COSTITUENTE PER IL SUD la solita ”ARIA FRITTA”

Bruxelles, 30 gennaio 2008


Lo scorso fine-settimana, ad Acireale,la politica militante ha dimostrato ancora una volta il suo lato più oscuro.

Nei comunicati finali di questa vera e propria fiera delle nullità, se consideriamo le decine di sigle e partitini partecipanti che, immarcescibili si trascinano da una riunione all’altra, osserviamo come il risultato finale di questo circo autoreferenziale sia stata purtroppo una misera e scoraggiante miscela di “Aria fritta”.

“Il Partito del Sud-Alleanza Meridionale”, il nome di questo nuovo soggetto politicante, vera Summa di inconsistenza e confusione, dimostra nei nomi stessi dei partecipanti, la nullità di un progetto che vede assurgere a protagonisti tanti personaggi che ritroviamo un giorno in un partito un’altro giorno in un’altro e che con la loro assiduità dimostrano che non ci si muove nell’interesse della nostra terra ma si cerca l’occasione buona per ritagliarsi un posticino di potere da occupare per garantirsi una sopravvivenza senza altro fine che l’interesse personale.

Abbiamo tacciato il nuovo partito come una Summa di confusione perchè, parlando di un Sud indefinito e vacuo, si cerca di associarvi, in nome di uno ben specificato nazionalismo siciliano, anche una questione Siciliana che ben poco ha da spartire con la banalizzazione della questione meridionale.

Vogliamo ripetere il concetto che da sempre ci differenzia tra i tanti movimenti che nascono (e che non muoiono mai) nella speranza che qualcuno possa poi irreggimentarli in un progetto vacuo e senza avvenire: Se la nostra patria deve essere indefinitivamente considerata il sud, noi ci chiediamo:il sud di che cosa, il sud di un centro e di un nord quindi, il sud di un’entità unica che noi pero’ contestiamo; il sud che abbiamo sempre cercato di definire Nazione Sicilia, terra di 6 milioni di abitanti al di quà del faro e altrettanti al di là; terra continente, terra Nazione, Stato mediterraneo e non indefinito sud di qualcosa che non sappiamo cosa sia.

Pur comprendendo il disagio identitario dei popoli del Sud Italia, la loro difficoltà nel non avere un nome che li accomuna, siamo loro solidali, siamo loro vicini, ma non vediamo perché dovremmo farci coinvolgere da questo problema. Bossi aveva lo stesso problema ed ha, con successo, inventato una nuova entità geografica, certo forzando un po’ la geografia: la Padania, terra che non esiste nè è mai esistita. Semplicemente una trovata per il bisogno di identità a cui i leghisti hanno capito di dover ovviare fittiziamente.

Il “sud”? Ma se c’è un “sud” di qualcosa, cioè d’Italia, non c’è identità distinta di popolo. E cos’è il sud? Sud d’Italia? Repubblica Partenopea? Regno di Napoli o Napolitanìa? Sicilia “al di qua del Faro”? O semplicemente la somma di sei regioni italiane? Non lo sappiamo.

Forse qualcuno non ha ancora capito che la Sicilia non è il Sud e non ha capito che chiamare uno stato o una regione con una coordinata geografica è il modo migliore per negarne l’esistenza: “La Sicilia è la Sicilia”, punto e basta. Lo sanno bene i furbi centralisti francesi che chiamano le loro regioni con nomi anonimi come “Midi”, “Centre”, “Nord”, negazioni in termini del regionalismo, ovvero i dipartimenti con nomi puramente geografici, obbedendo a quel disegno giacobino di recidere il legame tra l’uomo e il suo territorio, che non ci pare ci possa appartenere.”

Continuino i politicanti nostrani a promuovere convenzioni, a creare nuove sigle, vuote di qualsiasi programma, solo spinti dalla sete di potere nella speranza di arraffare qui è la qualcosa per potere sopravvivere in una società contemporanea ormai incancrenita dal potere economico, ma sappiano che finchè esisterà “L’Altra Sicilia” e porterà con successo certo e poco apparente l’afflato autonomistico, tutti questi nuovi Carneade saranno costretti a copiarci per non lasciare a noi quel primato, ad essere percio’, a parole, autonomisti, meridionalisti, surrogati di vari partiti, pur di tarparci le ali e rubarci ogni spazio ideale per non farci crescere e accelerare cosi’ il centralismo e la soggezione agli interessi del nord, che pure oggi, nonostante noi, appare dominante.


Abbiamo letto con soddisfazione che qualcuno è stato capace di indignarsi, come il sig. Raffaele Lombardo che ha denunziato questo nuovo aggregato politicante come un partito assolutamente lontano dalle spinte e dagli ideali di un vero partito autonomista siciliano. Ce ne rallegriamo e, pur se “timeo danaos et dona ferentes”, accusiamo ricevuta di questa sua dichiarazione come una implicita ammissione del valore de L’Altra Sicilia, della giustezza della lotta che da tempo portiamo avanti contro tanti falsi amici e detrattori.

Per la Sicilia, solo per amore della Sicilia.

Francesco Paolo Catania
Presidente
L’Altra Sicilia