Qualcuno dica a Prodi che Cuffaro si è già dimesso!

Palermo, 31 gennaio 2008

caricatura di Franco Bruna
Premesso che ci sentiamo avviliti, da cittadini siciliani, dall’avere avuto un Presidente condannato a cinque anni di reclusione e, molto di più, dal fatto che il “nostro” Parlamento, a sentenza avvenuta, ha sentito il bisogno di rinnovare la fiducia al Presidente.

Detto questo, però, le strumentalizzazioni del Governo “nazionale”
(peraltro politicamente delegittamato per la recente sfiducia) per affondare gratuitamente un altro colpo alla già tante volte violata Autonomia Siciliana sono del tutto gratuite e dimostrano, ancora una volta, quanto ci vogliono bene i “fratelli d’Italia”.

La legge sulla sospensione dei “politici” condannati è inapplicabile in
Sicilia. Non esiste, infatti, il “Commissario del Governo” e allo stesso non può, in alcun modo, essere equiparato il nostro “Commissario dello Stato”. Non è “amministratore locale” il nostro Presidente, ma primo cittadino di una comunità sovrana in modo originario.

La destituzione di Cuffaro, se questi non se ne fosse voluto andare sua sponte, doveva seguire altre vie: l’articolo 26 dice che l’Alta Corte decide sui reati
compiuti dal Presidente nell’esercizio delle sue funzioni; per naturale estensione analogica spetta all’Alta Corte (se si vuole alla Corte Costituzionale, ma non siamo d’accordo su tale interpretazione abrogativa) un eventuale provvedimento di destituzione e in via giudiziaria, non al Governo della Repubblica in via amministrativa.

Dove c’è scritto nello Statuto che ci sono casi in cui al Governo è riservata questa facoltà?

Da nessuna parte, ma il Governo se la piglia lo stesso. Chissenefrega dei Siciliani!!
Hanno una TV o dei giornali? No!
Hanno voce in capitolo?
No! Sono indispensabili per le maggioranze? No!
E allora che vogliono con questo Statuto??

Provvedimento tanto più inutile quanto più che Cuffaro non è da tempo in carica: le dimissioni, anche dall’ordinaria amministrazione, hanno determiinato “assenza” del Presidente e, da previsione dello Statuto, i poteri sono già passati al vicepresidente da qualche giorno.

Ma a Roma non lo sanno, evidentemente, o fanno finta di non saperlo.

Era solo una bella occasione per ribadire la subalternità della Sicilia
all’Italia e non se la sono fatta sfuggire.

E tranne Cuffaro, che è però moralmente delegittimato, nessuno che alza
la voce, tanto meno a sinistra…

E non veniteci a dire che il Governo siciliano in questa vicenda è meno “morale” di quello italiano; stendiamo un velo pietoso sul dicastero Prodi e su quasi tutti i Governi italiani degli ultimi tempi in quanto a “moralità” dei suoi ministri.

Diciamo al contrario che la qualità dei politici che i partiti italiani inviano ad amministrare la cosa pubblica siciliana è certo della peggior specie.

E’ la politica italiana che è lercia fino al midollo. Per favore non veniteci a fare le prediche.

Povera Sicilia!

ANTUDO!
L’Altra Sicilia – Palermo