Lettera all’editore de The Economist

Dubai, 22 ottobre 2007

All’editore de The Economist
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Spett.le Editore

mi permetta innanzitutto di introdurLe la nostra organizzazione: L’Altra Sicilia è un’associazione di diritto internazionale che ha come obiettivo la difesa dei diritti dei siciliani nel mondo e che sta lottando per il ristabilimento della legalità in Sicilia e in Italia tramite la piena applicazione dello Stauto dell’Autonomia Siciliana, che è parte integrante della Costituzione Italiana.

I nostri uffici principali si trovano a Bruxelles, ma abbiamo rappresentanti anche in Sicilia, in Italia, in Olanda, negli Stati Uniti (New York), negli Emirati Arabi Uniti, in Kenya e presto anche a Londra.
I membri della nostra organizzazione provengono da decine di nazioni in tutto il mondo, come conseguenza dello spargersi della diaspora siciliana in fuga dalle disastrose condizioni economiche in cui ha versato la nostra patria sin dal 1860.

Mi lasci ora venire al punto.

Nell’ultimo decennio il Vostro giornale ha combattuto una vera e propria guerra, probabilmente di matrice politica, contro l’ex primo ministro del governo italiano Silvio Berlusconi.
Lungo il corso di questa battaglia, la Sicilia è stata coinvolta a causa del suo essere il principale serbatoio di voti del magnate dei media italiano.
Tutto questo è stato fatto attraverso la oramai stantia accusa di collusione con la cosiddetta Mafia (accusa non ancora provata).

Se da un lato noi non abbiamo alcuna simpatia per il Signor Berlusconi e non ci potrebbe interessare di meno dei suoi guai giudiziari (eccetto per quello che concerne la nostra Patria, la Sicilia), dall’altro siamo fermamente convinti che anche in politica vi siano dei limiti, e che quando questi vengano oltrepassati si rischi di finire in un ambito puramente delinquenziale.

Il vostro ultimo articolo circa “l’isola da terzo mondo dell’Unione Europea”, come a voi piace definirla, intitolato “Face Value – Un’offerta rifiutata” nel numero del 13 – 19 ottobre 2007 è un buon esempio di quello che abbiamo appena detto.

Sicuramente LA MAGGIOR PARTE delle cose dette dal vostro corrispondente sono vere. Il problema è che esse non sono TUTTA la verità. Come Lei sicuramente saprà, tutto il fracasso fatto riguardo alla necessità di mandare l’esercito in Sicilia ha avuto origine da due diverse “offerte rifiutate”, quella rifiutata dal Signor Venturi, ed un’altra rifiutata dal Signor Vecchio nella città di Catania.
L’azienda del Signor Vecchio ha sofferto in un breve periodo di tempo 3 attentati, che l’imprenditore diligentemente ha denunciato. Nel giro di pochi giorni i malviventi responsabili dell’accaduto sono stati arrestati.

Senza entrare troppo nei dettagli, noi crediamo che a causa della strana riluttanza del vostro corrispondente a coprire questo secondo importantissimo episodio, il vostro resoconto sia stato pesantemente sbilanciato di modo che la frase di chiusura dell’articolo, “Non sono né la polizia, né i magistrati, ma la mafia che controlla la Sicilia” sembra essere vera quando invece chiaramente non lo è, dandoci anche la forte impressione che il Suo giornale stia volontariamente tentando di danneggiare l’immagine della Sicilia agli occhi del mondo.

Ci sono poi altri dettagli secondari (ma solo apparentemente tali…) che Lei fornisce e che noi crediamo debbano essere presi in considerazione: prima di tutto lei cita “un rilevamento d’opinione che ha provato a misurare il rischio di estorsione nelle province d’Italia, con Caltanissetta seconda dietro una provincia calabra”. Sarebbe possibile sapere di quale rilevamento si starebbe parlando qui? Abbiamo dati che dimostrerebbero come questo rilevamento non sia corretto, e vorremmo confrontarli.

In secondo luogo, nell’articolo viene messo in evidenza come il Signor Venturi non sia siciliano.
Ovviamente questo è vero (come è altrettanto vero che invece il Signor Vecchio sia siciliano…), ma rimaniamo ancora con la strana idea che i vostri deliberati attacchi contro la Sicilia stiano camminando lungo una pericolosa linea sottile che confina con il razzismo. Di più il Suo approccio del tipo “non c’è niente da fare” nei confronti della nostra battaglia contro la criminalità organizzata, ed i Suoi riflettori che non mettono mai in luce i numerosi successi, andando invece in cerca di isolate questioni TEMPORANEAMENTE irrisolte, ci lasciano con il tremendo dubbio circa il fronte da lei appoggiato in questa dura battaglia.

Certamente non abbiamo intenzione di chiederLe delle scuse, ne tanto meno ce le aspettiamo. Ma siano sicuri che nel prossimo futuro dimostrerà senza ombra di dubbio che ci stiamo sbagliando con degli articoli più bilanciati. Noi rimaniamo a Sua completa disposizione per qualunque chiarimento riguardante questi fatti o per qualunque altra cosa Le potesse interessare a riguardo della nostra organizzazione.

Distinti saluti,

Antonio Santagati
L’Altra Sicilia – Dubai

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