Lettera aperta al presidente dell’ARS Gianfranco Micciché
Bruxelles, 21 gennaio 2008
Gentile Presidente,
è con immensa soddisfazione e sollievo che leggiamo le Sue dichiarazioni riguardo al Presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro.
Soddisfazione perché noi Siciliani della Diaspora crediamo di aver contribuito in parte a fare maturare in Lei la convinzione dell’opportunità per Cuffaro di rassegnare le dimissioni.
La nostra posizione l’abbiamo sin da subito esposta con chiarezza e determinazione sulle pagine del Suo blog e tramite i nostri mezzi d’informazione.
Con decisione ma anche con serietà ed educazione malgrado qualcuno tentasse di censurare le nostre voci e di intimidirci con insulti e minacce.
Sollievo perché anche noi come molti in Sicilia siamo stati con il fiato sospeso aspettando di cogliere qualche segnale anche minimo di cambiamento.
L’Altra Sicilia ed i Siciliani della diaspora che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare continueranno su questa strada.
Continueranno a premere con rigore e correttezza affinché vi sia finalmente quella svolta nella politica che tutti aspettiamo e per cui tutti lottiamo. Nella convinzione di avere la forza di chiedere questa svolta e con la determinazione e la tenacia che da sempre caratterizzano il nostro Popolo.
Vede, Signor Presidente, qualcuno ci ha anche accusato di volere delle poltrone e di sbattere i piedi a terra per ottenerle. Ma siamo sicuri di questo?
La Diaspora Siciliana è fatta di gente che ha sì sofferto per il distacco dalla sua terra natale, ma che ha avuto la fortuna di poter assicurare un avvenire alle proprie famiglie senza doversi prostituire ad una politica fatta di ricatti e clientelismi.
Siamo professionisti, imprenditori, giornalisti, scienziati, ma anche semplici lavoratori salariati per i quali accettare una “poltrona” in Sicilia significherebbe rinunciare non solo al proprio onore (e lei sa quanto tengono i Siciliani all’onore…), ma per alcuni anche ad un benessere economico che persino le “poltrone” più ambite non riuscirebbero neanche a sfiorare.
Sa cosa vogliamo noi, Signor Presidente? Forse nessuno Le ha mai fatto notare cosa vogliamo.
Noi vogliamo poter camminare a testa alta.
Vogliamo poter essere liberi di investire i nostri soldi in Sicilia potendo contare su di una politica trasparente, vogliamo dividere il nostro benessere economico con la Terra che ci ha dato i natali ed alla quale dobbiamo tanto.
Ecco cosa vogliamo. E l’unico modo per poterci “comprare” è quello di dare finalmente una svolta alla storia di questa terra.
Un popolo di 15 milioni di persone, che occupa posti chiave in tutte le grandi aziende del mondo, che ha conoscenze in ogni angolo della terra, se non direttamente rappresentanti politici in moltissime nazioni, che bisogno ha di tendere la mano a Roma?
Per tutto questo, Signor Presidente, noi continueremo su questa strada.
Continueremo a premere, ad agire da lobby perché la nostra Patria abbia quel riscatto che tutti ci aspettiamo. E non ci lasceremo intimidire da minacce e da censure di nessun tipo, né fisiche né verbali. Abbiamo la forza ed i mezzi per vincere anche le battaglie più dure e le vinceremo.
Non vogliamo distruggere, ma costruire. E la nostra forza va molto più in là di qualche rappresentante politico seduto a Palazzo dei Normanni.
La nostra è una forza prima di tutto morale, e poi materiale ed economica.
Quindi, per concludere, Signor Presidente, grazie per la posizione da Lei assunta in relazione alla vicenda Cuffaro. Ma al tempo stesso in guardia, perché continueremo a vigilare.
Ufficio stampa – Presidenza
L’Altra Sicilia – Antudo