenta, ho scritto una lettera aperta intitolata “19 Luglio 1992: Una strage di Stato” .
Da allora ho scritto tante lettere aperte e ho mandato tanti comunicati ANSA, tutti si sono diffusi come un virus sulla rete ma nessuno o quasi è stato pubblicato sulla stampa nazionale se non, in qualche caso, tramite poche righe enucleate dal contesto e quindi quai incomprensibili ai più.
In alcuni casi, come in quello della polemica con il ministro Mancino a proposito della sue amnesie croniche relative all’incontro da lui avuto il 1° Luglio 1992 con Paolo Borsellino e nel quale può essere ricercata la causa scatenante dell’attentato che gli costò la vita, non sono state pubblicate nemmeno le mie repliche alle false affermazioni di Mancino anche se richieste ai sensi della legge sulla stampa. In compenso a fronte di una mia dichiarazione all’Ansa sull’ignominioso comportamento di chi, al vertice delle Istituzioni, da un lato proclama eroe un criminale come Vittorio Mangano e dall’altro pretende di presentarsi a Palermo e fingere di onorare due giudici dei quali dovrebbe astenersi dal pronunciare, per non sporcarlo, anche il solo nome, si monta e si mette in evidenza una notizia travisando sia il senso che le parole di una mia dichiarazione.
Ho un profondo rispetto per le Istituzioni ed è proprio per questo che vorrei che non venissero sporcate da chi, in maniera indegna, le occupa.
Salvatore Borsellino