USI, ABUSI E ABUSIVI DELLA POLITICA

Ragusa, 18 Febbraio 2002

Cosa non si farebbe per il proprio tornaconto!? E cosa si sarebbe disposti a fare nella terra di Pirandello!? Non stiamo certo proponendo un rompicapo; a questo ci pensa la RAI-TV che dispensa milioni a chi indovina risposte da “Cottolengo”.

Qui parliamo di politica, di cose pratiche e… tragicomicamente vere.

Orbene, l’ennesima (quasi) sanatoria edilizia che sta per… abbattersi sui Siciliani (sanatoria promessa a spron battuto in campagna elettorale da Cuffaro nonostante i bellicosi intenti del suo assessore Granata di non fermare le ruspe sulle costruzioni abusive), comincia a tingersi dei variopinti colori del magma partitico.

Gli schieramenti pro e contro, infatti, sono specularmente trasversali così come le fratture che attraversano i medesimi. Insomma, tutti contro tutti e… per se stessi.

Proviamo a dipanare un attimo la matassa.

ELEZIONI REGIONALI – Cuffaro, come detto, promette un condono ai molti abusivi che, in Sicilia, beninteso, sono sempre di “necessità”. Nel contempo, s’avanza la ricandidatura di Granata nell’assessorato in cui aveva già acceso le ruspe. La sinistra grida sdegnata allo scandalo e mette all’indice Cuffaro. Dopo tutto, non ha nemmeno torto: l’abusivismo è così esteso che trovare uno spazio verde è diventato una caccia al tesoro.

L’ITER DELA LEGGE – Avvicinandosi il momento del dibattito, comincia a frantumarsi il quadro politico: Cuffaro difende le sue scelte durante una trasmissione RAI ed attacca quarant’anni di mala gestione della politica che avrebbe permesso ogni scempio. Dall’altro capo, in collegamento c’è il ministro dell’Ambiente Matteoli che non perde l’occasione per ricordare a Cuffaro che in quei quarant’anni ce ne sono tanti in cui egli stesso ha delle responsabilità. La provenienza politica di Cuffaro e le sue gesta di ribaltonismo perpetuo sono note a tutti.

LA SINISTRA NON RIDE – Anzi, piange a dirotto perché vorrebbe salvaguardare un immenso patrimonio che è stato costruito sì abusivamente, ma che c’è, è lì e andrebbe comunque salvaguardato. Così, ribaltando le accuse sdegnate della campagna elettorale, si veste da… Cuffaro e ne sposa le intenzioni provocando dei mal di pancia a quella disgrazia, per la politica e per l’ambiente, che si chiamano Verdi. Lo fa anche attraverso un dibattito nella città di Vittoria, già nota per la marcia degli abusivi capitanata dall’allora sindaco Monello divenuto poi onorevole, che, quanto ad abusivismo edilizio, di “necessità” ovviamente, ha molto da offrire.


Il coro di voci non conosce nemmeno la polifonia perché la nota ascoltata è una sola: sanare, sanare, sanare. Tra le perle dette, ne citiamo qualcuna davvero notevole. Per l’assessore all’Urbanistica Tuttobene “bisogna salvaguardare l’ambiente, ma, ad un tempo, è necessario tutelare i diritti dei cittadini”; i quali non hanno tutelato l’ambiente senza salvaguardare il suo diritto a non essere deturpato. Per il sindaco Aiello c’è solo una strada: “Vogliamo una buona legge di sanatoria che tuteli i cittadini senza premiare gli speculatori”.


Chi siano questi speculatori, se non gli stessi cittadini che hanno speculato sull’ambiente a dispetto delle leggi, il sindaco, bontà sua, non lo specifica. Populismo da due soldi che si coniuga con un’altra sua frase: “La mia amministrazione è una di quelle che ha demolito poco e niente”. Scusi, signor sindaco: poco, o niente? Le due grandezze sembrano simili, ma sono diverse. E che cosa e a chi ha demolito? Ci renda edotti e noi la ringrazieremo.

L’intervento più atteso era senz’altro quello dell’on. Zago che è membro della IV Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars e, nella vita civile, di mestiere fa il geometra. Zago taglia corto: “Le abitazioni vanno sanate, non abbattute”. Conflitto d’interessi tra la sua professione “civile” e il tema in questione? Molto di più: la salvaguardia del proprio patrimonio. L’on. Zago, lo sanno tutti, è proprietario di una casa di villeggiatura abusiva (per necessità?), in località Torre di mezzo.

Come si evince, non c’è destra o sinistra che tenga: quando si tratta di tutelare i diritti dei cittadini, e dopo tutto loro stessi sono cittadini, sia che si tratti del “pascolo” elettorale sia che si tratti di una casa abusiva, i nostri audaci rappresentanti, che noi stessi abbiamo tristemente votato, gettano la tessera nella mondezza e lavorano solo per il collettività: loro e i loro familiari.

Giovanni Cappello –

L’Altra Sicilia – Ragusa